3 maggio 1469 – Nasce Niccolò Machiavelli, scrittore e politico italiano

3 maggio 1469 - Nasce Niccolò Machiavelli, scrittore e politico italiano

Niccolò Machiavelli nacque il 3 maggio del 1469 a Firenze. Si tratta di una delle personalità più illustri del panorama letterario italiano. Proveniva da una famiglia ricca ma decaduta e per questo non ebbe modo di frequentare l’università; nonostante ciò, l’intellettuale fiorentino si dedicò con passione alla lettura dei classici latini.
Firenze fu una città importante per Machiavelli, centro artistico e culturale del tempo, ma anche fulcro della sua carriera politica ed intellettuale.
L’importanza che la città natale ebbe per Niccolò Machiavelli fu espressa da egli stesso in una delle opere più importanti: I Discorsi, dove si legge: “Io credo che il maggiore onore che possono avere gli uomini sia quello che volontariamente è loro dato dalla loro patria: credo che il maggiore bene che si faccia, e il più grato a Dio, sia quello che si fa alla sua patria. Per questa patria – e per il bene comune, in opposizione frontale alle sette, le quali sono la rovina di uno stato”. Dichiarazioni importanti, per Firenze, che rappresentava all’epoca “la finestra” dalla quale osservare il mondo.

Machiavelli, fiorentino, vive fra il 1469 e 1527; il periodo che va dal 1494 al 1559, un arco temporale lungo e complesso, è ricco di avvenimenti che influenzarono le sorti dell’Italia, conosciuto come l’Età delle Guerre d’Italia. Carlo VIII re di Francia, imparentato con la famiglia Angiò che regna su Napoli. Dopo la morte dell’ultimo Angiò, Carlo VIII rivendicò il trono: l’ambizione era quella di diventare re del Regno di Napoli e annetterlo alla Francia.
La discesa di Carlo VIII in Italia per conquistare Napoli sconvolge gli equilibri degli Stati Regionali italiani, a Firenze in particolar modo nascono gruppi di opposizione alla Signoria dei Medici e che, con l’appoggio di Re Carlo riuscirono a mettere in fuga Piero de Medici, al tempo regnante sulla città.

Si venne a creare un ambiente audace e dinamico, si potrebbe dire quasi spregiudicato, seppur fortemente all’avanguardia, Niccolò Machiavelli, nato il 3 maggio del 1649, seppe farsi spazio, provo a soppesare e indagare la – società del tempo – con giudizio ed intelligenza.

Proprio in quel contesto storico Machiavelli ottenne ben presto delicati incarichi politico – militari e quindi diplomatici: come inviato speciale presso Caterina Sforza, il Valentino, il Papa, al re di Francia per tre volte e all’imperatore Massimiliano.
Nacquero in questo modo i primi scritti del letterato e politico fiorentino, considerato inizialmente un teorico dello Stato e dell’arte di governo. In realtà l’identità di Machiavelli si fonda sia sull’esperienza politica, sia su quella di tipo letterario.
In questo senso, si può certamente affermare che Machiavelli sia stato un degno rappresentante della civiltà umanistica e rinascimentale. Per il letterato e politico fiorentino, discorrere di politica e scrivere testi moralmente e socialmente utili, gli permette di scrivere opere di forte spessore culturale, che ancora oggi sono studiate tra i banchi di scuola ma anche da tanti letterati e filologi.
Sono tante le opere scritte da Machiavelli, tra queste la più celebre è sicuramente Il Principe; scritta tra il 1513 e il 1514 e pubblicata nel 1532. Un componimento all’interno del quale Machiavelli analizza i vari generi di eserciti e principati con cui ha avuto a che fare lungo il suo percorso, tracciando e descrivendo quella che dovrebbe essere la figura del “buon Principe”, e tutte le qualità che quest’ultimo deve avere per conquistare la fiducia del popolo e dunque il potere. Machiavelli spiega attraverso ben ventisei capitoli in che modo il principe dovrebbe agire per rendere sempre più forte il suo principato.
Sostanzialmente l’autore rivendica l’autonomia della politica, in quanto essa possiede leggi e modi di agire che ogni possiede le leggi principali secondo le quali viene definita l’immagine del Principe. Interessantissima la dedica dell’opera, adulatoria ed autoreferenziale, perché Machiavelli vuole tornare dai Medici a Firenze. Al concetto di Feudo, Machiavelli, nato il 3 maggio del 1649 sostituisce il concetto di Stato, sviluppandolo secondo una visione ampia e moderna, che dev’essere necessariamente separata dal potere religioso. Il Principe deve occuparsi dello Stato e in particolare del – bene comune – e per farlo deve distaccarsi dalla chiesa.

Di fondamentale importanza per Machiavelli sono le esperienze diplomatiche in Germania e Le esperienze diplomatiche in Germania e in Francia che permisero all’intellettuale di notare il divario fra le grandi monarchie europee e gli stati italiani, piuttosto deboli.

Dalle missioni diplomatiche in Francia e in Germania nacquero il Ritratto di cose di Francia,
dove Machiavelli analizza virtù (moralità, amore per la libertà) e difetti (campanilismo e disunione) dei popoli tedeschi.

Il pensiero politico machiavelliano, si basa su un’attenta lettura degli antichi, dotati di alcuni specifici tratti distintivi; tra questi l’inedita valutazione positiva del conflitto sociale tra patrizi e plebei nella Roma repubblicana, proprio grazie all’analisi di quanto accaduto precedentemente, il segretario fiorentino nato a Firenze il 3 maggio del 1649 riesce ad allontanarsi dai modelli del passato secondo una visione interamente nuova della politica rivisitando molti stereotipi tradizionali.

Attraverso l’indagine politica e una vena ironica, seppur leggerissima, Machiavelli riesce ad esprimere il proprio pensiero politico, nel tempo e nello spazio, secondo una precisa linea cronologica. Machiavelli prova, attraverso lo studio della storia, di trovare delle leggi che siano giuste e valide per tutti, in modo da arginare il male e le contraddizioni del tempo.

L’esperienza politica di Niccolò Machiavelli è fondamentalmente basata su tre fondamenti:

  • La necessità di uno Stato unitario moderno, sul modello di quello francese (che aveva una forte monarchia centralizzata).
  • L’incapacità della classe dirigente italiana, che non riusciva a superare il particolarismo delle signorie, né ad opporsi all’enorme potere dello Stato della Chiesa, che impediva l’unificazione.
  • La necessità di truppe non mercenarie, ma una leva di soldati da reclutare.
  • Provare a trasformare Firenze, luogo natio del segretario fiorentino, una Repubblica democratica, in grado di resistere alle pressioni delle monarchie nazionali.

Proprio su questi temi si basano le opere principali di Machiavelli: non solo il Principe, ma anche i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, Storie fiorentine e una commedia e La mandragola.
Molto importante nel pensiero machiavelliano riveste l’ironia, che svolge una funzione essenziale; secondo il politico fiorentino, essa è da intendersi come un approccio alla realtà che permette di comprenderla e distanziarsene al tempo stesso per non farsi travolgere.
La vena ironica di Machiavelli si riscontra nelle diverse lettere che l’intellettuale scrive a Luigi e Francesco Guicciardini ma anche al nipote Giovanni Vernacci.

Il 3 maggio del 1649 nacque una personalità poliedrica, non solo un diplomatico di fama indiscussa ma anche filosofo, storico, scrittore e iniziato pitagorico italiano, tra i più famosi del Rinascimento. La vastità delle opere scritte, dalle commedie alle poesie, ma anche libri e trattati trattati storici e filosofici, sono una prova di quanto Niccoló Machiavelli sia riuscito ad insediarsi nel tessuto culturale e letterario italiano, plasmandolo e rendendolo unico. 

Immagine in evidenza: Pagina ufficiale Niccoló Machiavelli – Instagram 

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