Abramitico: etimologia e significato

Abramitico, etimologia e significato

Vi siete mai chiesti quale fosse la storia di tre delle religioni più praticate al mondo? Se la risposta è sì, questo articolo sull’abramitico e le relative religioni monoteiste risponderà alle vostre curiosità.

Etimologia del termine

Come si può intuire dalla parola, “abramitico” è derivato dal nome del patriarca Abramo ed essa appare in due forme nel Tanàkh delle Scritture Ebraiche, Abram e Abraham. Entrambi gli “ab-” significano “padre”, mentre  il primo “ram” sta per “alto, innalzato” e il secondo “raham” trasmette il significato di “moltitudine”. 

Religioni Abramitiche

Sono chiamate religioni abramitiche quelle che rivendicano Abramo come parte della loro storia sacra, quelle che considerano Abramo come capostipite e patriarca. Abramo proviene dall’ebraico “habraham”, che significa “padre di molti”. Storicamente sono considerate facente parte del filone abramitico tre grandi religioni: l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Ci sono tre linee diverse di discendenza, per ciascuna religione: Dio si rivela ad Abramo, da suo figlio, Isacco, “il figlio della promessa”, e la benedizione di Dio procede ininterrotta sino a Gesù. Però, non tutto il mondo ebraico riconobbe Gesù come Messia, motivo per il quale ci fu una separazione: l’ebraismo e il cristianesimo. Da Ismaele, invece, l’altro figlio di Abramo, si sviluppa  la discendenza islamica; da qui, quindi, la distinzione di ciascun filone abramitico.

L’Ebraismo

Il simbolo dell’ebraismo, e quindi la prima religione del filone abramitico, è la stella di Davide a sei punte, che rappresenta la diffusione verso l’uomo della luce della Sapienza proveniente da Dio. La religione ebraica, afferma che Jhwh, Dio, ha comunicato la propria volontà agli uomini per mezzo degli antichi patriarchi e dei Profeti. Dio promise ad Abramo di fare dei suoi discendenti una grande nazione instaurando con il popolo “l’essenziale Alleanza” altrimenti chiamata alleanza ebraica. Se Abramo, per Israele, è il patriarca e il capostipite del Popolo, Mosè è il profeta dei Profeti.

Il libro sacro dell’ebraismo è la Bibbia, che per la tradizione è chiamata “Tanak”, acronimo formato dalle parole “Torah” che significa insegnamento di vita, “Nevi’im” ovvero i profeti e “Ketuvim” cioè gli scritti. Nella tradizione ebraica vi sono altri testi che, seppur non sacri, appartengono al bagaglio del patrimonio religioso del popolo di Israele. Ad esempio il Talmud, che raccoglie le dottrine più importanti ed il Mishnah, un testo che raccoglie norme giuridiche che prima erano trasmesse oralmente.

Tra le feste principali vi è la Pasqua che è la festa più importante del mondo ebraico, poiché ricorda la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Si annovera anche la festa chiamata Sukkot o la festa delle capanne, che ricorda invece i 40 anni passati nel deserto. Il luogo di culto dell’ebraismo è la Sinagoga, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme che non fu più ricostruito, la quale si impose casualmente come luogo di culto della comunità ebraica. Sinagoga significa, in ebraico, “casa di riunione”: infatti, oltre ad essere la casa di preghiera è anche un luogo di riunione per lo studio e la discussione. All’interno dell’edificio non ci sono né sculture né immagini, in osservanza del secondo comandamento.

Il Cristianesimo

Il simbolo del Cristianesimo, la seconda religione del filone abramitico, è la croce. Essa, per i cristiani, non è strumento di morte, non è un segno esoterico superstizioso: la croce è segno di salvezza. A tal proposito, nelle lettere di Paolo, è esplicitato che la croce è scandalo per i Giudei ed è stoltezza per i pagani, ma per i cristiani simboleggia Cristo, che con il suo sacrificio ha spalancato le porte all’eternità. Il legno della Croce, dal momento che vi fu appeso il Cristo, è diventato salvezza, in contrapposizione al legno dell’albero della conoscenza del bene e del male che è stato causa di peccato.

All’inizio del Cristianesimo, Gesù di Nazareth, che a differenza di Maometto per l’Islam, non è semplicemente l’iniziatore della religione ma ne è l’essenza stessa. I cristiani, infatti, professano il fatto che Gesù di Nazareth è il Cristo (dal greco Cristos cioè ungere che traduce l’ebraico Masiah cioè Messia, l’unto di Dio). Si pensi che nella versione greca della Bibbia ebraica, la cosiddetta “Bibbia dei Settanta”, con il termine Cristos si indica direttamente Jwhw, per i cristiani, Cristo, è il figlio di Dio, il logos fattosi carne, Redentore e Salvatore di tutti gli uomini: Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.

Il libro sacro del Cristianesimo è la Bibbia: facendo riferimento al canone Cristiano, essa è composta dall’antico testamento che, grosso modo, in maniera semplicistica, diremo che corrisponde alla Bibbia ebraica, e dal Nuovo Testamento cioè gli scritti propriamente cristiani. Il luogo di culto è la chiesa, un termine che deriva dal greco “Ekklesia” e che indica l’assemblea dei fedeli ed in seconda istanza il luogo di culto.

Sin dalle origini le chiese si caratterizzano per la presenza di alcuni elementi essenziali: una sala dove si riuniscono i fedeli, una tavola per la celebrazione eucaristica ed un ambone per la proclamazione della parola di Dio. Analizzando l’esterno dell’edificio, notiamo la facciata e l’abside che risaltano dall’esterno, e generalmente la presenza di un campanile a forma di torre, normalmente isolato e destinato a ospitare le campane. Dall’interno si notano il presbiterio, riservato al clero officiante spesso rialzato e normalmente separato dalla zona in cui si radunano i fedeli, al centro del quale è situato l’altare e il tavolo su cui viene celebrato l’Eucarestia o la santa cena. L’altare è sicuramente il punto focale di ogni chiesa cristiana.

L’Islam

Il simbolo dell’Islam, la terza religione del filone abramitico, è la mezzaluna con la stella a cinque punte. Una leggenda racconta che il fondatore dell’impero Ottomano, Osman, vide in sogno la mezzaluna espandersi da un capo all’altro della terra. Percependo questo sogno come un buon presagio, mantenne il simbolo della mezzaluna come emblema della propria dinastia. Inoltre, si dice che le cinque punte della stella rappresentino i cinque pilastri dell’Islam, ma è una pura congettura.

La religione islamica fu fondata nel settimo secolo dopo Cristo da Maometto; il credo musulmano è molto semplice e può essere riassunto in una frase: Allah è uno, e Maometto è il suo profeta. La parola Islam deriva dalla parola “muslim”, colui che è sottomesso. Ogni musulmano, dunque, si considera totalmente sottomesso alla volontà di Allah e secondo tale Fede non è possibile all’uomo avere un contatto diretto con Dio, perché fra Dio e l’uomo esiste un enorme baratro che rende impossibile ogni vicinanza.

Nell’islam ci sono dei riferimenti all’antico e al Nuovo Testamento: per esempio, Gesù è considerato profeta di Dio nato da una vergine di nome Maria. Il libro sacro dell’islam è il Corano, che nella lingua araba significa “recitare a voce alta”. Ogni seguace di Maometto, crede fermamente che in questo libro sia contenuta la parola di Dio, giacché dettato, secondo la tradizione, da un essere angelico allo stesso momento per volere di Dio. È chiaro che per la critica storica, il libro è stato scritto dai discepoli dopo la morte del Profeta all’interno di un processo comunicativo storico.

Il ramadan è il mese del grande digiuno che si conclude con una festa solenne: questo periodo varia di anno in anno, poiché i musulmani seguono il calendario lunare. Il luogo di culto dell’Islam è la moschea, che non è solamente il luogo della preghiera comunitaria ove si rafforzano i legami tra i membri della Comunità, ma è anche la sede per riunire e istruire la comunità dei credenti. Il termine moschea, in arabo, significa “prostrarsi”. Al suo interno non troviamo alcuna immagine o scultura ed il punto focale costituito dal mirhab, che indica la direzione della Mecca, è una sorta di abside o nicchia che nelle moschee più umili può essere semplicemente disegnata su una parete. L’unico elemento di arredamento che di solito si trova solo nelle moschee più grandi è il minbar, situato al lato del mirhab: una sorta di ambone dal quale l’imam pronuncia l’omelia.

Fonte immagine: Pixabay

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