Feste pagane (tra sabbat e riti cristiani): quali sono, calendario

Feste pagane (tra sabbat e riti cristiani): quali sono

Feste pagane: alla scoperta degli antichi rituali per ritrovare le nostre radici spirituali.

Quando si parla di feste pagane o di sabbat, la maggior parte delle persone si collega mentalmente ad immagini esoteriche che hanno come protagonisti sette o personalità ambigue. Contrariamente a tutto ciò, invece, questi riti affondano le proprie radici nei culti più antichi precristiani e sono festeggiati ancora oggi, soprattutto nelle aree rurali in cui perdura la consapevolezza del tempo e della Natura.

Etimologicamente parlando, la parola “pagano“ deriva da “paganus” ossia “abitatore di un pagus”, villaggio. Pertanto, il cosiddetto pagano era un agricoltore che viveva in campagna, fuori dalle grandi città, conducendo un’esistenza scandita dai tempi della natura e confortata dalla bellezza della stessa.

Il significato delle feste pagane è stato alterato, nel tempo, in qualcosa di negativo, a causa delle politiche adottate dalla nuova religione monoteista che ha demonizzato divinità adorate fin dalla notte dei tempi per introdurre il proprio Dio.
Per “paganesimo” si intendono le religioni greco-romane e quella celtica, che basavano i propri culti sugli elementi naturali e la ciclicità delle stagioni.

Presso i Celti, insieme di popoli indoeuropei, tra cui Britanni, Galli, Pannoni, Celtiberi e Galati che, tra il IV-III secolo a.C. dominavano dalle Isole britanniche fino al Danubio, oltre ad alcuni insediamenti isolati più a sud, e presso i Barbari in generale, morale significava rispetto delle tradizioni e della natura e la loro “religione”, di cui sacerdoti e custodi furono i Druidi, aveva un aspetto popolare, costituito da una mitologia orale e da riti che avevano pian piano inglobato elementi arcaici risalenti al neolitico e derivanti da culti solari tellurici e lunari, ed uno esoterico, che comprendeva invece condizioni iniziatiche per gli adepti che volevano diventare Druidi, con prove fisiche, volitive e mistiche.

Nella Roma imperiale convivevano, invece, tantissime religioni diverse, che talvolta si fondevano tra loro, essendo Roma una potenza che tendeva a incorporare gli usi e le credenze delle popolazioni assoggettate, per carpirne gli elementi più apprezzati.

Andando a scoprire quali sono le feste pagane, troppo spesso lasciate nel dimenticatoio, non comprese, confuse tra loro e svalutate, occorre rilevare una curiosità a cui pochi fanno caso, circa l’origine astrologica dei nomi dei giorni della settimana. In tutte le lingue, infatti, essi si riferiscono ai sette pianeti principali del sistema solare esoterico e quindi alle relative divinità planetarie:

Lunedì – Il giorno della Luna / Monday – da Moon (Luna);

Martedì – Il giorno di Marte / Tuesday – da Tiwaz o Tyr, dio proto-germanico della guerra;

Mercoledì – Il giorno di Mercurio / Wednesday – da Woden, divinità germanica equivalente al norreno Odino ed a Mercurio, colui che comunica con gli uomini;

Giovedì – Il giorno di Giove / Thursday – da Thor, corrispettivo nordico del dio olimpico Giove;

Venerdì – Il giorno di Venere / Friday – da Frigga o Freya, analoga alla dea greca Venere;

Sabato  (dal latino Dies Saturni o Sabbata) – il giorno di Saturno / Saturday – da Saturn. Il nome richiama anche “Shabbat“, la festa del riposo ebraica;

Domenica (dal latino Dies Solis, trasformato dal cristianesimo in Dies Domini, il “giorno del Signore” era in origine il “giorno del Sole”, adorato come divinità principale in tutte le religioni e i culti) / Sunday – da Sun (sole), mantenuto invariato in tutte le lingue di origine nordica (Sonntag in tedesco, Sunnuntai in finlandese, Zondag in olandese, ecc.).

Feste pagane: uno sguardo più da vicino

Le feste pagane, meglio conosciute con il nome di sabbat o sabba, celebrano la natura, la sua potenza ed i suoi cicli, sottolineando il perpetuo dinamismo fra principio maschile (Dio) e femminile (Dea) presente in essa. In ogni celebrazione tutto è percepito come parte dell’Unicità, perché tutti immersi nello stesso mistero dell’esistenza.

Per il paganesimo e per molte religioni neopagane, ogni cerimonia ha significato, formule, oggetti, colori, rituali precisi e si articola seguendo la Ruota dell’Anno, che rappresenta il ciclo naturale delle stagioni e quindi scandisce otto periodi dell’anno, esaltati con la celebrazione di otto sabbat.

La Ruota dell’Anno si basa, tuttavia, su un concetto, una dinamica temporale diversa dalla modalità lineare a cui siamo abituati perché tutte le cose della natura sono cicliche, compreso lo scorrere del tempo. La Ruota suggerisce, piuttosto, l’idea di una spirale, in quanto ogni anno si ripete solo apparentemente uguale a sé stesso ma in realtà l’avanzamento avviene sull’asse dell’elevazione, riflettendosi nella nostra vita attraverso la nascita, la crescita, la maturazione e la morte.

I nomi delle feste pagane derivano più che altro dall’etimologia celtica; i riti più antichi, propri ai culti mediterranei di greci e romani, o addirittura precedenti, sono ormai perduti, oppure ridefiniti in seguito all’introduzione in Europa del Cristianesimo.

Le date potrebbero non coincidere, sia in base all’Emisfero del pianeta terra in cui ci si trova, sia in base al momento esatto in cui avvengono solstizi ed equinozi, che potrebbe non ricadere sempre nello stesso giorno o allo stesso orario.

Alcune tradizioni dividono gli otto sabbat in quattro maggiori, associati ai cicli dell’agricoltura e dell’allevamento e tradizionalmente della durata di tre giorni a partire dal tramonto del giorno precedente, in quanto nella cultura celtica il giorno cominciava al tramonto, e quattro minori, calcolati in base al ciclo solare e coincidenti con i due solstizi e con i due equinozi.

Nonostante l’antichità indiscussa dell’origine di queste celebrazioni, sembra che l’idea di una Ruota dell’Anno formalizzata come oggi è conosciuta risalga a Ross Nicholsche la diffuse negli anni Cinquanta.

I sabbat attuali, con le relative date, sono:

Samhain/Calenda – Halloween o Capodanno Celtico: ricorre alla vigilia del 31 ottobre nell’emisfero settentrionale, mentre in quello meridionale il 30 aprile o il 1 maggio. Si tratta di una festa celtica che celebra l’inizio del periodo invernale. I vari strati della realtà permettono ai veli tra di essi di assottigliarsi, favorendo una comunicazione più profonda con ciò che è “oltre”, anche in senso di “viaggio” interiore. Ci si predispone alla meditazione sulla morte ed alla commemorazione degli antenati. Anticamente venivano raccolti gli ultimi frutti e le ultime bacche e si allestiva un ricovero per gli animali nelle stalle e negli ovili, con macellazione di quelli in eccesso.

Yule o solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, celebrata nell’emisfero settentrionale il 21 dicembre e il 21 giugno in quello meridionale. Si festeggia, con questa festa del paganesimo germanico e romano (dove era conosciuta come “Sol invictus“), la morte del vecchio Sole e la nascita, il ritorno simbolico del nuovo Sole (dio) bambino.

Imbolc (Imbolg, Imbolic, Oimelc, Brigid, Bride) o Candelora è la festa celtica della purificazione, del ritorno della Luce. Si festeggia il 2 febbraio nell’emisfero settentrionale ed il 1° agosto nell’emisfero meridionale. Si decantano i primi segni della Primavera, la Dea torna sulla Terra completamente rinnovata dal suo viaggio. La luce del nuovo Sole comincia a crescere ed è necessario cominciare a purificarsi in vista del nuovo inizio, che sboccerà con l’avvento della bella stagione.

Ostara (Eostre, Eostaro equinozio di primavera ricorre il 21 marzo ed il 21 o 22 settembre. In questa festa del paganesimo germanico, il sonno, la spossatezza invernale terminano e la natura fa la sua ricomparsa vitale sulla terra, rigogliosa e piena, mentre nel quotidiano si creano e prendono il via nuovi progetti, si sprigionano energie inedite, appaiono possibilità prima celate.

Beltane o Beltaine o Calendimaggio si festeggia il 1° maggio con vigilia o il 1° novembre. In questa ricorrenza di origine celtica viene esaltata la piena fioritura della primavera, l’amore e l’unione fra il principio femminile e maschile che fecondano la natura. In alcune tradizioni con questa celebrazione ricorrono le nozze sacre delle divinità.

Altre festa pagane

Litha o solstizio d’estate, celebrato attorno al 21-22 giugno o il 21 dicembre, vede il sole trovarsi nel punto più vicino al nostro pianeta. Rito di probabili origini neolitiche, onora l’unione feconda fra cielo e terra, in cui ciò che è stato seminato comincia a germogliare, crescere e svilupparsi; richiama la raccolta delle erbe e della rugiada.

Lughnasadh (Lunasa, Lughnasa, Lammas) o Festa del raccolto, di origine celtica, viene commemorata attorno al 1° agosto o il 1° febbraio. Con essa, l’estate e il raccolto sono al culmine attraverso abbondanza, produttività e prosperità; visivamente viene resa mediante l’immagine della raccolta del grano.

Mabon (Modron) o equinozio d’autunno ricorre il 22 o 23 settembre o il 21 marzo nell’emisfero meridionale ed è un rituale appartenente alle Tesmoforie, feste autunnali dell’antica Atene e di altre città in onore della dea Demetra Tesmofora e di sua figlia Persefone. Con il suo arrivo, è tempo di compiere l’ultimo raccolto, è tempo di vendemmia, di bilanci e di ringraziamenti alla natura ma anche a noi stessi per il lavoro fatto durante l’anno, per ciò che abbiamo raccolto. Si conclude un ciclo e ci si abbandona all’oscurità di una nuova “gestazione”, dalla quale nascerà il ciclo successivo.

Calendario delle festività cristiane di origine pagana

Anche le celebrazioni cristiane derivano da feste pagane ben più antiche e radicate, che hanno soppiantato, sovrapponendovisi, gli antichi culti.

Palesi risultano essere anche le analogie tra le loro date: non è escluso che il calendario per le solennità cristiane fosse deciso in base a diversi motivi, non ultimo la necessità di inglobare i precedenti e molto coinvolgenti lasciti ancestrali dei culti degli antenati.

Tra le principali feste pagane ricordiamo i Lupercalia (antichissima festa romana propiziatoria per la fertilità che si svolgeva nelle idi di febbraio, per estirpare la quale papa Gelasio I istituì il la ricorrenza di San Valentino martire), la stessa Pasqua (equinozio di Primavera), la festa di Ognissanti (Commemorazione dei morti), il Natale (nascita del Dio-Sole); vi sono poi altre tradizioni di origine pagana in Italia, come il Carnevale, i giorni della merla, la festa della Giubiana, il culto di Iside, la notte di San Giovanni, la storia della Befana, i culti delle eclissi lunari.

Tutto questo per dire che sì, le feste pagane ormai non hanno più lo stesso pregio, la stessa autorevolezza come in passato ma la loro eredità, la loro eco, la loro essenza profonda accompagna ancora le nostre giornate, le nostre esistenze, senza che noi, forse, neanche ce ne rendiamo conto.

Immagine in evidenza per l’articolo sulle feste pagane: Pixabay

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