Amelia Dyer: l’infermiera infanticida del XIX secolo

Amelie Dyer

Si ritiene che Amelia Dyer abbia ucciso centinaia di bambini durante il XIX secolo. I suoi crimini portarono a uno dei processi più sensazionali del periodo e fecero brillare i riflettori sulla pratica vittoriana del «baby farming». Ma come ha fatto una donna apparentemente rispettabile ad abbassarsi a tale crudeltà? Vediamolo insieme.

Il «Baby-farming»

Il 30 marzo 1896, un pacco appesantito con un mattone fu pescato dal fiume Tamigi. All’interno, fasciato in strati di lino, fogli giornale e carta da pacchi, era il corpo parzialmente decomposto della piccola Helena Fry. Un nastro bianco era stato avvolto intorno al collo, con un nodo sotto l’orecchio sinistro. Fu una una scoperta assolutamente raccapricciante, ma che avrebbe portato i detective a svelare i crimini di uno dei più noti assassini di bambini del XIX secolo.
Nata nel 1837 da un calzolaio in un piccolo villaggio di Bristol, Amelia Dyer aveva attraversato un’infanzia difficile in cui era la principale badante per la madre malata di mente. Motivo per cui, da adulta, è diventata infermiera. Ma, piuttosto che usare le sue abilità per prendersi cura delle persone, ha intrapreso una carriera facendo l’esatto contrario.
Il «Baby farming» era una pratica comune nell’Inghilterra vittoriana, alimentata da madri single disperate che non potevano permettersi di crescere un figlio, oppure dovevano nascondere una gravidanza illegittima. Le loro opzioni erano limitate: potevano prostituirsi, morire di fame o, invece, tranquillamente “sbarazzarsi” del loro bambino. I «baby farmers» (lit. gli agricoltori/allevatori di bambini) si offrivano di togliere i bambini dalle loro mani e offrirgli un futuro alternativo -anche se non necessariamente felice.

Modus operandi 

Amelia Dyer, rimasta vedova da poco e con una figlia da mantenere, apprese la pratica del baby farming da un collega. Nel 1869 ha iniziato a pubblicizzarsi in giornali locali con «Coppia sposata senza famiglia può adottare un bambino sano, e vivere in una bella casa di campagna. Termini – £ 10.»
Ma invece di fornire una casa sicura e amorevole, avrebbe invece reclutato questi bambini tramite una tassa per ucciderli – o affamandoli, o drogandoli con un oppiaceo conosciuto come Mother’s friend, o strangolandoli.
Come prima accennato, a quel tempo l’allevamento dei bambini era molto diffuso, innumerevoli bambini e bambine hanno sofferto e sono morti a causa di questa pratica e in molti casi, dare in affidamento significava uccidere -lentamente o rapidamente. Le condizioni sociali all’interno della società vittoriana inglese sembrano aver permesso ad Amelia Dyer di farla franca per quasi 30 anni.
Gli alti tassi di mortalità infantile erano un triste fatto di vita vittoriana, i morti precoci spesso sfuggivano l’avviso delle autorità.
Dyer viaggiò dalle sue case a Bristol e Reading fino a Liverpool e Plymouth, facendo pagare tra le £10 e le £80 – equivalenti a circa £1,000 e £8,000 oggi -per i suoi servizi.
«La maggior parte dei bambini lasciati nelle sue cure sono stati uccisi in pochi giorni, o in alcuni casi in poche ore» ha detto il PC Colin Boyes, curatore del museo della polizia di Thames Valley, che ospita una mostra sui suoi crimini.
Angela Buckley, autrice di Amelia Dyer e Baby Farm Murders, ha detto che i genitori delle sue vittime non avrebbero saputo che aveva pianificato di uccidere i loro figli, e credevano davvero di mandare il loro bambino in una casa felice.

La sua fortuna terminò brevemente nel 1879, quando i medici divennero scettici sul numero di morti certificate dopo le sue “cure” e fu condannata a sei mesi di lavori forzati per negligenza. Ma non fu sufficiente a dissuaderla dal continuare i suoi affari macabri: infatti, dopo il suo rilascio, Dyer cambiò il suo modus operandi.
Dopo un breve soggiorno a Cardiff, si trasferì a Reading nel 1895 e, rendendosi conto delle problematiche nel coinvolgere i medici nel rilascio dei certificati di morte, iniziò a disfarsi dei corpi gettandoli nel Tamigi. Ma fu questo che portò alla sua definitiva caduta.

Il caso investigativo

Quando il corpo di Helena Fry è stato pescato dall’acqua, Det Con James Beattie Anderson ha esaminato la confezione -ora in mostra al museo della polizia -ed ha individuato un indizio. La confezione aveva un timbro della Midland Railway datato 24 ottobre 1895 ed era contrassegnata Bristol Temple Meads. Ancora più importante, si potevano distinguere il nome e l’indirizzo sbavato di una certa Signora Thomas di 26 Piggott’s Road, Caversham – ergo, il nome da sposata di Amelia Dyer e l’indirizzo precedente.

La ricerca di un assassino lo portò in città, dove i vicini gli dissero che si era trasferita a Kensington Road a Reading. Al suo arrivo, il detective ha trovato mucchi di abbigliamento per bambini e numerose ricevute di annunci da vari giornali provenienti da tutto il paese. Anche il nastro bianco identico a quello scoperto intorno al collo di Fry fu scoperto e il 3 aprile 1896 (quattro giorni dopo il ritrovamento del corpo) Dyer fu arrestata e accusata di aver ucciso un bambino. Altri sei bambini sono stati trovati nel Tamigi, tutti con lo stesso nastro intorno al collo.
Un pacco avvistato vicino a Clappers Pond ha rivelato una scoperta particolarmente raccapricciante per il detective Det Con Anderson: portandolo direttamente all’obitorio, è stato confermato che il cadavere era quello di una bambina di circa 12 mesi. Era in uno stato di decomposizione più avanzato di qualsiasi altro dei corpi recuperati, tanto che quando il pacco venne stato aperto, il corpo e la testa caddero a pezzi.

Il processo e la condanna di Amelia Dyer

Il 22 maggio 1896, all’Old Bailey ci fu il processo per la criminale. L’unica difesa a spiegazione dell’azione di Dyer fu la follia, ma i pubblici ministeri sostenevano che le sue esibizioni di instabilità mentale fossero solo uno stratagemma per evitare sospetti o condanne gravi.
La vera portata dei suoi crimini è difficile da stimare: al suo massimo stato di attività, alcuni testimoni oculari hanno riferito di aver visto ben sei bambini al giorno portati in casa sua, e dato che Amelia Dyer ha fatto la baby farmer per circa 30 anni, è probabile che sia stata responsabile della morte di centinaia di bambini.

Oltre ad ottenere giustizia per coloro che ha ucciso, il caso contro Amelia Dyer ha anche evidenziato un mondo sotterraneo oscuro in cui le madri davano i loro figli via. Il processo ha portato alla luce la pratica altrimenti repressa ma diffusa dell’allevamento di bambini, e ha rivelato gli orrori e la disumanità di questo commercio. Dyer fu poi impiccata nella prigione di Newgate mercoledì 10 giugno 1896, dopo aver confessato i suoi crimini.
Abitanti inorriditi a Reading hanno scolpito croci di legno sul corrimano del ponte pedonale di Clappers, un memoriale per le vittime innocenti di una prolifica killer di bambini che ha approfittato dell’intolleranza della società per sfruttarne i membri più disperati.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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