Serial killer più noti della storia: 5 feroci assassini

Serial killer più noti della storia: 5 assassini feroci

Serial killer più noti della storia, i più tristemente famosi

In questo articolo cercheremo di delineare i profili di cinque dei serial killer più noti e sanguinari della storia. Per dovere cronachistico è opportuno ricordare che le figure di tali personaggi non saranno spettacolarizzate o esaltate in alcun modo, ma soltanto descritte nella loro efferatezza e crudeltà.

Attenzione: presenza di linguaggio cruento

5. Erzsébet Báthory

Erzsébet Báthory, soprannominata la “Contessa Dracula” o la “Contessa sanguinaria”, fu in vita una nobile ungherese. È considerata, secondo le fonti accertate, uno dei serial killer più noti della storia e fra i più prolifici, avendo mietuto fra le 100 e le 300 vite di giovani ragazze innocenti. Tuttavia, attraverso un fantomatico diario appartenuto alla donna, le vittime potrebbero superare di gran lunga questo numero già spaventoso, arrivando circa a 650 donne, anche se gli storici sono scettici riguardo alla reale esistenza di suddetto diario.

Báthory, probabilmente affetta già dall’infanzia da squilibri psichici, fu testimone di diversi fatti estremamente cruenti durante la propria giovinezza, ed è possibile immaginare che tali eventi abbiano in qualche modo influenzato la sua salute mentale precaria. A 15 anni si unì in matrimonio a Ferenc Nádasdy, anch’egli uomo dalle deplorevoli tendenze sadiche, e pochi anni dopo fu iniziata a pratiche di magia nera e crudeltà verso umani e animali da Dorothea Szentes, esperta dell’ambito. Báthory torturò e uccise diversi dei propri servitori a seguito di tentativi di fuga o lavori mal svolti, ma si ipotizza che il periodo dell’attività omicida che le diede poi il soprannome di “Contessa Dracula” iniziò nel 1585.

La miccia che fece scattare il tutto è forse da ritrovare in un episodio specifico: una serva, dopo essere stata brutalmente percossa, versò delle gocce di sangue sulla mano della donna, ed ella affermò che la pelle entrata a contatto con il liquido ematico fosse ringiovanita. Con l’inganno di accogliere giovani donne presso una scuola di educazione per ragazze agiate nel palazzo, diede inizio a una vera e propria mattanza. Si narra che fra gli strumenti adoperati da Báthory e la sua servitù per uccidere e straziare i corpi delle vittime, vi fosse persino un oggetto chiamato “vergine di ferro”, molto simile come funzionamento alla nota “vergine di Norimberga”. Solo nel 1610, nascosta anche dall’omertà del marito e dei parenti, Báthory fu scoperta, incriminata e condannata perché colta in flagranza di reato. Fu murata viva in una stanza del castello, con un singolo buco per trasferirvi il cibo, ma morì di stenti quattro anni più tardi. Insieme a lei, furono condannati a morte anche quattro dei suoi collaboratori, immischiati nelle pratiche di tortura e negli omicidi.

4. Gilles de Rais e Francesco Prelati

Gilles de Rais, prima di macchiarsi dei crudeli crimini che elencheremo di seguito e di entrare nell’oscuro elenco dei serial killer più noti della storia, fu in vita nobile e militare francese. Egli servì come capitano dell’esercito al fianco di Giovanna d’Arco durante la Guerra dei cent’anni. Il declino iniziò quando ottenne in eredità un’immensa fortuna dal nonno Jean de Craòn, fra cui numerose proprietà terriere in Bretagna, che si sommavano ai vasti patrimoni dei de Rais e della famiglia della moglie. In breve tempo il nobile dissipò gran parte delle ricchezze, fu abbandonato dalla consorte e ricevette un atto di interdizione dai familiare, al fine di preservare i suoi ultimi averi da possibili svendite a prezzi irrisori.

Fu in questo periodo, nel 1439, che Gilles de Rais, per ritrovare un po’ della fortuna andata perduta, si affidò ai consigli del presbitero Francesco Prelati, esperto di alchimia. Prelati, come ogni alchimista, praticava tale scienza per ottenere la tanto agognata pietra filosofale e questa ricerca appassionò anche de Rais, che decise di dedicarsi all’occultismo. Inoltre, Prelati sosteneva di avere al proprio servizio un demone di nome Barron, che esigeva sacrifici umani per continuare ad aiutarlo.

Nel 1440, Gilles de Rais fu incriminato inizialmente di per aver violato le leggi della Chiesa, nel tentativo di riprendere con le armi il Castello di Sainte-Étienne de Memorte, divenuto luogo sacro. Durante il processo cominciarono a venire a galla le terribili azioni compiute da de Rais e Prelati; in particolare, i sospetti si acuirono quando due testimoni, chiamati a deporre contro di lui dall’Inquisizione, lamentarono la recente scomparsa di diversi bambini. Ai capi d’imputazione già presenti, se ne aggiunsero altri 49, che lo accusavano di aver rapito, torturato e ucciso fanciulli nei modi più atroci duranti riti stregoneschi, ma è probabile che le reali vittime superassero il centinaio. Gilles de Rais fu condannato a morte tramite impiccagione, mentre Prelati, suo complice, fu bruciato vivo sul rogo.

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3. Belle Gunness

Facente parte della categoria delle “vedove nere”, Belle Gunness visse durante la seconda metà dell’800 ed è considerata una dei serial killer più noti della storia del crimine. Secondo alcune ricostruzioni, il numero delle sue vittime si aggirerebbe fra le 40 e le 60. Gunness, nata come Brynhild Størseth, visse in una famiglia molto povera in Norvegia. La sua stazza massiccia e forte la resero ben voluta dai datori di lavoro, ma era considerata una donna bugiarda e maligna dai coetanei.

È opinione comune che il motivo scatenante del repentino cambio di personalità verso il futuro mondo del crimine fu un aborto non spontaneo, causato da un calcio sferratole all’addome da un uomo durante un’aggressione, mentre Gunness partecipava a una festa. I primi omicidi attribuiti alla donna furono quelli dei suoi due mariti, sposati dopo essere emigrata negli Stati Uniti. Il primo fu Mads Sorensen, ucciso tramite avvelenamento da stricnina per incassare il denaro delle due assicurazioni sulla vita che egli aveva stipulato; il secondo fu Peter Gunness, assassinato con il tritacarne che utilizzava per la professione di macellaio.

Belle Gunness risultò innocente per entrambe le morti e anche dalla seconda intascò un’ingente somma di denaro dall’assicurazione. Durante il primo matrimonio, Gunness aveva adottato una bambina di nome Jenny Olsen, che assistette all’omicidio di Peter Gunness, ma testimoniò a favore dell’innocenza della madre. Qualche anno dopo, tuttavia, ella raccontò la verità ad alcuni compagni di scuola e, successivamente, fu mandata da Belle Gunness a studiare in un collegio nel Wisconsin. In realtà fu uccisa dalla stessa madre adottiva.

Nell’arco di pochi anni, Belle Gunness si macchiò di decine di omicidi ai danni di giovani uomini, attirati presso la fattoria della donna attraverso inserzioni su giornali, in cui ella si presentava come una ricca proprietaria in cerca di marito. Le vittime erano uccise per avvelenamento o con un’ascia durante il sonno. I resti dei cadaveri degli uomini e di Jenny furono rinvenuti a seguito di un incendio, appiccato da Ray Lamphere, impiegato nella fattoria. È possibile che in quello stesso incendio perì anche Belle Gunness, ma alcune testimonianze raccontarono di avvistamenti della donna successivi all’accaduto.

2. Harold Shipman

Fra i serial killer più noti della storia del crimine, Harold Shipman fu ciò che ad oggi in criminologia si classifica con l’appellativo di “angelo della morte”. Il numero di vittime attribuito a Shipman rimane ancora oggetto di discussione: gli furono imputati 15 omicidi, ma si sospetta che in verità la cifra possa oscillare fra le 215 e le 345 persone. È plausibile che l’evento che fece avvicinare Shipman all’uso della morfina in ambito medico fu la morte della madre a causa di un tumore ai polmoni: egli rimase affascinato da come tale farmaco potesse affievolire le terribili sofferenze della donna. Più tardi si laureò in medicina e cominciò ad esercitare la professione di dottore.

I sospetti contro di lui si presentarono a seguito della morte di un’anziana donna, il cui testamento, falsificato, attribuiva una grossa somma di denaro al medico. Il corpo fu riesumato e si scoprì che le cause di morte della paziente non furono naturali, bensì da imputare a un’overdose di morfina. A insospettire ulteriormente la comunità fu anche l’ingente numero di pazienti morti sotto le cure di Shipman, e l’elevato numero di cremazioni da lui ordinate. Residui di morfina, che permane nei cadaveri molto a lungo, fu ritrovata anche in altre salme e nel 1998 Shipman fu arrestato con l’accusa di omicidio. Nel 2004 Shipman si è impiccato nella propria cella, senza mai aver ammesso le proprie colpe.

1. Jack lo Squartatore

Senza ombra di dubbio, nell’immaginario collettivo il termine serial killer evoca all’istante il nome di Jack lo Squartatore. Lo sconosciuto di Whitechapel è certamente l’omicida seriale più noto della storia. Gli sono state attribuite 5 vittime ufficiali, tutte donne che lavoravano come prostitute nella zona di azione dell’uomo, ma la cifra potrebbe variare e arrivare anche a 16 donne uccise. Il modus operandi di Jack è tristemente noto, oltre che essere intuibile dall’inquietante appellativo che gli inquirenti all’epoca gli attribuirono, dopo aver ritrovato delle lettere scritte probabilmente dall’assassino e firmate “Jack the ripper”: le donne erano adescate in luoghi bui e appartati, presumibilmente i vicoli dove lavoravano ed erano uccise tramite sgozzamento. I loro corpi erano poi mutilati brutalmente con asportazioni di arti o organi.

La figura di Jack terrorizzò la Londra di epoca vittoriana, al tempo una delle città più popolose ed etnicamente variegata del mondo, e suscitò un clamore mediatico senza precedenti, alimentato anche dalle critiche verso la polizia, che non fu mai in grado di arrestare il serial killer. Teorie passate e contemporanee hanno delineato dei possibili profili per Jack, ipotizzando che egli potesse essere un medico o l’assistente di un medico (l’abilità nella dissezione dei cadaveri suggeriva un’elevata conoscenza del corpo umano) o forse un macellaio; altri invece hanno addirittura immaginato che Jack fosse in realtà una “Jill the ripper”, quindi che si trattasse di una serial killer donna.

È innegabile quanto la figura di Jack lo Squartatore sia diventata celebre nella storia e abbia avuto rielaborazioni e adattamenti in ogni tipologia di media, dai fumetti alle canzoni; eppure è doveroso ricordare che egli, come gli altri quattro individui descritti in questo articolo, furono crudeli e mostruosi assassini, e per tale motivo – oltre che per rispetto delle vittime – la narrazione delle loro azioni dovrebbe essere sempre lucida e distaccata.

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Immagine di copertina: Pixabay

A proposito di Sara Napolitano

Ciao! Sono Sara, studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea Lingue e Culture Comparate presso l'università "L'Orientale" di Napoli. Studio inglese e giapponese (strizzando un po' di più l'occhio all'estremo Est del mondo). Le mie passioni ruotano attorno ad anime, manga, libri, musica, sport, ma anche natura e animali! Da sempre un'irriducibile curiosa.

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