Il buddhismo, diffusosi in Estremo Oriente, ha dato origine a diverse scuole di pensiero, tra cui spiccano quelle del buddhismo Chan e Zen. Sebbene i termini siano spesso usati in modo intercambiabile, rappresentano due fasi distinte di un’unica tradizione. La scuola di meditazione nasce storicamente in Cina sotto la dinastia Tang, quando il buddhismo indiano venne adattato alla cultura locale, per poi diffondersi in Giappone, dove fu fondata la scuola Zen. Analizziamo le loro caratteristiche, differenze e somiglianze.
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Le origini del Buddhismo Chan in Cina
Il termine Chan deriva dal sanscrito dhyāna, che significa “meditazione”. La tradizione fa risalire la sua nascita al V secolo, con l’arrivo in Cina del monaco indiano Bodhidharma, considerato il primo patriarca. Il buddhismo Chan, peculiare della Cina, è caratterizzato dalla ricerca dell’illuminazione (satori) attraverso lo sforzo personale e la pratica meditativa, in particolare la meditazione seduta nota come zazen. Il fondamento filosofico è che ogni essere senziente possiede già la “natura di Buddha”, ma a causa delle contaminazioni della vita ci siamo allontanati da questo stato. Attraverso la pratica, si può riportare la mente alla sua purezza originaria. Il Chan cinese spesso utilizza immagini astratte e simboliche per stimolare una comprensione che trascende il pensiero razionale.
L’evoluzione del Buddhismo Zen in Giappone
Il buddhismo Zen si è sviluppato in Giappone a partire dal XII secolo, importato da monaci che avevano studiato in Cina. “Zen” è semplicemente la pronuncia giapponese del carattere cinese “Chan”. Sebbene derivi dal Chan, lo Zen ha sviluppato caratteristiche proprie, adattandosi al contesto culturale e sociale giapponese, in particolare alla classe dei samurai. Le principali scuole Zen, che sopravvivono ancora oggi, sono la Sōtō e la Rinzai, entrambe nate in questo periodo.
Chan vs Zen: radici comuni e sviluppi diversi | Descrizione |
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Origine e contesto | Chan: nato in Cina (V-VIII sec.), influenzato dal Taoismo e dal pragmatismo cinese. Zen: sviluppato in Giappone (dal XII sec.), adattato alla cultura giapponese e all’etica samurai. |
Metodo di pratica | Entrambi si basano sullo zazen, ma lo Zen giapponese ha sistematizzato la differenza tra l’approccio graduale (Sōtō) e quello basato sui kōan (Rinzai). |
Figure chiave | Chan: Bodhidharma (primo patriarca), Huineng (sesto patriarca). Zen: Eisai (fondatore Rinzai in Giappone), Dōgen (fondatore Sōtō in Giappone). |
Sōtō e Rinzai: le due anime dello Zen
La principale differenza tra il buddhismo Chan generico e lo Zen giapponese risiede nella formalizzazione di due approcci distinti alla pratica:
- Scuola Rinzai: predilige l’utilizzo di kōan (in cinese *gong’an*), ovvero quesiti paradossali o aneddoti enigmatici che il maestro pone al discepolo. Lo scopo del kōan è “cortocircuitare” la mente razionale, portando a un’illuminazione improvvisa e inaspettata.
- Scuola Sōtō: si concentra sulla pratica dello shikantaza, ovvero “semplicemente sedere”. In questa scuola, lo zazen non è un mezzo per raggiungere l’illuminazione, ma è l’illuminazione stessa. La pratica è vista come una manifestazione diretta della propria natura di Buddha.
Questa distinzione, sebbene presente in nuce anche in Cina, è diventata il cardine dello Zen giapponese.
Le similitudini fondamentali
Pur presentando queste differenze, il Buddhismo Chan e Zen condividono lo stesso nucleo: il concetto di distacco dalla vita mondana, inteso come presa di coscienza della natura effimera e interconnessa dell’esistenza. Entrambe le tradizioni sostengono che il nostro attaccamento alla realtà illusoria creata dalla mente sia la fonte della sofferenza. Per questo è necessario rompere i legami con questa illusione e riscoprire la verità originaria, l’illuminazione, che risiede già dentro di noi. Come affermato da importanti associazioni come l’Unione Buddhista Italiana, la pratica è una riscoperta dell’esistente, non la ricerca di qualcosa di esterno.
Fonte immagine in evidenza per l’articolo Buddhismo Chan e Zen: quali sono le differenze?: Freepik
Articolo aggiornato il: 06/09/2025