L’arte vichinga, nota anche come arte norrena, è l’espressione artistica dei popoli norreni, sviluppatasi tra l’VIII e il XII secolo non solo in Scandinavia, ma anche negli insediamenti vichinghi delle isole britanniche e dell’Islanda. Caratterizzata da complessi motivi zoomorfi e intrecci astratti, quest’arte si manifesta principalmente su oggetti di uso quotidiano, armi, gioielli, navi e pietre runiche. La sua evoluzione è tradizionalmente suddivisa in sei stili principali.
Indice dei contenuti
- I 6 stili dell’arte vichinga in sintesi
- 1. Stile di Oseberg / Broa (750 – 875 circa)
- 2. Stile di Borre (850 – 975 circa)
- 3. Stile di Jelling (900 – 975 circa)
- 4. Stile di Mammen (960 – 1020 circa)
- 5. Stile di Ringerike (990 – 1050 circa)
- 6. Stile di Urnes (1040 – 1125 circa)
- Dove ammirare l’arte vichinga: i musei da non perdere
I 6 stili dell’arte vichinga in sintesi
Ecco una tabella riassuntiva per orientarsi tra i diversi periodi stilistici.
Stile | Periodo Approssimativo | Caratteristica Chiave |
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Oseberg / Broa | 750 – 875 | “Animale prensile” con corpi sinuosi e arti intrecciati. |
Borre | 850 – 975 | Intrecci geometrici a nastro (nodo a brezel) e maschere “a muso di gatto”. |
Jelling | 900 – 975 | Animali a forma di “S” con corpi a nastro e teste di profilo. |
Mammen | 960 – 1020 | Animali più massicci (leoni, uccelli) con viticci vegetali. |
Ringerike | 990 – 1050 | Predominanza di motivi vegetali (viticci) che si intrecciano con animali. |
Urnes | 1040 – 1125 | Stile elegante e asimmetrico con animali snelli e serpentiformi. |
1. Stile di Oseberg / Broa (750 – 875 circa)
Questo stile, che segna l’inizio dell’arte vichinga, prende il nome da due importanti ritrovamenti: la Nave di Oseberg in Norvegia e una serie di finimenti per cavalli a Broa, in Svezia. La caratteristica principale è il cosiddetto “animale prensile”: figure di creature fantastiche con corpi sinuosi, zampe allungate e mani che si aggrappano ai bordi della decorazione o ad altre parti del corpo, creando un groviglio dinamico e denso.
2. Stile di Borre (850 – 975 circa)
Lo stile di Borre mostra una chiara influenza dell’arte carolingia, reinterpretata in chiave norrena. Il motivo dominante è l’intreccio a nastro geometrico, che forma nodi chiusi e simmetrici, come le “catene ad anelli” e i “nodi a brezel”. Un’altra figura tipica è la maschera “a muso di gatto”, un volto frontale con grandi occhi rotondi e orecchie appuntite.
3. Stile di Jelling (900 – 975 circa)
Prende il nome da un calice d’argento trovato nella tomba reale di Jelling, in Danimarca. Questo stile è caratterizzato da animali a forma di “S”, con corpi a nastro, teste di profilo con occhi a mandorla e un tipico labbro superiore arricciato. Le figure sono più stilizzate e allungate rispetto agli stili precedenti, creando un effetto più elegante.
4. Stile di Mammen (960 – 1020 circa)
Questo stile segna un’importante evoluzione, spesso associata alla conversione al Cristianesimo della Danimarca sotto il re Aroldo Dente Azzurro. Le figure animali diventano più massicce e realistiche (leoni, grandi uccelli, serpenti) e, per la prima volta, vengono combinate con motivi vegetali come viticci e foglie d’acanto di influenza europea. L’esempio più celebre è la Scure di Mammen, con un grande uccello intrecciato da un lato e una maschera umana dall’altro.
5. Stile di Ringerike (990 – 1050 circa)
Nello stile di Ringerike, l’elemento vegetale diventa dominante. Le composizioni sono dominate da lunghi e sinuosi viticci che si sviluppano da spirali e si intrecciano con figure animali, spesso leoni o serpenti. È uno stile che si ritrova soprattutto sulle pietre runiche, come la Pietra di Vang, e mostra una crescente influenza dell’arte anglosassone e ottoniana.
6. Stile di Urnes (1040 – 1125 circa)
L’ultimo stile dell’arte vichinga è forse il più elegante e raffinato. Prende il nome dai portali lignei della Stavkirke di Urnes, in Norvegia. È caratterizzato da un gioco di linee curve, asimmetriche e fluide. Le figure principali sono animali snelli e serpentiformi, spesso un grande quadrupede e un serpente, che si intrecciano in una lotta armoniosa e continua. Questo stile rappresenta la transizione finale verso l’arte romanica europea. Scopri di più sulla società vichinga e sulle loro armi.
Dove ammirare l’arte vichinga: i musei da non perdere
Per vedere dal vivo i capolavori dell’arte norrena, ci sono alcuni musei imprescindibili, in particolare nelle capitali scandinave.
- Museo di Storia Culturale, Oslo (Norvegia): qui è conservata la straordinaria Nave di Oseberg con le sue intricate sculture in legno, uno dei reperti più importanti al mondo per lo studio dell’arte vichinga.
- Museo Nazionale della Danimarca, Copenaghen: ospita reperti fondamentali come la Scure di Mammen e i tesori provenienti dalle tombe reali di Jelling.
- Museo Storico Svedese, Stoccolma: vanta una delle più grandi collezioni di reperti vichinghi, incluse le celebri pietre runiche illustrate.
Fonte immagine: Di Nationalmuseet – The National Museum of Denmark from Denmark – The Jelling Stone – VIKING exhibition, Uploaded by palnatoke, CC BY-SA 2.0, Wikipedia.