Il calendario rivoluzionario francese può essere complesso da interpretare se non si padroneggiano alcuni elementi necessari alla sua decodifica: ecco perché abbiamo pensato di proporre ai nostri lettori un articolo che possa far chiarezza sulla giusta interpretazione di questo calendario.
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Il calendario rivoluzionario francese: una premessa storica
Il calendario rivoluzionario venne applicato durante il periodo della Rivoluzione francese per commemorare questo epocale evento. Fu uno strumento ideologico potente, pensato per rompere con il passato monarchico e religioso, come documentato da istituzioni come il Musée Carnavalet. Dopo secoli di monarchia assoluta, la nazione capovolgeva il regime per autoproclamarsi Repubblica. Il calendario ha come data di partenza il 22 settembre del 1792 – ossia il giorno seguente alla proclamazione della Repubblica – e come data di fine il 31 dicembre del 1805 (durante il periodo napoleonico), per poi essere nuovamente adottato per pochi giorni durante la Comune di Parigi (nel 1871). Durante il periodo repubblicano, il calendario rivoluzionario fu in uso anche in Belgio e nelle repubbliche sorelle italiane.
La Rivoluzione francese fu una svolta epocale: come tutte le rivoluzioni, realizzava capovolgimenti evidenti in disparati campi, soprattutto in quello sociale, trasformando la secolare monarchia assoluta in una Repubblica fondata su libertà, uguaglianza e fratellanza.
Le cose, come la Storia ci riporta, non andarono esattamente come si sperava: nel 1799 Napoleone Bonaparte tradì gli ideali della rivoluzione. Nonostante ciò, l’aria di rinnovamento aveva lasciato un segno indelebile. Nel 1871, con la Comune di Parigi, un organismo di autogestione socio-politica, il calendario rivoluzionario francese fu rimesso in uso per essere poi abbandonato con la fine della stessa Comune.
Il calendario rivoluzionario francese: giorni, mesi e anni
Entrato in vigore con decreto della Convenzione Nazionale, come attestato dagli Archivi Nazionali Francesi, il calendario rivoluzionario commemora la Rivoluzione. Per questo, il primo giorno dell’anno I è il 22 settembre 1792.
L’anno era suddiviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno, per un totale di 360 giorni. Per allinearsi all’anno solare, alla fine venivano aggiunti 5 o 6 giorni supplementari, detti sanculottidi. Le settimane furono abolite e sostituite dalle decadi: ogni mese era composto da tre cicli di dieci giorni (primidì, duodì, tridì, ecc.). Anche il sistema orario fu decimalizzato: un giorno era diviso in 10 ore, ciascuna di 100 minuti. Un’ora rivoluzionaria corrispondeva a 2 ore e 24 minuti tradizionali.
| Stagione | Nome del mese e origine |
|---|---|
| Autunno | Vendemmiaio (vendemmia), Brumaio (bruma), Frimaio (freddo). |
| Inverno | Nevoso (neve), Piovoso (pioggia), Ventoso (vento). |
| Primavera | Germinale (germinazione), Fiorile (fiori), Pratile (prati). |
| Estate | Messidoro (messi), Termidoro (calore), Fruttidoro (frutti). |
I giorni sanculottidi: le feste della repubblica
Per gli anni non bisestili, la Commissione creò i seguenti giorni di festa nazionale: giorno della virtù, giorno del genio, giorno del lavoro, giorno dell’opinione, giorno delle ricompense. Per gli anni bisestili, fu aggiunto il giorno della rivoluzione (che commemorava il 21 settembre 1792).
Curiosità: quando ho scritto questo articolo era il 14 giugno 2023, quindi nel sistema di calcolo del calendario rivoluzionario francese sarebbe stato il 26 pratile dell’anno CCXXXI; quando è stato pubblicato l’articolo, invece? E voi in che giorno lo state leggendo e che ora segnerebbe il vostro orologio se fosse impostato sul sistema decimale rivoluzionario?
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Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 17/09/2025

