La leggenda dei cavalieri della Tavola Rotonda è una delle più potenti e durature della cultura occidentale. Le avventure di Re Artù e del suo fedele seguito di guerrieri, nate nel cuore del ciclo bretone, hanno gettato le basi per il genere fantasy moderno, ispirando innumerevoli romanzi, film e serie tv.
Ma chi erano veramente questi cavalieri? Qual era il significato della Tavola Rotonda e quali storie si celano dietro i nomi di Lancillotto, Galvano e Perceval? Scopriamo le origini e le vicende che hanno reso immortale il mito di Camelot.
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Le origini: la storia di Re Artù e la spada nella roccia
La storia dei cavalieri è inseparabile da quella del loro re. Secondo la monumentale Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, Artù era il figlio di re Uther Pendragon e di Igraine di Cornovaglia, concepito grazie a un incantesimo del potente mago Merlino.
Alla morte di Uther, la Britannia piombò nel caos. Per designare il nuovo re, Merlino conficcò una spada in una roccia con una profezia: solo il legittimo erede al trono avrebbe potuto estrarla. Molti nobili tentarono senza successo. Fu il giovane Artù, cresciuto all’oscuro delle sue origini, a estrarre la lama senza sforzo, venendo acclamato re.
Dopo aver consolidato il suo regno sconfiggendo i signori ribelli, prese in moglie la regina Ginevra. Fu proprio durante il suo regno che nacque l’ideale di un ordine di cavalieri basato su onore e giustizia. La sua fine, secondo la leggenda, avvenne nella battaglia di Camlann, dove, ferito mortalmente dal nipote traditore Mordred, venne portato sulla mitica isola di Avalon.
La Tavola Rotonda: simbolo di uguaglianza e fraternità
Introdotta per la prima volta dal poeta normanno Wace, la Tavola Rotonda fu costruita nella fortezza di Camelot per riunire i più valorosi guerrieri del regno. La sua forma circolare aveva un significato profondo: tutti i cavalieri seduti erano uguali, nessuno prevaleva sull’altro, nemmeno il re. Questo simbolo di uguaglianza era pensato per prevenire le dispute di prestigio e promuovere un senso di fratellanza.
I cavalieri della Tavola Rotonda erano vincolati a un rigido codice d’onore. Essi dovevano:
- Soccorrere i deboli e le dame in pericolo.
- Non intraprendere battaglie per motivi futili o per guadagno personale.
- Non mentire né ingannare il prossimo.
- Non macchiarsi mai di omicidio.
Questo codice divenne il modello ideale per la cavalleria feudale europea e il cuore pulsante dei romanzi cortesi.
Storia dei cavalieri più famosi della Tavola Rotonda
Il numero dei cavalieri varia da dodici a oltre millecinquecento a seconda delle fonti. Qui ci concentriamo sulle figure più celebri le cui storie hanno definito il mito.
Lancillotto: il più grande cavaliere e il più grande peccatore
Considerato il guerriero più forte e abile di Camelot, Lancillotto è l’archetipo dell’eroe tragico. La sua devozione a Re Artù era seconda solo alla sua passione travolgente per la regina Ginevra. Questo amore proibito, raccontato magistralmente da autori come Chrétien de Troyes, fu la causa della rovina del regno. Quando la loro relazione venne scoperta, la guerra civile che ne seguì distrusse la Tavola Rotonda e portò alla morte di molti eroi.
Galvano: il nipote del re e l’eroe del Cavaliere Verde
Protagonista del celebre poema “Sir Galvano e il Cavaliere Verde”, Galvano (Gawain) è uno dei cavalieri più antichi e complessi. Nipote di Artù, la sua forza era legata al ciclo del sole. Inizialmente ritratto come l’esempio perfetto di cavaliere cortese e umile, in altre storie appare più rude. La sua figura incarna la tensione tra i valori cristiani e le più antiche radici pagane del mito.
Perceval: l’ingenuo cercatore del Sacro Graal
Cresciuto in isolamento nella foresta, Perceval (o Parsifal) giunse alla corte di Artù spinto da un innocente desiderio di avventura. Fu uno dei tre cavalieri che andarono alla ricerca del Sacro Graal. La sua storia è un percorso di formazione: durante la sua prima visita al castello del Re Pescatore, la sua ingenuità gli impedisce di porre la domanda che avrebbe guarito il re e il suo regno. Solo dopo un lungo viaggio spirituale riuscirà a compiere la sua missione.
Bedivere: l’ultimo fedele compagno
Considerato il primo cavaliere a unirsi ad Artù, Sir Bedivere è una figura di lealtà incrollabile. Perse una mano in battaglia ma continuò a servire il suo re fino alla fine. Fu l’unico, insieme ad Artù, a sopravvivere alla battaglia di Camlann. Fu a lui che il re morente affidò il compito di restituire la spada Excalibur alla Dama del Lago.
Tristano e Palamede: amore e rivalità
La storia di Tristano, nipote di Re Marco di Cornovaglia, è una delle più celebri del Medioevo. Il suo amore tragico e inestinguibile per Isotta la Bionda, promessa sposa di suo zio, è diventato l’emblema dell’amore passionale che sfida ogni convenzione. Il suo rivale in amore era Sir Palamede, un cavaliere saraceno che, pur essendo pagano, sedeva alla Tavola Rotonda, dimostrando l’inclusività del regno di Artù.
Yvain: il cavaliere del leone
Figlio della fata Morgana, Yvain è protagonista di un’avventura che lo lega profondamente al mondo della magia e della natura. Dopo aver ucciso un cavaliere guardiano di una fonte magica, ne sposa la vedova, Laudine. A causa di una promessa non mantenuta, viene ripudiato, ma durante il suo esilio salva un leone da un drago. L’animale, in segno di gratitudine, diventa il suo fedele compagno e lo aiuta a compiere imprese eroiche per riconquistare l’amore perduto.
I cavalieri più importanti in sintesi
Questa tabella riassume le figure chiave della Tavola Rotonda per una rapida consultazione.
Cavaliere | Caratteristica principale |
---|---|
Lancillotto | Il più forte dei cavalieri, ma il suo amore per Ginevra porta alla rovina di Camelot. |
Galvano | Nipote di Artù, eroe del poema “Il Cavaliere Verde”, rappresenta il perfetto cavaliere cortese. |
Perceval | L’ingenuo cercatore del Sacro Graal, la sua storia è un percorso di crescita spirituale. |
Bedivere | Amico intimo e fedelissimo di Artù, è l’ultimo a vederlo vivo dopo la battaglia di Camlann. |
Tristano | Protagonista della tragica storia d’amore con Isotta, simbolo dell’amore passionale. |
Mordred | Nipote (o figlio) traditore di Artù, causa la sua morte e la caduta del regno. |
Sulle tracce dei cavalieri: i luoghi della leggenda
Sebbene la storicità di Artù sia dibattuta, il suo mito è legato a luoghi reali in Gran Bretagna, perfetti per un viaggio nell’atmosfera della leggenda.
Tintagel Castle, Cornovaglia | Considerato il luogo di nascita di Re Artù. Le rovine suggestive a picco sul mare sono un luogo di straordinaria bellezza. Indirizzo: Castle Road, Tintagel, Cornwall, PL34 0HE, Regno Unito. Sito ufficiale. |
Glastonbury, Somerset | Identificata con la mitica isola di Avalon, dove Artù fu portato per essere curato. L’Abbazia di Glastonbury ospitava una tomba medievale attribuita ad Artù e Ginevra. Indirizzo: Magdalene St, Glastonbury, Somerset, BA6 9EL, Regno Unito. Sito ufficiale. |
Consiglio dei local: per una vera immersione nel mito, la visita a Tintagel è più suggestiva durante la bassa marea, quando la spiaggia sottostante e la “Grotta di Merlino” sono accessibili. A Glastonbury, la salita sulla collina del Tor offre una vista panoramica che evoca l’antica Avalon.
Domande frequenti (FAQ)
I cavalieri della Tavola Rotonda sono esistiti davvero?
Non ci sono prove storiche definitive dell’esistenza di Re Artù o dei suoi cavalieri come descritti nelle leggende. Molti storici ritengono che Artù possa essere ispirato a un condottiero romano-britannico che combatté contro gli invasori sassoni nel V o VI secolo. I cavalieri e le loro storie sono creazioni letterarie successive, sviluppatesi nel Medioevo.
Quanti erano i cavalieri della Tavola Rotonda?
Il numero varia a seconda delle fonti. Alcune parlano di 12 cavalieri, altre di 24, mentre le versioni più tarde, come quella di Thomas Malory, menzionano fino a 150 seggi attorno alla tavola, incluso uno, il “Seggio Periglioso”, riservato solo al cavaliere destinato a trovare il Graal (Galahad).
Perché la Tavola era rotonda?
La forma circolare simboleggiava l’uguaglianza. Alla Tavola Rotonda non c’era un capotavola, quindi nessun cavaliere, nemmeno il re, poteva rivendicare una posizione di superiorità. Questo promuoveva la fraternità e l’unità dell’ordine.
Immagine di copertina per l’articolo sui Cavalieri della tavola rotonda: pixabay.com