Commedia e tragedia greca e latina: le differenze e le analogie

Autori greci e latini

Camminando a ritroso nella storia, è possibile individuare con grande facilità le analogie tra la cultura greca e quella latina. Senza dubbio, infatti, gli autori latini sono stati influenzati da quelli greci e, quando non ne subivano influenze dirette, spesso se ne distaccavano completamente. Queste somiglianze possono essere categorizzate analizzando principalmente i generi letterari, in particolare la commedia e la tragedia, che permettono di mettere a confronto questi due mondi così ricchi di cultura e di storia.

Contesto storico: un dialogo tra due culture

La cultura greca è emersa e si è sviluppata tra il IX secolo a.C. e l’epoca ellenistica, influenzando profondamente la filosofia, l’arte e la letteratura. Allo stesso modo, la cultura latina ha attecchito nel contesto della civiltà romana, con il suo apice tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C. Questa interazione ha generato un terreno fertile per lo scambio culturale tra i due mondi, contribuendo alla nascita di generi letterari che, sebbene presentassero tratti distintivi, mostravano influenze reciproche molto evidenti.

La commedia: dal modello greco all’adattamento latino

La commedia latina, anche nota come commedia palliata (così chiamata per il *pallium*, il mantello greco indossato dagli attori), ha derivato direttamente dalla commedia nuova greca, che si concentrava su situazioni quotidiane e intrecci amorosi. Tra i suoi massimi esponenti figurano Plauto e Terenzio, due autori con stili molto differenti. Plauto puntava principalmente sul riso immediato e sui colpi di scena per meravigliare lo spettatore, mentre le commedie di Terenzio, più sofisticate, richiedevano una riflessione più profonda. Di conseguenza, le opere di Terenzio non furono subito apprezzate dal pubblico di massa.

Il principale autore di riferimento per i latini fu Menandro, il quale si distaccava dalla commedia antica di Aristofane, che era più politica e satirica. I latini raccolsero numerosi spunti dai greci, come l’uso delle maschere per identificare personaggi fissi (il vecchio, il giovane, il servo scaltro), creando una fusione culturale che arricchì entrambi i repertori. Nella commedia latina, inoltre, ricorre una varietà di personaggi che creano un sistema di relazioni comiche, come il servo scaltro (il servus callidus), vero motore dell’azione.

Commedia greca (Nuova) Commedia latina (Palliata)
Autore di riferimento: Menandro. Autori principali: Plauto e Terenzio.
Obiettivo: Riflessione sui caratteri e sulla società, umorismo psicologico. Obiettivo: Intrattenimento e riso immediato (Plauto), riflessione morale (Terenzio).
Struttura: Trama più lineare e verosimile. Struttura: Intrecci più complessi, spesso basati sull’equivoco e sull’inganno. Introduzione di parti cantate (cantica).
Personaggi: Archetipi delle tensioni sociali e personali, con maggiore approfondimento psicologico. Personaggi: Tipi fissi (maschere) con ruoli ricorrenti, in particolare il servo astuto che domina la scena.

Tragedia: le radici greche nella drammaturgia latina

La tragedia latina, fortemente influenzata da quella greca, è conosciuta come fabula cothurnata (dai cothurni, gli alti calzari degli attori tragici greci). Esisteva anche la fabula praetexta, una tragedia di ambientazione romana, ma ebbe minor fortuna. Sebbene i romani adottassero le strutture narrative greche, adattarono gli argomenti al proprio contesto culturale. Tra i principali autori tragici romani troviamo Livio Andronico, Nevio, Ennio, Pacuvio e Accio, ma le loro opere sono giunte a noi solo in frammenti.

L’unico tragediografo latino di cui possediamo opere complete è Lucio Anneo Seneca. Le sue tragedie, come la Medea o il Thyestes, si ispirano ai grandi modelli greci (Eschilo, Sofocle ed Euripide) ma accentuano gli aspetti più cupi e violenti. Le tragedie romane amavano l’orrido e il macabro, con l’intento di impressionare gli spettatori e colonizzare emotivamente l’anima del pubblico attraverso effetti forti. Mentre la tragedia greca, come documentato da fonti autorevoli come l’Encyclopædia Britannica, si focalizza sull’inevitabilità del destino, quella latina di Seneca esplora le passioni umane più devastanti.

Tragedia greca Tragedia latina
Autori principali: Eschilo, Sofocle, Euripide. Autori principali: Ennio, Pacuvio, Accio (opere frammentarie), Seneca (opere integre).
Temi: Conflitto tra uomo e destino (fatum), rapporto con gli dei, colpa ereditaria. Temi: Esplorazione delle passioni umane estreme (furia, vendetta, brama di potere), tirannia, violenza.
Stile: Elevato e solenne. La violenza avviene quasi sempre fuori scena e viene solo raccontata. Stile: Patetico e macabro. Gusto per l’orrido e il sanguinoso, spesso mostrato direttamente in scena.
Funzione: Educativa, religiosa e civica, parte di una festa collettiva per la polis. Funzione: Più orientata all’intrattenimento, parte dei ludi scaenici; le tragedie di Seneca erano forse destinate più alla lettura che alla rappresentazione.

L’eredità della cultura greca e latina nel mondo moderno

La ricchezza dei legami tra la cultura greca e latina continua a influenzare il pensiero e l’arte moderna. I temi universali trattati nelle opere teatrali di Plauto, Terenzio, Ennio e degli altri autori sono ancora oggi studiati e re-interpretati. La commedia e la tragedia greca e latina sono considerate modelli insuperabili, dove l’equilibrio tra il tragico e il comico continua a stimolare nuova creatività.

In conclusione, sia la commedia che la tragedia greca hanno avuto un impatto profondo sulla drammaturgia latina, dando vita a una sintesi culturale che ha influenzato non solo la letteratura, ma anche le altre forme artistiche dell’epoca. Oggi, questo retaggio continua a vivere e a influenzare le opere contemporanee, permettendo agli artisti e ai pensatori moderni di riflettere su tematiche antiche e universali.

Fonte immagine: Pixabay

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