Figura centrale dell’epica greca e protagonista di innumerevoli tragedie, Agamennone incarna il potere e la complessità del condottiero. Re di Micene, comandante supremo degli Achei nella guerra di Troia, la sua storia è un intreccio di gloria militare, arroganza, faide familiari e un destino segnato dal sangue. La sua vicenda, immortalata da Omero e dai grandi tragici greci, continua a essere un potente monito sulle conseguenze delle azioni umane e sulla fragilità del potere.
Indice dei contenuti
- Le origini di Agamennone: la maledizione degli Atridi
- Agamennone comandante supremo nella guerra di Troia
- Il conflitto con Achille: differenze e punti comuni
- Il tragico ritorno a Micene e l’assassinio
- Clitennestra e Agamennone: una storia di amore e vendetta
- La discendenza di Agamennone: tra vendetta e tragedia
- La maschera di Agamennone: storia di un reperto iconico
- Agamennone nella tragedia di Eschilo
- Domande frequenti su Agamennone
Le origini di Agamennone: la maledizione degli Atridi
Agamennone era un potente sovrano dell’antica Grecia, discendente della casata degli Atridi attraverso suo padre Atreo e suo nonno Pelope. Era il re di Micene e dell’Argolide, nonché fratello maggiore di Menelao, il re di Sparta il cui matrimonio con Elena scatenò la famigerata guerra di Troia. Agamennone stesso sposò Clitennestra, da cui ebbe il figlio Oreste e le figlie Elettra, Ifigenia e Crisotemi. La sua famiglia era segnata da una terribile maledizione, iniziata con il bisnonno Tantalo, che portò a una catena di tradimenti e omicidi generazionali.
Agamennone comandante supremo nella guerra di Troia
Quando Elena fu rapita da Paride, principe troiano, fu Agamennone a guidare la spedizione punitiva dei re e principi achei verso la lontana città di Troia. Prima di salpare dal porto di Aulide, però, la flotta fu bloccata da una bonaccia. L’indovino Calcante rivelò che l’ira della dea Artemide, offesa perché Agamennone aveva ucciso un suo cervo sacro vantandosi di essere un cacciatore migliore di lei, poteva essere placata solo con un terribile sacrificio. Fu così che il re, per il bene della spedizione, immolò sulla sua stessa mano la figlia primogenita Ifigenia. Questo atto segnò l’inizio di una catena di eventi tragici per la sua famiglia.
Durante i dieci anni di assedio, Agamennone si distinse per il suo comando, anche se non sempre per la sua saggezza. In un celebre episodio, il re ebbe un incontro notturno con Priamo, il vecchio sovrano troiano, venuto supplichevole a riscattare il corpo del figlio Ettore ucciso da Achille. In un altro scontro, Agamennone uccise in duello Coo, figlio di Antènore.
Il conflitto con Achille: differenze e punti comuni
Durante l’assedio di Troia, Agamennone entrò in aperto conflitto con Achille, il più valoroso dei suoi guerrieri. Avendo dovuto rinunciare alla sua schiava Criseide, per placare l’ira del dio Apollo, Agamennone pretese come compensazione la schiava Briseide, fino a quel momento assegnata ad Achille. Questo sopruso scatenò l’ira funesta dell’eroe, che si ritirò dalla battaglia, mettendo in grave difficoltà l’intero esercito acheo contro i Troiani. Analizziamo le loro similitudini e le loro differenze.
Punti in comune | Differenze sostanziali |
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Provenienza da famiglie rinomate e di notevole spessore sociale. Entrambi possiedono un carattere forte e determinato e una continua voglia di lottare per l’onore (timé). | Agamennone rappresenta il potere istituzionale, ma è spesso descritto come avido, prepotente e facilmente irascibile. Achille è l’eroe della virtù assoluta (areté), che agisce d’istinto e non concepisce compromessi. |
Tutti e due dimostrano un lato più sensibile. Agamennone piange alla vista del fratello Menelao ferito e riconosce, seppur a fatica, il suo errore con Achille. | L’ira di Agamennone nasce da un’offesa al suo ruolo di comandante. L’ira di Achille nasce da una ferita al suo onore di guerriero. Il primo è il re, il secondo è il campione. |
La differenza principale tra i due eroi è riscontrabile nella narrazione stessa: Achille infatti è onnipresente, il più forte e glorioso di tutti, anche se spesso agisce secondo il proprio istinto, facendosi trasportare dall’ira piuttosto che ragionare. Achille è l’eroe della virtù assoluta, avvalorato dalla gloria assoluta: non può concepire l’esistenza di livelli intermedi di rischio. Per quanto concerne Agamennone, il lettore scoprirà che il personaggio designato da Omero nasconde anche un sentimento di “tenerezza” che lo fa piangere senza timore alla vista del fratello ferito, e che gli fa riconoscere di aver sbagliato con Achille perché accecato dalla rabbia.
Il tragico ritorno a Micene e l’assassinio
Dopo la caduta di Troia, l’atteso ritorno di Agamennone nei suoi domini fu tragico. La sua morte fu un epilogo inscenato da sua moglie Clitennestra e dal suo amante Egisto. Per segnalare il suo arrivo, accese un fuoco sul monte Ida come concordato con la regina. Ma Clitennestra, che nel frattempo aveva preso Egisto come amante, inscenò un’accoglienza solenne solo per tendergli un agguato. Approfittando della sua vulnerabilità durante un bagno ristoratore e ignorando i cupi presagi della profetessa Cassandra, che aveva portato con sé come bottino di guerra, Agamennone fu ucciso. Clitennestra lo immobilizzò con una rete o un pesante mantello per poi colpirlo a morte con una scure o una spada, aiutata da Egisto. Un’orribile fine per il condottiero acheo, ucciso a tradimento da chi avrebbe dovuto amarlo.

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Clitennestra e Agamennone: una storia di amore e vendetta
Clitennestra e Agamennone erano cugini primi, entrambi discendenti della casata degli Atridi. Si sposarono e dal loro matrimonio nacquero Ifigenia, Elettra, Crisotemi e Oreste. Inizialmente devoti l’uno all’altra, il loro rapporto subì una profonda frattura quando Agamennone sacrificò la figlia primogenita Ifigenia agli dei per permettere all’esercito acheo di salpare verso Troia. Questo atto crudele scatenò l’odio e il desiderio di vendetta in Clitennestra, che durante l’assenza prolungata del marito iniziò una relazione adultera con Egisto. Quando Agamennone fece ritorno dopo la vittoria, portando con sé la profetessa Cassandra come concubina, Clitennestra finse di accoglierlo felicemente solo per tendergli un agguato e ucciderlo a tradimento con l’aiuto dell’amante. La loro storia d’amore era così degenerata in un gorgo di tradimenti, vendette e tragedie familiari.
La discendenza di Agamennone: tra vendetta e tragedia
L’eroe ebbe diversi figli dalla moglie Clitennestra: il primogenito Oreste, e le figlie Ifigenia, Elettra e Crisotemi. Ifigenia fu sacrificata dallo stesso padre per ingraziarsi la dea Artemide prima della partenza per Troia. Elettra fu una fervente sostenitrice del fratello Oreste nella sua vendetta contro Clitennestra ed Egisto per l’uccisione del padre. Crisotemi ebbe un ruolo minore nei racconti. Oreste invece divenne il protagonista dell’omonima tragedia, poiché fu lui a compiere la tanto attesa vendetta sulla madre e il suo amante, sebbene poi dovette affrontare le persecuzioni delle Erinni. Secondo alcune versioni del mito, Agamennone ebbe anche altri figli, come Teledamo e Pelope, avuti da Cassandra durante il breve ritorno a casa.
La maschera di Agamennone: storia di un reperto iconico
Uno degli oggetti più famosi legati al re di Micene è la cosiddetta “Maschera di Agamennone”. Si tratta di una maschera funeraria in lamina d’oro scoperta nel 1876 dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann nel sito archeologico di Micene. Schliemann credette di aver trovato il corpo e il volto del leggendario re, esclamando in un celebre telegramma: “Ho guardato in volto Agamennone”.

Studi successivi hanno però datato la maschera intorno al 1550-1500 a.C., circa tre secoli prima della data tradizionalmente associata alla guerra di Troia. Nonostante non sia appartenuta al vero Agamennone, il nome è rimasto e il reperto è diventato un simbolo della civiltà micenea e dell’età eroica greca. Questo straordinario manufatto è oggi uno dei pezzi più importanti del Museo Archeologico Nazionale di Atene.
- Indirizzo: 28is Oktovriou 44, Athina 106 82, Grecia
- Telefono: +30 21 3214 4800
- Prezzo indicativo: Il costo del biglietto può variare, si consiglia di consultare il sito ufficiale.
- Sito web autorevole: www.namuseum.gr
Agamennone nella tragedia di Eschilo
“Agamennone” è una tragedia dell’antico drammaturgo greco Eschilo, che fa parte della celebre trilogia dell’Orestea. Quest’opera teatrale mette in scena il culmine delle vicende familiari degli Atridi, concentrandosi sul ritorno del re a Micene dopo la vittoriosa guerra di Troia. Eschilo dipinge Agamennone come un condottiero eroico ma anche tragico, la cui vita è segnata da scelte fatali e conseguenze inevitabili. Il ritorno di Agamennone è accolto da un’apparente festa, ma si trasforma rapidamente in una tragedia quando viene assassinato per mano di sua moglie Clitennestra e del suo amante Egisto. Il dramma affronta temi come la vendetta, la giustizia divina e la responsabilità familiare, offrendo uno sguardo profondo sulla complessità delle relazioni umane. “Agamennone” rimane una delle opere più influenti e potenti della tragedia greca, riflettendo la maestria di Eschilo nel trattare i dilemmi morali e le passioni umane con una profondità senza tempo.
Domande frequenti su Agamennone
Come morì Agamennone?
Agamennone fu assassinato al suo ritorno da Troia dalla moglie Clitennestra e dal suo amante Egisto. Mentre faceva un bagno per ristorarsi, Clitennestra lo intrappolò con una rete o un mantello e lo colpì a morte con un’arma, vendicando così il sacrificio della figlia Ifigenia e il tradimento con la profetessa Cassandra.
Chi erano i figli e le figlie di Agamennone?
Dalla moglie Clitennestra, Agamennone ebbe quattro figli: il maschio Oreste e tre femmine, Ifigenia, Elettra e Crisotemi. Ifigenia fu sacrificata dal padre prima della partenza per Troia. Oreste ed Elettra divennero poi i protagonisti della vendetta contro la madre.
Perché Agamennone e Achille litigarono?
Il conflitto tra Agamennone e Achille scoppiò durante la guerra di Troia. Agamennone, costretto a restituire la sua schiava Criseide, pretese come compensazione la schiava di Achille, Briseide. Questo atto di prepotenza ferì profondamente l’onore di Achille, che per vendetta si ritirò dalla battaglia, causando gravi perdite all’esercito acheo.
La Maschera di Agamennone è davvero sua?
No, la celebre maschera funeraria d’oro non è appartenuta al re Agamennone. Studi archeologici hanno datato il reperto al 1550-1500 a.C. circa, ovvero tre secoli prima dell’epoca in cui si presume sia vissuto l’eroe omerico. Il nome le fu dato dal suo scopritore, Heinrich Schliemann, convinto di aver trovato il volto del re.
In conclusione, Agamennone rappresenta una figura tragica e complessa dell’epica omerica e del mito greco. Condottiero valoroso ma non esente da arroganza, la sua vicenda e quella della sua famiglia incarnano il ciclo inesorabile di colpa, vendetta e ricerca di una giustizia superiore, temi che hanno attraversato i secoli fino a oggi.
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