Quando si parla di navigazione vichinga ci si sta riferendo al metodo di navigazione usato dai vichinghi noti per le loro incursioni e viaggi d’esplorazione in tutto il mondo, tra il VIII e il XI secolo. Erano abili marinai e navigatori e le loro esplorazioni hanno sicuramente contribuito alla storia della navigazione mondiale.
Le tecniche di navigazione vichinga: tra intuito e conoscenza del cielo e del mare
Ci sono diversi motivi per cui i vichinghi vengono ritenuti come i marinai/navigatori più abili, e questi hanno a che fare non solo con la loro preparazione ma anche grazie alle loro alte capacità d’intuito. Per la navigazione, i vichinghi usavano l’astronavigazione, ovvero una interpretazione rudimentale dell’astronomia.
L’astronavigazione: orientarsi con il sole, la luna e le stelle
Osservavano il sole, la luna, le stelle e le costellazioni per poter determinare sia la loro posizione che direzione; la stella polare era un punto di riferimento fondamentale poiché indica sempre il nord. Si ritiene che utilizzassero anche strumenti come la bussola solare, un disco di legno con un gnomone centrale che proiettava l’ombra del sole, permettendo di determinare la direzione del nord, e l’orizzonte artificiale, un recipiente pieno d’acqua che consentiva di stimare l’altezza degli astri sull’orizzonte.
La conoscenza delle correnti oceaniche e dei punti di riferimento
Studiavano attentamente le correnti oceaniche per navigare attraverso i mari e grazie alla loro profonda conoscenza delle rotte marine erano in grado di sfruttare le correnti a loro vantaggio. Oltre alla navigazione astronomica, i vichinghi si affidavano anche all’osservazione di punti di riferimento costieri, come montagne, isole e promontori, e al volo degli uccelli marini, che potevano indicare la vicinanza della terraferma.
I “libri di navigazione” vichinghi: la trasmissione del sapere nautico
Usavano anche libri di navigazione rudimentali in cui registravano informazioni sulle rotte, viaggi e punti di riferimento; questi libri riguardo la navigazione vichinga venivano poi passati di generazione in generazione ed eventualmente migliorati o arricchiti di nuove informazioni. Si trattava di una sorta di “portolani” ante litteram, che descrivevano le coste, le distanze tra i porti e i pericoli della navigazione.
Le imbarcazioni vichinghe: i drakkar e i knarr
Le imbarcazioni vichinghe, rinomate per la loro robustezza e manovrabilità, erano un elemento chiave del loro successo come navigatori ed esploratori. I drakkar, le celebri navi da guerra lunghe e strette, erano progettati per la velocità e l’agilità, ideali per le incursioni e i combattimenti. I knarr, invece, erano navi più larghe e capienti, utilizzate per il trasporto di merci, bestiame e coloni. Entrambe le tipologie erano costruite con legno di quercia o di pino, secondo la tecnica del fasciame sovrapposto, ed erano dotate di una vela quadrata e di remi.
Le esplorazioni vichinghe: un’espansione senza precedenti nell’Alto Medioevo
Le esplorazioni vichinghe hanno fatto sì che questi popoli venissero conosciuti in tutto il mondo, e sicuramente hanno contribuito non solo alle scoperte geografiche ma anche a una espansione culturale nel mondo soprattutto durante il periodo dell’Alto Medioevo.
Dal Mare del Nord al Mar Baltico: la creazione di città commerciali
Originari della Scandinavia, i vichinghi intraprendevano viaggi principalmente nelle regioni circostanti, soprattutto lungo il mare del Nord e il Mar Baltico, creando una serie di città commerciali importanti tra cui Dublino, York, Londra e Novgorod e Kiev nell’attuale Russia.
L’Islanda e la Groenlandia: la colonizzazione vichinga del Nord Atlantico
Nel IX secolo i vichinghi colonizzarono l’Islanda per un motivo fondamentale: la sovrappopolazione e la competizione per le risorse tra clan nelle terre norvegesi rendeva molto difficile la sopravvivenza della popolazione, la quale decise appunto di stabilirsi in nuove terre. Dall’Islanda, i vichinghi si spinsero ancora più a ovest, raggiungendo la Groenlandia, dove fondarono alcuni insediamenti sotto la guida di Erik il Rosso, verso la fine del X secolo.
Vinland: i vichinghi in America del Nord
Arrivarono anche in America del Nord, verso la fine del X secolo. Nel viaggio successivo, sempre Erik il Rosso, esplorò la costa nordorientale del Nord America chiamando la regione Vinland, probabilmente corrispondente all’attuale Terranova o al Labrador. I suoi viaggi sono la testimonianza non solo dei primi contatti europei col continente americano, anche se tuttavia non c’è prova di insediamenti permanenti, ma anche di quanto la navigazione vichinga si sia spinta oltre. Si ritiene che il figlio di Erik, Leif Erikson, abbia guidato una spedizione successiva a Vinland, dove i vichinghi tentarono di stabilire un insediamento, senza però riuscirci a causa dell’ostilità delle popolazioni indigene.
Le incursioni nel Mediterraneo e i contatti con l’Africa del Nord
I vichinghi si avventurarono anche nel Mediterraneo, compiendo incursioni nella Francia meridionale, Spagna e Italia meridionale: fondarono anche colonie temporanee, come ad esempio la città di Nizza nella Francia meridionale. Ma anche in Africa del Nord, dove intrapresero relazioni commerciali con le civiltà islamiche della regione, scambiando pellicce, ambra e schiavi con merci pregiate come spezie, tessuti e argento.
La navigazione vichinga verso est: i contatti con l’Impero Bizantino e l’Asia
La navigazione vichinga in Asia tuttavia, risulta essere un aspetto meno conosciuto, ma sono comunque presenti evidenze storiche che attestano il loro viaggi in Asia. Intrapresero viaggi nell’Asia Occidentale, sempre per scopi commerciali; ebbero contatti anche con l’Impero Bizantino poiché alcuni vichinghi, noti come Variaghi, intrapresero delle spedizioni nel Mar Nero, giungendo fino a Costantinopoli, dove si arruolarono come mercenari nella guardia imperiale. Eventualmente sono anche entrati in contatto col mondo islamico, il quale ha portato a scambi culturali e commerciali con culture asiatiche attraverso la mediazione del mondo islamico, soprattutto lungo la Via della Seta.
Le saghe vichinghe: fonti preziose per la ricostruzione delle loro rotte
Tutto quello che c’è da sapere sulla navigazione vichinga è stato documentato nelle saghe vichinghe e anche in altre fonti storiche dell’epoca, oltre a scoperte archeologiche. Le saghe, come la Saga di Erik il Rosso e la Saga dei Groenlandesi, forniscono resoconti dettagliati, seppur a volte leggendari, dei viaggi di esplorazione e colonizzazione compiuti dai vichinghi. Per quanto riguarda i loro contatti con l’Asia, le fonti risultano essere piuttosto limitate poiché molti dettagli rimangono oscuri.
L’eredità della navigazione vichinga: un contributo fondamentale alla storia della navigazione
Le esplorazioni e le rotte commerciali vichinghe hanno avuto un impatto duraturo sulla storia europea e mondiale. I vichinghi hanno contribuito alla diffusione di conoscenze geografiche, tecniche di navigazione e innovazioni nella costruzione navale. Hanno favorito gli scambi commerciali e culturali tra diverse regioni del mondo allora conosciuto, e hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo, come abili navigatori, esploratori e guerrieri.
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