Il Simposio Greco: il cuore del mondo arcaico

Il Simposio greco

Il Simposio Greco, ovvero “bere insieme“, è un fenomeno culturale che interessò l’antica Grecia e l’antica Roma. Si trattava di un convivio tenuto in una dimora privata, al quale partecipavano esclusivamente gli uomini, le uniche donne ammesse erano le etere, partner erotiche. Invitare le persone al simposio greco era molto più semplice e informale di quanto si pensi, bastava l’incontro con un amico per strada o per l’agorà. Questo convivio era destinato prettamente ad una élite aristocratica, ed era un momento di formazione ed educazione a cui potevano partecipare anche i giovani aristocratici. Si discuteva di politica, di arte e di poesia, ma allo stesso tempo era un momento denso di sacralità che univa la sfera divina con quella umana; infine, ci si dedicava anche ai piaceri del corpo e al divertimento.

Storia e curiosità sul Simposio Greco: il cuore del mondo arcaico

Le motivazioni del banchetto erano le più disparate: dalla vittoria di una guerra, al trionfo di un atleta o al ritorno di un amico. Il Simposio Greco si teneva in un’ala separata della casa, dove non erano ammessi donne sposate e bambini, e all’arrivo gli invitati venivano accolti da uno schiavo che li accompagnava in una stanza, facendoli adagiare sugli appositi lettini chiamati klinai. La prima parte della serata era dedicata alla cena, ed è solo dopo il termine di quest’ultima che iniziava il simposio, il bere insieme.

Infatti, una volta finita la cena, gli invitati effettuavano un’offerta in vino al dio Dionisio e si cantava in suo onore, successivamente venivano fatte offerte anche ad altri dèi dell’olimpo. Questo fa capire quanto il simposio avesse un’origine religiosa. In seguito, veniva eletto il simposiarca, una figura di grande importanza che si occupava di misurare le quantità di vino, in quanto i Greci non bevevano mai il vino puro, ma sempre miscelato con l’acqua. La motivazione di questa pratica era probabilmente legata all’origine della bevanda, in quanto il vino puro potevano berlo soltanto gli dèi, sugli umani poteva avere un effetto pericoloso, poteva condurre alla pazzia o addirittura alla morte. I partecipanti al simposio greco dovevano, dunque, raggiungere lo stato tra la sobrietà e l’ubriachezza, dovevano essere allegri, ma senza eccedere, perché altrimenti sarebbero stati allontanati. Il cratere con il vino era posizionato al centro della sala simposiale, rappresentando equilibrio e unità, e in quel momento iniziava la parte più importante, il fulcro del simposio greco: la conversazione. I temi della conversazione erano svariati: dalla politica alla poesia, ma anche dialogare di problemi personali o della polis.

Verso la fine del Simposio Greco ci si dedicava ai giochi e allo svago. I giochi erano vari, c’erano l’indovinello e la realizzazione di caricature, ma il gioco più famoso era il kóttabos che consisteva nel lanciare su un bersaglio il vino rimanente nella coppa, dedicando il lancio alla persona amata. Erano presenti anche musicisti, danzatori, attori e mimi con lo scopo di far divertire gli invitati. Una volta terminato il simposio c’era il corteo degli invitati, i quali ubriachi e allegri, uscivano dalla sala per ritirarsi nelle loro abitazioni.

Fonte immagine in evidenza: wikicommons

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