Katsushika Hokusai: storia di un artista eccentrico

Katsushika Hokusai: storia di un artista eccentrico

Artista giapponese, Katsushika Hokusai è conosciuto soprattutto per la vasta produzione di ukiyo-e, tra cui i più importanti sono le Trentasei vedute del Monte Fuji. Conosciuta a livello internazionale, l’opera La grande onda di Kanagawa fa parte proprio della sua vasta serie delle vedute del Monte Fuji. Katsushika Hokusai però, oltre alla grande abilità artistica, aveva anche una spiccata personalità, definita da molti come eccentrica.

Come arriva alla fama Hokusai?

Nato a Edo, all’età di quattro anni viene adottato da una prestigiosa famiglia di artigiani, i Nakajima, fabbricanti di specchi al servizio dello shogunato Tokugawa (1603-1868). Il nome con cui è nato è Tokitarō, nel corso della sua vita utilizzerà vari pseudonimi fino ad arrivare a quello con cui sarà più conosciuto: Katsushika Hokusai. L’anno in cui è nato, il 1760, è identificato sotto l’era Hōreki, purtroppo però la data precisa della sua nascita non si conosce. Inizia presto da bambino a lavorare, prima come aiutante di una biblioteca ambulante e poi come apprendista intagliatore di matrici tipografiche. Le sue esperienze lavorative, nell’ambito commerciale ed artistico fanno sì che in lui nasca la passione per il disegno. Quest’ultima lo portò a compiere una decisione: all’età di diciotto anni scelse di abbandonare il suo lavoro come intagliatore e iniziò a studiare nello studio di un famoso artista di ukiyo-e (genere di stampa artistica giapponese su matrici in legno poi impressa su carta) dell’epoca, Katsukawa Shunshō. Dopo circa 13 anni, nel 1793 muore il suo maestro e Katsushika Hokusai si sente libero di prendere ispirazione per la sua arte anche da pittori occidentali, soprattutto francesi e olandesi. Questo gli causò dei dissidi e dei conflitti con i colleghi della scuola dove aveva studiato, così tagliò ogni rapporto con quest’ultimi, iniziando a girovagare per trovare ispirazione e sentirsi libero di seguire la sua passione. Inizialmente, data la condizione di povertà in cui versava dovette fare anche altri lavori come il venditore di spezie. Gli venne commissionato un grande lavoro ben retribuito, che riaccese in lui la voglia di fare arte. Iniziò così, in un periodo in cui la fama degli ukiyo-e continuava a crescere, la sua produzione di surimono (cartoline illustrate relative a delle festività, come quella di fine anno) di illustrazioni di kyōka ehon (libretti satirici). Pian piano entrò nel mondo artistico giapponese e Katsushika Hokusai decise così di diventare un artista indipendente nel 1798.

Katsushika Hokusai: il successo e l’eccentricità

Fu proprio nel 1798 che decise di adottare lo pseudonimo di Hokusai, una forma abbreviata di Hokushinsaistudio della stella polare”, scelto come segno di buon auspicio per la sua carriera e in onore di una divinità buddhista. Katsushika deriva invece dal nome del quartiere in cui lui risiedeva in quel periodo. La definizione di artista eccentrico (in giapponese kijin) non tardò ad arrivare e fu dovuta ad una sua particolare performance: nel 1804 decise di completare davanti ad una grande folla un dipinto di 350 metri raffigurante un monaco buddhista utilizzando una scopa di canne piena di inchiostro. Continuò con queste sue imprese artistiche mastodontiche al punto di arrivare a diventare un artista dello shogun di Tokugawa Ienari. Questo suo successo però non gli portò un grande guadagno e pian piano i suoi debiti aumentavano, così nella sua vecchiaia fu costretto ad allontanarsi da Edo poiché ricercato da molti creditori. Nonostante tutte le difficoltà, proprio dall’età di settant’anni inizia la sua carriera come “vecchio pazzo per la pittura”, nomignolo affidatogli negli ultimi anni della sua vita per le grandi opere artistiche create. Tra queste, infatti, ci sono la serie delle Trentasei vedute del Monte Fuji e le opere shunga (stampe erotiche), tra cui la più conosciuta Il sogno della moglie del pescatore. Katsushika Hokusai muore nel 1849, all’età di 89 anni anni, non perdendo mai la sua originalità: «Anche se fantasma me ne andrò per diletto sui prati d’estate». (Haiku scritto sul letto di morte da Hokusai, 1849)

Fonte immagine copertina: Wikipedia

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A proposito di Turco Rosa

Studentessa di lingue e culture comparate presso l'Orientale di Napoli, con una grande passione verso la lingua e la cultura giapponese. Maratoneta di serie tv e film di ogni genere, amante dell'arte cinematografica in ogni sua parte. Con esperienza quinquennale nell'ambito della vendita e assistenza telefonica. Il suo sogno nel cassetto è di diventare un traduttrice e giornalista letteraria.

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