Maui, alla scoperta di un personaggio mitologico le cui gesta sono raccontate e tramandate da diverse popolazioni dell’Oceania
Nonostante il loro stile di vita ricordi quello degli uomini del Paleolitico fino all’arrivo degli esploratori europei tra il XVIII e il XIX, le popolazioni della Polinesia possiedono un ricco patrimonio di miti tramandati oralmente. Maui è uno dei numerosi personaggi di questo pantheon, l’eroe popolare e semidivino con le caratteristiche del trickster, ovvero dell’ingannatore mutaforma come il dio Loki della mitologia nordica o Anansi in quella degli Ashanti dell’Africa occidentale, nonché l’autore di diverse imprese paragonabili a quelle di Gilgamesh per le popolazioni mesopotamiche e a quelle di Eracle per i Greci.
Maui, oggigiorno, è associato alla controparte disneyana doppiata (in lingua originale) da Dwayne The Rock Johnson in Oceania e in Oceania 2. Si tratta di un personaggio molto complesso ed interessante, poiché numerose popolazioni, seppur abitando su isole lontane tra loro, si tramandarono per generazioni la sua azione più nota, ossia la divulgazione dei segreti e dell’utilizzo del fuoco.
Il mito di Maui e l’origine del fuoco: una ricerca di mitologia comparata
La ricercatrice e studiosa di cultura polinesiana Martina Bucková dell’Istituto di Studi Orientali dell’Accademia delle scienze di Bratislava, in Slovacchia, analizza queste storie mitologiche nel suo articolo Variation of the Myths concerning the Origin of Fire in Eastern Polynesia sulla rivista Asian and African Studies. Il tema della divinità (o del semidio) che aiuta l’umanità nella scoperta fuoco è presente anche in altre mitologie, per esempio in quella greca.
Il titano Prometeo rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini facendo infuriare Zeus, il quale lo incatenò su una vetta del Caucaso e una gigantesca aquila gli divorava il fegato che ricresceva ogni giorno. La ricerca della Buckovà abbraccia un’area molto estesa partendo dalle Filippine, ove i locali raccontano la storia di un eroe, Lumauig, molto simile alla controparte delle isole dell’Oceania.
La mitologia dei Maori della Nuova Zelanda, la storia di Maui e la scoperta del fuoco
In primis, la studiosa slovacca riporta la versione del mito tramandataci dai Maori della Nuova Zelanda. Maui era il sesto figlio di Ataranga e di Makeatutara, nacque prematuramente e (per questo motivo) fu gettato dalla madre tra le onde dell’oceano. Il neonato fu salvato e cresciuto da suo nonno Tama-nui-ki-te-rangi, cioè il Sole. Una volta divenuto adulto, Maui partì per ritrovare la sua famiglia. Una delle storie del ciclo mitologico del Maui neozelandese è quella in merito al furto del fuoco.
Dopo aver spento i fuochi di un villaggio e aver ricevuto un richiamo dai genitori per la sua bravata, scese nell’oltretomba per chiedere un favore alla sua antenata Mahuika: ovvero donargli del fuoco da portare in superficie. In seguito, la divinità si strappò un’unghia dalla quale fuoriuscirono delle fiamme.
Maui, stupefatto, chiese di rifarlo. Mahuika perse tutte le unghie dando vita ad un’aquila infuocata che avvolse tutto nelle fiamme. Per sfuggire alle fiamme il protagonista del mito chiese aiuto ai suoi antenati divini Tāwhirimātea e Whatitiri-mātakataka, i quali fecero precipitare la pioggia per spegnere l’incendio. Maui nascose le piccole fiamme sopravvissute all’acqua nella corteccia di alcuni alberi. Infatti, secondo la tradizione popolare dei Maori, ci sono alcune tipologie di legno dalle quali nascono facilmente le fiamme per i falò.
A Tahiti esiste una versione alternativa dell’impresa del noto trickster
Successivamente, la ricerca dell’accademica slovacca si sposta sull’Isola di Tahiti nella Polinesia francese. Dal momento che Maui insegnò agli indigeni come accendere un fuoco, costoro lo hanno soprannominato Aoao-ma-ra’i-a. In questa versione del mito Maui si trasformò in una libellula e scese nella Terra del fuoco degli inferi, nota come Avaiki (o Hawaiki), appoggiandosi sulla schiena un piccione dalle piume rosse. Maui incontrò la dea Mau-ika che gli insegnò come ottenere la combustione del legno sfregando due rami. Maui, a causa della sua indole dispettosa, diede vita ad un incendio che bruciò la casa di Mau-ika. Costei, infuriatasi con il suo ospite, lo inseguì fino alla superficie distruggendo le rocce e spargendo lava ovunque come un’eruzione vulcanica.
Il mito hawaiano di Maui e delle folaghe custodi del fuoco vulcanico
Esiste anche una versione del mito tramandata dai nativi delle Isole Hawaii. Questa volta la storia inizia con Hina, la madre di Maui, che desiderava mangiare del pesce. Così, i figli partirono per la pesca e, durante il viaggio sulle canoe, scorsero della lava sui fianchi di un vulcano. Rimasto colpito dallo spettacolo, Maui voleva conoscere i segreti del fuoco, e di conseguenza si recò su un’isola dove vivevano un gruppo di folaghe, uccelli autoctoni di quelle isole del Pacifico, che sapevano ottenere delle fiamme mediante la combustione del legno.
Il trickster ingannò i saggi uccelli avvalendosi di un suo manichino sulla canoe, in modo da approdare sull’isolotto senza alcun problema e prendere in ostaggio il capobranco. La folaga convinse Maui a risparmiarla insegnandogli ad accendere un fuoco. Dopo aver riprovato più volte il processo, una fiamma nacque dal legno che disse al semidio di strofinare anche un’altra cosa per farla accrescere. Allora, l’eroe polinesiano strofinò il legno sulla testa dell’uccello che si bruciò facendogli perdere le piume.
La ricerca della Buckovà si è spinta fino alle Isole Cook
Infine, gli indigeni delle Isole Cook, oggigiorno parte della Nuova Zelanda, raccontano che Maaui (chiamato così in questa versione del mito), figlio di Ru, colui che sosteneva il cielo, e di Puataranga, la custode del sentiero verso il mondo visibile, soleva mangiare soltanto cibo crudo. Quando Puataranga gli portò in dono del cibo cotto originario degli inferi, l’eroe polinesiano chiese di conoscere la provenienza del pasto offertogli. Allora, decise di partire per l’Aldilà per rubare il fuoco. Innanzitutto, raggiunse le porta dell’oltretomba grazie ad un piccione dalle piume rosse fornitogli dal dio Tane. Successivamente, dopo aver aperto il portale, si trasformò in un piccione e volò fino a raggiungere la casa materna. Puataranga disse al figlio di rivolgersi al guardiano del fuoco Maui’ke.
In seguito Maaui si presentò al custode del fuoco chiedendogli di insegnargli il suo segreto. Per ben tre volte l’altra divinità gli consegnò delle fiamme ardenti su un bastone senza svelargli alcun trucco. Al quarto ritorno di Maaui Maui’ke si arrabbiò e decise di affrontare in duello il suo molesto avversario. Quest’ultimo sconfisse Maui’ke che decise di insegnargli come ottenere una combustione pur di soddisfare la richiesta del suo sfidante. Purtroppo, a causa di Maaui, si generò un incendio che trasformò in fiamme l’aldilà e bruciò Maui’ke. In seguito, Maaui tornò sull’isola e trasmise questa conoscenza agli altri.
La ricerca della Buckovà sulle gesta di Maui illustra quante similitudini sulle gesta dei personaggi eroici e sui temi trattati nei racconti folklorici e mitologici esistano fra le culture austronesiane ed tanti popoli che vivono o hanno vissuto in luoghi e tempi lontani tra loro.
Fonte immagine di copertina: immagine generata su Canva dall’IA da Salvatore Iaconis