Mito di Medusa: la storia e le interpretazioni

Mito di Medusa: la storia e le interpretazioni

Che cos’è il mito di Medusa? È una storia, un racconto che rappresenta le vicende delle antiche divinità. Parliamo di simbolismo del mito in grado di trasmettere insegnamenti utili alla comprensione del mondo e dell’essere. 

Le origini di Medusa: la dea-serpente

Nella mitologia greca Medusa era, assieme alle sue due sorelle Steno ed Euriale, figlia di Ceto e Forco, entrambe divinità arcaiche delle forze marine, figli diretti di Gaia, la dea primordiale. Medusa fu menzionata per la prima volta da Omero, poeta greco dell’VIII secolo a.C, che la chiamò “Gorgone” e ne rappresentò la testa sullo scudo di Atena in battaglia, oltre che come Ombra nell’Ade. Le origini però sono riconducibili addirittura all’età del bronzo e quindi ad almeno 6000 anni a.C. come sostiene l’archeologa Marija Gimbutas. Durante i millenni Medusa cambiò gradualmente aspetto e storia fino a giungere al racconto che conosciamo oggi.

Il mito classico

Secondo il mito classico Medusa era mortale a differenza delle sue sorelle ed era originariamente sacerdotessa del tempio di Atena. La sua bellezza era tale che Poseidone, dio del mare, nel vederla fu preso da un tale desiderio che volle possederla e la violentò. Atena, inorridita nel vedere il suo tempio profanato in questo modo, maledì Medusa e trasformò la famosa sacerdotessa in un mostro metà donna e metà serpente con zanne di cinghiale: la sua capigliatura diventò un groviglio di serpi e la sua dolce voce un urlo terrificante. Il suo sguardo era talmente terribile che poteva trasformare in pietra chiunque la guardasse negli occhi. A Perseo, figlio di Danae e Zeus, fu richiesta dal Re Polidette la testa della “Gorgone” come dono di nozze, nella speranza che l’eroe fallisse nell’impresa. Tenendo conto però che Perseo aveva dei fedelissimi alleati tra cui la dea Atena, egli riuscì senza difficoltà a decapitare Medusa. Dal suo collo mozzato nacquero Pegaso, il cavallo bianco alato, e Crisaore, spada d’oro. 

Il mito di Medusa: il veleno nel sangue

Il sangue di Medusa rappresentava un veleno primordiale, motivo per il quale Perseo raccolse due fiale per Atena che la dea in seguito regalò ad Asclepio. Il sangue della vena destra aveva il potere di guarire ogni male e di riportare la vita nei corpi morenti, mentre il sangue della vena sinistra era portatore di morte. Dopo essere riuscito in questa valorosa impresa, Perseo, durante il viaggio di ritorno, incrociò le sorti di Andromeda incatenata ad una roccia per espiare la colpa di sua madre nel vantarsi di essere la più bella delle Nereidi ed avrebbe dovuto essere sacrificata ad un mostro marino. Perseo s’innamorò all’istante della fanciulla e la salvò grazie alla testa di Medusa che aveva mantenuto il potere di pietrificare chiunque la guardasse. Secondo alcune versioni di questo mito il mostro marino non era altro che la madre di Medusa. 

Le varie interpretazioni del mito di Medusa

Questo mito si presta a diverse interpretazioni: misteriose, storiche, antropologiche e psicologiche. Secondo un ingegnere inglese, Stephen Wilkil mito sarebbe una rappresentazione del cielo e del sistema delle costellazioni: Algolstella raffigurante la testa di Medusa nella costellazione di Perseo, aveva anticamente la reputazione di essere una stella malefica in Grecia, Persia e Cina. La sua morte potrebbe rappresentare anche una morte simbolica poiché la stessa Atena non distrusse definitivamente Medusa ma rivestì il suo scudo della sua testa, simbolo di coscienza, che lei porterà sempre con sé in battaglia. Infine possiamo quindi notare che questo racconto rappresenta un processo di trasformazione il cui obiettivo è quello di recuperare il contatto con il proprio io interiore, oscuro, potente e legato ai misteri del mondo antico. 

Medusa e le altre Gorgoni

Le gorgoni sono figure mitologiche della mitologia greca, rappresentate come donne con serpenti al posto dei capelli e il potere di trasformare in pietra chiunque le guardasse negli occhi. Esistevano altre due gorgoni:

Steno: Era la gorgone più conosciuta, anche se non aveva il potere di trasformare in pietra. Era la sorella di Medusa e delle altre gorgoni e era considerata la più bella di tutte. Aveva una bellezza talmente travolgente che spesso era raffigurata con uno specchio, simbolo della sua bellezza riflessa.

Efialte: Era la gorgone più temuta perché aveva il potere di trasformare in pietra chiunque le guardasse negli occhi. Era anche la più forte delle gorgoni e aveva il corpo coperto di serpenti.

Il mito di Medusa nel cinema e nella letteratura 

Nel cinema, il personaggio di Medusa è stato interpretato in diverse pellicole, tra cui il film di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: il Ladro di Fulmini (2010), dove viene interpretata da Uma Thurman, e il film di Clash of the Titans (1981), dove viene interpretata da Laurence Olivier.

In letteratura, il mito di Medusa è stato utilizzato come tema o sfondo in diverse opere, tra cui il poema epico del greco Omero, l’Iliade, in cui viene menzionata come una delle Gorgoni; il poema del greco Esiodo, Le Opere e i Giorni, in cui viene descritta come una figura temuta; e il poema del romano Ovidio, Le Metamorfosi, in cui viene raccontata la storia della sua trasformazione in una gorgone. Interessante anche la rilettura di Clarine Heywood.

Il mito di Medusa è stato anche utilizzato come simbolo nella letteratura e nell’arte contemporanea, nei tatuaggi ad esempio, spesso come rappresentazione della forza e della bellezza femminile, nonché della capacità di trasformazione e rinascita.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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