La natura morta è un genere artistico pittorico dedicato alla rappresentazione di oggetti inanimati. Le composizioni possono includere oggetti naturali come fiori, frutta e ortaggi, e artificiali come libri, strumenti musicali o tavole imbandite. Sebbene presente già in epoca romana e nel Medioevo, è con il Rinascimento che inizia ad affermarsi, per poi trovare la sua massima espressione a partire dal Seicento, soprattutto grazie a Caravaggio e alla pittura fiamminga.
Inizialmente considerato un genere minore rispetto ai soggetti storici o religiosi, la natura morta acquista prestigio proprio per la sua capacità di veicolare complessi significati allegorici.
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I simboli più comuni nella natura morta e il loro significato
La grande forza della natura morta risiede nel suo linguaggio simbolico. Gli oggetti non sono mai casuali, ma veicolano messaggi morali e filosofici, spesso legati ai concetti di Vanitas (la vanità e caducità delle cose terrene) e Memento Mori (“ricordati che devi morire”).
| Oggetto simbolico | Significato allegorico |
|---|---|
| Teschio, clessidra, candela spenta | Memento mori, lo scorrere del tempo e l’inevitabilità della morte. |
| Frutta bacata, fiori appassiti | La caducità della bellezza, la corruzione della materia e la transitorietà della vita. |
| Strumenti musicali, libri, gioielli | Vanitas, la vanità delle arti, della conoscenza e dei piaceri mondani. |
| Bolla di sapone, farfalla | La fragilità e la brevità dell’esistenza umana. |
1. Canestra di frutta di Caravaggio
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La Canestra di frutta è un capolavoro a olio su tela di Caravaggio, realizzato tra il 1597 e il 1600, ed è considerata la prima natura morta autonoma della storia dell’arte italiana. Con quest’opera, il genere si afferma, diventando degno di attenzione. Commissionata dal cardinale Federico Borromeo, oggi è conservata nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. La composizione mostra una cesta di vimini con frutta e foglie, dipinta con una minuziosità straordinaria e un realismo quasi fotografico. Caravaggio non nasconde le imperfezioni: la mela bacata, le foglie accartocciate, l’uva ammaccata. Questa scelta rappresenta il decorso naturale della vita (Memento Mori), un richiamo alla bellezza che sfiorisce e alla corruzione della materia. Il cesto, posto in precario equilibrio sul bordo di un tavolo, sembra quasi sporgere verso lo spettatore, coinvolgendolo direttamente nella scena.
2. Nature morte au crâne di Paul Cézanne
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La Natura morta con teschio di Paul Cézanne rappresenta una profonda meditazione sulla mortalità, tipica del filone della Vanitas. Realizzata tra il 1895 e il 1900, l’opera mostra un teschio, simbolo universale della morte, accostato a frutta e a un drappo. A differenza del realismo di Caravaggio, Cézanne, padre del Post-impressionismo, scompone le forme e usa il colore per costruire i volumi. Il teschio non è solo un monito, ma diventa un oggetto di studio formale, un pretesto per analizzare la struttura, la luce e lo spazio. La composizione riflette i pensieri dell’artista sulla vecchiaia e sulla morte imminente, ma li trasfigura in una potente indagine sulla pittura stessa.
3. Vaso con quindici girasoli di Vincent van Gogh
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Il Vaso con quindici girasoli di Vincent van Gogh è una delle nature morte più celebri al mondo, un’esplosione di colore che simboleggia la vita e l’energia del sole. Dipinta nel 1888 ad Arles, l’opera fa parte di una serie dedicata a questo fiore. Il girasole viene scelto per la sua eliotropia, la sua tendenza a seguire il sole, diventando metafora della ricerca di luce e calore spirituale. I fiori sono rappresentati in ogni fase della loro esistenza, dal bocciolo rigoglioso a quello appassito, alludendo al ciclo della vita. Realizzato con pennellate dense e materiche, il quadro è dominato da infinite variazioni di giallo. Van Gogh dipinse questa serie in attesa dell’arrivo del suo amico Paul Gauguin, e i girasoli erano un simbolo di amicizia e speranza. L’opera è oggi conservata alla National Gallery di Londra.
Fonte immagini: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 21/10/2025

