Natura morta: i 3 quadri più belli

Natura morta: i 3 quadri più belli

La natura morta nella storia dell’arte è un genere artistico pittorico. Essa comprende la rappresentazione di oggetti naturali e artificiali, tra cui fiori, frutta, ortaggi, ma anche libri, strumenti musicali e tavole apparecchiate. Questi soggetti pittorici li troviamo addirittura a partire dall’età romana, nel Medioevo e nel Rinascimento.

Pittore celeberrimo di questo genere è indubbiamente Caravaggio. Ci troviamo nel ‘500 e ancora la natura morta non gode di grande considerazione; anzi, viene vista come un genere minore, popolare, volgare. Al contrario, vengono prediletti quadri con soggetti differenti, quali storici, mitologici o sacri o di alto valore sociale, spesso di grandi dimensioni.
La natura morta cresce di considerazione grazie al giovane Caravaggio. È a partire dal ‘600 che il genere si impone in Olanda e nelle Fiandre.

La peculiarità della natura morta è il suo simbolismo allegorico: ad esempio, una clessidra disposta in mezzo a degli oggetti su una tavola, un fiore reciso, un bruco già pronto ad intaccare la forma perfetta del frutto, una clessidra sono sicuramente richiami al tema della fragilità della bellezza, alla vanità e brevità della vita e delle gioie terrene. 

I 3 quadri più belli della natura morta

1. Canestra di Frutta

Fonte: wikipedia
Fonte: Wikipedia

Il celebre capolavoro di Caravaggio, la Canestra di Frutta, è stato realizzato in olio su tela tra il 1597 e il 1600. Un’opera importantissima per i critici d’arte, perché si tratta della prima natura morta dipinta in Italia. Ed è proprio qui che il genere si afferma, diventando degno dell’attenzione degli artisti più prestigiosi.
Commissionata dal cardinale Borromeo, il quadro si trova oggi nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Rappresenta una cesta di vimini contente una grande quantità di vari frutti e foglie. L’ancora ventitreenne Caravaggio si cimenta nella realizzazione della natura morta con una minuziosità straordinaria, avendo cura di ogni minimo dettaglio: le singole e minuscole venature delle foglie e le imperfezioni che si formano in modo naturale sulla superficie della frutta, senza dimenticare il meraviglioso intreccio delle fibre di vimini. Il cesto è rappresentato più in alto rispetto agli occhi di un potenziale spettatore che, stando alla composizione, dovrebbe trovarsi circa all’altezza del supporto. L’alternanza di frutti freschi e marci rappresenta il decorso naturale della vita umana, che è destinata a concludersi nel nostro mondo, per elevarsi a qualcosa di più alto e spirituale. Il contenitore, così sporgente rispetto al piano di appoggio, sembra quasi che cada da una mensola.

2. Nature Morte Au Crâne

Fonte: wikipedia
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Il secondo dipinto è Nature Morte Au Crâne, di Paul Cézanne, realizzato tra il 1839 e il 1906. Questo dipinto ci fa fare un salto in avanti dal 1890 al 1893, che è il periodo di produzione dell’opera. Questa natura morta è stata composta da Paul Cézanne con colori a olio. Ciò che risalta all’occhio è sicuramente il teschio, che rappresenta i pensieri dell’artista nei suoi ultimi momenti di vita, chiaro riferimento ai pensieri della morte imminente. Oltre a esso, troviamo della frutta e quello che sembra un canovaccio bianco su un tavolo di legno e sullo sfondo delle foglie e dei rami. Il triangolo color ocra in alto a destra è una scelta dell’artista per bilanciare il colore del teschio.

3. Natura morta: vaso con quindici girasoli.

Fonte: wikipedia
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Ultimo e non meno importante esempio di pittura del genere natura morta sono i quindici girasoli del pittore olandese Van Gogh del 1888. Il pittore sceglie come oggetto dei suoi quadri il girasole, ma non è una scelta presa senza criterio. Anzi, il girasole è quel fiore che segue, ed è influenzato nelle sue varie fasi della giornata, dal sole. Sono rappresentati in ciascuna fase della fioritura: dal bocciolo all’appassimento. I fiori sono dipinti velocemente con grandi pennellate e il colore maggiormente usato è il giallo in tre diverse sfumature e una punta di verde. Dipinse questo quadro nell’attesa dell’arrivo di un suo amico, Paul Gauguin. Secondo alcuni critici i girasoli dipinti sono un’allusione simbolica alle fasi della vita, per altri invece rappresentano la gioia di vivere e il sole del sud. Dopo pochi mesi dalla realizzazione, in seguito ad una lite, l’amico Gauguin decise di andarsene e Van Gogh, disperato, compì un atto di autolesionismo, tagliandosi il lobo di un orecchio.

Fonte immagini e fonte copertina: Wikipedia

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