Occhio di Allah: significato, origini e leggende del nazar turco

Occhio di Allah: l'amuleto contro il malocchio

A tutti sarà capitato almeno una volta di notare, sia durante viaggi all’estero che comunemente tra le emoji di Whatsapp, un particolare simbolo tondo blu con un occhio azzurro stilizzato. Questo amuleto è il nazar, meglio conosciuto in Italia come Occhio di Allah.
Nonostante il nome possa richiamare concetti religiosi, si tratta in realtà di un amuleto profondamente radicato in antiche leggende e credenze popolari, in particolar modo della Turchia. Realizzato solitamente in vetro, pasta vitrea o ceramica, la sua funzione principale è quella di respingere il Malocchio, una superstizione secondo cui lo sguardo invidioso ha un potere tale da produrre effetti negativi sulla persona osservata.

Origine e diffusione del nazar

L’origine dell’occhio di Allah è strettamente legata all’antica credenza nel malocchio, le cui radici affondano nell’antica Mesopotamia e sono state documentate da civiltà come Assiri e Fenici, Celti, Romani ed Ebrei, fino ad arrivare ai giorni nostri. Una delle prime menzioni scritte si trova su tavolette in cuneiforme sumero, dove venivano consigliati rimedi contro il malocchio. La superstizione si consolidò con Greci e Romani, i quali credevano che la maledizione fosse uno strumento degli dei per punire coloro che mostravano eccessiva arroganza. Da lì, la credenza si estese a chiunque ricevesse lodi o complimenti, rendendo la persona vulnerabile agli sguardi carichi di invidia.
Per contrastare questa energia negativa, il popolo turco creò il famoso amuleto Nazar, noto anche come malocchio turco. La sua funzione non è quella di portare fortuna, ma è puramente protettiva. L’amuleto agisce come uno scudo che assorbe le energie negative dirette verso la persona o il luogo che protegge, come confermato da numerose tradizioni popolari documentate dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia.

Le leggende sull’occhio di Allah

Come accade per molte credenze popolari, anche l’Occhio di Allah è protagonista di antiche leggende della Turchia. Due racconti in particolare vengono tramandati per spiegare il potere dello sguardo.

La prima leggenda narra di come i Turchi cercassero di spostare una grossa roccia in riva al mare. Neanche la forza combinata di cento uomini riuscì a smuoverla. Fallirono anche i tentativi con la dinamite. In quella cittadina, però, viveva un uomo noto per avere il “nazar”, la capacità di gettare il malocchio. Condotto davanti alla roccia, l’uomo esclamò: «Che grande roccia!». Immediatamente, un forte boato scosse l’aria e la roccia si frantumò sotto gli occhi di tutti, a dimostrazione della potenza del suo sguardo.

La seconda leggenda racconta di una donna che partorì un bambino bellissimo e sano. La sua casa divenne meta di pellegrinaggio per ammirare il piccolo e complimentarsi. Dopo settimane di lodi continue, il bambino si ammalò improvvisamente e senza motivo. Da questo evento nasce la credenza che troppi complimenti, anche se benevoli, possano portare con sé il malocchio.
Per questa ragione, in Turchia è comune vedere l’amuleto appeso a passeggini o spillato sui vestiti dei neonati, affinché l’Occhio di Allah possa vegliare costantemente su di loro.

Perché il colore blu è così importante?

Il caratteristico colore blu dell’amuleto non è casuale, ma affonda le sue radici in antiche credenze. Nelle regioni del Mar Egeo e dell’Anatolia, la maggior parte della popolazione aveva occhi scuri. Le persone con gli occhi chiari, specialmente blu, erano estremamente rare e talvolta viste con sospetto. Si riteneva che il loro sguardo potesse portare sfortuna, involontariamente.
Questa idea potrebbe derivare dal contatto con i popoli del Nord Europa, i quali, avendo una maggiore incidenza di occhi chiari, non condividevano la consuetudine locale di evitare complimenti diretti a bambini e persone care. Sebbene ben intenzionati, i loro apprezzamenti venivano percepiti come portatori di una dose, anche inconsapevole, di invidia. L’amuleto blu fu quindi creato per “esorcizzare” e neutralizzare la presunta sfortuna associata a questo colore di occhi.
Inoltre, si sa, gli occhi sono considerati lo specchio dell’anima, capaci di trasmettere ogni pensiero, positivo o negativo. L’Occhio di Allah funge da specchio a sua volta, riflettendo e allontanando gli sguardi malevoli.

Come si usa l’occhio di Allah e dove posizionarlo

Per beneficiare della sua protezione, l’occhio di Allah va posizionato in modo che sia ben visibile. La tradizione suggerisce di appenderlo nei luoghi che si desidera proteggere dall’invidia e dalle energie negative. I posti più comuni includono: l’ingresso della casa (sopra la porta), l’automobile (appeso allo specchietto retrovisore), l’ufficio o il luogo di lavoro. Può anche essere indossato come gioiello: collane, bracciali e orecchini sono molto diffusi. Secondo la tradizione, l’amuleto non dovrebbe essere acquistato per sé stessi, ma ricevuto in dono da una persona che ci vuole bene. Si crede che un nazar regalato con buone intenzioni abbia un potere protettivo maggiore. Non è necessario “attivarlo” con rituali specifici: il suo potere si manifesta nel momento in cui viene donato e posizionato.

Cosa fare se il nazar si rompe o si crepa

Quando un amuleto nazar si rompe, si crepa o si scheggia, la credenza popolare vuole che abbia compiuto il suo dovere. Questo significa che ha assorbito una forte carica di energia negativa o ha respinto un malocchio particolarmente potente, sacrificandosi per proteggere il suo proprietario. Non bisogna quindi preoccuparsi, ma interpretarlo come un segnale positivo. Un occhio di Allah rotto non va mai riparato o conservato. I frammenti devono essere raccolti e, secondo la tradizione, seppelliti in terra o gettati in acqua corrente (come un fiume) per disperdere definitivamente la negatività assorbita. Successivamente, è necessario sostituirlo con un nuovo amuleto per rinnovare la protezione.

Occhio di Allah, occhio di Horus e mano di Fatima: non sono la stessa cosa

Spesso si genera confusione tra il nazar e altri simboli protettivi dall’aspetto simile. È importante distinguerli, poiché hanno origini e significati diversi. L’occhio di Allah, come descritto, è un amuleto di origine anatolica e turca contro il malocchio. L’Occhio di Horus (o Udyat) proviene invece dall’antico Egitto e rappresenta protezione, regalità e buona salute, come attestato da fonti accademiche quali l’enciclopedia Treccani. La Mano di Fatima (o Hamsa) è un simbolo a forma di mano diffuso nelle culture ebraica e islamica, che protegge dal male e porta pazienza, fortuna e ricchezza.

Simbolo Origine e significato primario
Occhio di Allah (Nazar) Origine anatolica/turca: è un amuleto apotropaico che serve a respingere il malocchio e l’invidia. La sua funzione è puramente protettiva.
Occhio di Horus (Udyat) Origine antico-egizia: simboleggia la regalità divina, la prosperità, la salute e la guarigione. È un simbolo di potere e benessere.
Mano di Fatima (Hamsa) Origine mediorientale/nordafricana: amuleto a forma di mano che protegge dal male, ma è anche un simbolo di fortuna, pazienza e fede.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

Articolo aggiornato il: 02/10/2025

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Alessia Silvestri (2001) studia Coreano e Giapponese presso l'Università di Napoli L'Orientale.

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