Poetae Novi (Neoteroi): chi erano, stile e poeti della rivoluzione letterar

Perché i Poetae Novi venivano chiamati Neoteroi?

Nel primo ventennio del I secolo a.C., dopo la dittatura di Lucio Cornelio Silla, la società romana attraversò un periodo di profondi conflitti. In questa epoca post-sillana si assistette a importanti cambiamenti sociali e di costume. In questo contesto di fermento, emerse a Roma una nuova corrente poetica, i cui esponenti furono definiti con una punta di disprezzo da Cicerone come Poetae Novi o, alla greca, Neoteroi.

Chi erano i Poetae Novi: origine del nome e contesto

Intorno alla metà del I secolo a.C., emerse a Roma questa nuova corrente. Il nome “Poetae Novi”, letteralmente “poeti nuovi”, fu usato per la prima volta da Cicerone per polemizzare con quei poeti suoi contemporanei che si atteggiavano a innovatori della poesia latina. Questi poeti venivano chiamati anche “Neoterici” o “Neoteroi” (dal greco neoteros, che significa più giovane) per sottolineare la loro rottura con la tradizione.

I Poetae Novi erano un gruppo di poeti aristocratici, colti e amici tra loro, che si riunivano in circoli letterari. Il loro modello di riferimento era la poesia ellenistica, in particolare quella di Callimaco, da cui ripresero l’ideale di una poesia breve, raffinata e tecnicamente perfetta.

La rivoluzione poetica dei Neoteroi: temi e stile

I Poetae Novi introdussero nella poesia latina temi più personali e intimi, distaccandosi dalla poesia epica e celebrativa (il negotium, l’impegno politico) che aveva dominato la letteratura romana. Il loro mondo era quello dell’otium, il tempo libero dedicato alla cultura, all’amicizia e ai sentimenti privati.

I principi dello stile neoterico

La loro poetica si basava su principi precisi, derivati dal modello di Callimaco:

  • Brevitas: composizioni brevi e concentrate, in opposizione ai lunghi poemi epici.
  • Labor limae: un’estrema cura formale. La poesia era il frutto di un lavoro di cesello lungo e meticoloso per raggiungere la perfezione stilistica e metrica.
  • Doctrina: la poesia doveva essere erudita, ricca di riferimenti mitologici e letterari, destinata a un pubblico colto in grado di coglierne le sfumature.

L’amore come esperienza totalizzante e il rifiuto della tradizione

In quegli anni cambiava anche il ruolo della donna, che acquistava maggiore libertà e diventava per la prima volta un soggetto poetico centrale. La nuova poesia lirica esaltava i sentimenti del singolo, dove l’amore era sentito come una forza travolgente, una “malattia” alla quale il poeta non poteva ribellarsi.

I Neoteroi trattavano temi come l’amicizia e l’amore con un intento non solenne, quasi giocoso. Catullo stesso definiva questi componimenti come nugae, ovvero “sciocchezze”. L’obiettivo era invitare il pubblico a concentrarsi sulla propria vita interiore.

Un esempio di poesia neoterica: il Carme 5 di Catullo

Testo latino:
“Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis!
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.”

Traduzione italiana:
“Viviamo, mia Lesbia, e amiamoci,
e le chiacchiere dei vecchi troppo severi
consideriamole tutte un soldo bucato!
I soli possono tramontare e tornare:
a noi, quando una volta è tramontata la breve luce,
una sola notte eterna dobbiamo dormire.”

Poesia neoterica vs poesia tradizionale: un confronto

Caratteristica Poesia Neoterica Poesia Tradizionale (es. Ennio)
Modelli Callimaco e la poesia ellenistica Omero e i poemi epici arcaici
Temi Amore, amicizia, vita quotidiana, mito (in forma di epillio) Guerra, gesta eroiche, celebrazione di Roma
Stile Breve, raffinato, erudito (labor limae) Solenne, monumentale, incentrato sul contenuto
Scopo Intrattenimento colto, espressione del sé (otium) Educativo, celebrativo, politico (negotium)

I principali esponenti e la loro eredità

Il principale esponente dei Poetae Novi, e l’unico di cui ci sia pervenuta un’opera completa (il Liber), è Gaio Valerio Catullo. Egli è considerato il caposcuola, colui che ha saputo esprimere con maggiore intensità i temi dell’amore per Lesbia e della sofferenza personale. Altri membri del circolo furono Licinio Calvo, Elvio Cinna e Furio Bibaculo, le cui opere sono andate in gran parte perdute.

La sensibilità neoterica, però, non si esaurì con loro. Poeti della generazione successiva, come gli elegiaci Tibullo e Properzio, sono considerati eredi di questa rivoluzione. L’influenza dei Poetae Novi si estese poi a poeti di età imperiale come Ovidio e Marziale, contribuendo a rinnovare profondamente la poesia latina.

I resti della villa romana nota come “Grotte di Catullo” a Sirmione. (foto: Monica Petricciuolo)

Un luogo da visitare: le Grotte di Catullo a Sirmione

Per un’immersione nel mondo di questi poeti, un luogo di straordinaria suggestione è l’area archeologica della villa romana nota come “Grotte di Catullo“, situata sulla punta della penisola di Sirmione, sul Lago di Garda, luogo amato dal poeta. È il più grandioso esempio di villa residenziale dell’Italia settentrionale.

  • Indirizzo:   Piazzale Orti Manara, 4, 25019 Sirmione BS
  • Telefono per informazioni: 030 916157
  • Sito web ufficiale: grottedicatullo.cultura.gov.it
  • Prezzi: il costo del biglietto può variare. Si consiglia di consultare il sito ufficiale per tariffe aggiornate e orari di apertura. Generalmente, il biglietto intero si aggira intorno agli 8 euro.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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A proposito di Elisabetta Giordano

Sono Elisabetta Giordano, ho 23 anni e vivo a Napoli da 4 anni. Originariamente sono del capoluogo di regione più alto d’Italia, Potenza, in Basilicata. Studio Arabo e Spagnolo presso l’università degli studi di Napoli “L’Orientale” e lavoro presso un bar. Scrivo di qualsiasi cosa da quando sono bambina, diciamo che è una mia passione.

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