Piante portafortuna: 5 da analizzare

Piante portafortuna: 5 da analizzare

La scaramanzia ha, fin dall’antica Roma, accompagnato la società. C’era chi credeva che spazzare via il cibo durante un banchetto portasse sfortuna, o chi si affidava ad oggetti di forma circolare perché pensava fossero legati ai cerchi magici. Ancora oggi si sente un forte legame con il simbolismo nascosto dietro rituali particolari da realizzare nella quotidianità, o ancora dietro veri e propri oggetti che possono scacciare il malocchio o proteggere il proprietario. Tra le varie possibilità di oggetti da collezionare come elemento protettivo non vengono a mancare le piante. Con gli anni e con lo studio sempre più intensivo della botanica, molte culture hanno iniziato a riconoscere le piante per il loro valore simbolico, attribuendogli un ruolo e un utilizzo ben specifici. Oggi, nel particolare, andiamo ad analizzare 5 piante portafortuna.

Piante portafortuna: coltivazione e mantenimento

1. La Pachira

La prima pianta da tenere in considerazione per il suo valore simbolico è senza dubbio la Pachira. È originaria dell’America tropicale centrale e meridionale e appartiene alla classe delle Bombacaceae, insieme ad altri esemplari come il Baobab. È una pianta tendenzialmente esotica che in natura può crescere fino a 15 metri d’altezza, ma può anche essere tenuta in casa dove non supera i 3 metri. Coltivarla e mantenerla non è poi così difficile, l’unico parametro da rispettare – se coltivata in ambiente esterno – è che gli inverni devono essere abbastanza miti poiché essendo una pianta tropicale non si adatta bene al freddo. La Pachira, infatti, tollera perfettamente temperature che oscillano tra i 10° (in inverno) e oltre i 27° (in estate, periodo in cui è bene spostarla all’esterno per farle prendere aria); ha una brevissima resistenza a temperature che si avvicinano agli 0° e lasciarla al gelo comporta la morte di molte delle sue foglie che tenderanno a cadere. Va, inoltre, esposta in zone ben illuminate ma non direttamente alla luce del sole, soprattutto nelle ore più calde, in quanto è soggetta a facili ustioni (processo irreparabile che può portare anche alla morte della pianta stessa). Durante primavera ed estate va annaffiata abbondantemente, in maniera da lasciare il terriccio costantemente umido, ma non bagnato e dunque senza ristagni d’acqua nel vaso o nel sottovaso; mentre d’inverno può essere trattata con maggiore moderazione, l’importante è che ci sia un alto grado di umidità. È bene sistemare dei ciottoli nel sottovaso e riempire quest’ultimo con un filo d’acqua per assicurarsi un adeguata irrigazione.

Ma perché è considerata una delle piante portafortuna? In Estremo Oriente viene anche definita “l’albero porta soldi”. Si credeva, infatti, che le cinque foglie che possiede ogni ramo, potessero essere un buon segno per l’ingresso del denaro in casa, dunque regalare una Pachira a chi si è appena trasferito in un nuovo appartamento è un ottimo auspicio per un buon guadagno!

2. Il Ficus Ginseng

Fa parte della classe dei Bonsai e nel simbolismo indica protezione. In India è, infatti, usuale tenerlo in casa perché garantisce la benevolenza da parte degli dèi e inoltre, si dice che abbia benefici sulla resistenza alla fatica, alla fame e alla sete e che sia un toccasana anche nell’ambito delle prestazioni sessuali. È una pianta molto affascinante grazie alle variegate forme intrecciate che possono assumere le sue radici ed è come avere un vero e proprio albero in miniatura all’interno della casa.

Va tendenzialmente posta a sud, ma reagisce molto bene anche se posta ad est o a ovest, l’importante è che ci sia un tasso di umidità piuttosto elevato, in quanto non si adatta per niente ad ambienti secchi. La temperatura da mantenere, per incentivare la coltivazione di questo genere di pianta, si aggira intorno ai 18 e i 20° e necessita dalle 4 alle 6 ore di luce diretta. È. infatti. consigliabile – soprattutto d’estate – esporla al sole, evitando però le ore più calde; mentre d’inverno è meglio mantenerla distante da condizionatori o termosifoni che potrebbero alterare il tasso di umidità seccando troppo l’aria e spingendola a perdere le foglie. Per quanto riguarda l’irrigazione, va mantenuta umida ed innaffiata solo in caso di secchezza del terreno, va infatti controllato il terreno inserendovi la punta del dito per constatarne la secchezza; le foglie vanno, invece, nebulizzate di tanto in tanto (meglio se con acqua demineralizzata). Attenzione anche ad eventuali attacchi di cocciniglia e parassiti che possono intaccarne il regolare sviluppo!

3. Orchidea

Nella lista delle piante portafortuna non poteva mancare un esemplare elegante e raffinato come l’Orchidea, considerata – nei paesi orientali e fin dall’antichità – una pianta legata all’amore. È credenza comune, infatti, legarla alla produzione di elisir d’amore ma anche di eterna giovinezza. Viene anche considerata sinonimo di perfezione, grazie alla simmetria dei petali dei suoi coloratissimi fiori e, se quest’ultimi sono bianchi, sono sinonimo di purezza. Può anche essere considerata un ottimo auspicio nell’ambito lavorativo e dunque un regalo per chi ha appena cambiato occupazione!

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Ma come mantenerla? Anche qui, come per le precedenti, valgono le stesse regole relative alla temperatura e all’umidità: essendo una pianta tropicale necessita di temperature miti e tendenti al caldo e soprattutto di un buon tasso di acquosità. Sono, quindi, da evitare zone non illuminate e troppo fredde della casa, così come caloriferi o getti d’aria. Per quanto riguarda la luce, devono essere esposte ad una luce intensa ma non troppo diretta (è ideale ad esempio una finestra coperta da una tenda). Le stesse regole valgono per l’acqua, se si percepisce il terreno ancora umido è bene attendere un paio di giorni prima di innaffiarla; al contrario, un’immersione a bagnomaria e la nebulizzazione delle foglie sono le tecniche più adatte per prendersi cura di questa meravigliosa pianta.

4. Tronchetto della Felicità

Conosciuto anche con il nome di “Yucca”, è possibile comprendere il suo valore simbolico già a partire dal nome: si dice che porti felicità al destinatario di questo regalo o a chi decide di acquistarla e, soprattutto che dia più salute all’aria della casa, grazie alla sua capacità di assorbire l’anidride carbonica e le particelle nocive, rilasciando ossigeno pulito. Inoltre, recenti studi, hanno dimostrato che è in grado di ridurre i livelli di stress e di ansia.

È perfetta da tenere in casa, in quanto si classifica tra le “piante da appartamento” e può essere facilmente gestita anche da chi non è provvisto di un particolare pollice verde. Prevede un tipo di cura molto simile a quello della Pachira con temperature che oscillano tra i 10 e i 26° e un alto tasso di umidità. Assolutamente da evitare sono gli sbalzi di temperatura, quindi è bene tenerla riparata da correnti d’aria improvvise. Per ciò che riguarda le quantità d’acqua devono essere abbondanti in estate (ma non troppo, non deve infatti crearsi ristagno, pena la decomposizione delle radici); mentre in inverno ci si può mantenere sull’irrigare la pianta una o due volte a settimana in base ai tassi di umidità della casa. È fondamentale, una volta ogni due anni, procedere con un rinvaso in contenitori più grandi per evitare eventuali asfissie.

5. Felce

Per concludere questa lista sulle piante portafortuna andiamo a vedere il tipo di coltivazione e di mantenimento della Felce. Anzitutto è una pianta simbolica per l’arrivo della primavera, le sue foglie infatti germogliano con l’arrivo del primo caldo e arrivano al culmine della loro bellezza in concomitanza dell’intensa stagione estiva. È considerata una pianta preistorica, in quanto ci sono moltissimi fossili che ne attestano l’esistenza nei periodi più antichi della formazione del globo e, inoltre, veniva utilizzata come pianta medica e rituale. Credenze molto lontane nel tempo le attestano un valore legato ai concetti di ricchezza e fertilità e come amuleto per tenere distanti le energie negative (proprio per questo è bene regalarne i semi).

A differenza delle quattro piante portafortuna elencate sopra, la Felce, è un esemplare che non sopporta il calore e la luce diretta, va quindi collocata nelle zone più ombreggiate della casa, ma comunque a debita distanza da fonti di afa artificiale. Apprezza moltissimo il buio. Per quanto riguarda l’annaffiatura, va tenuta ben umida e dunque irrigata regolarmente. È fondamentale mantenere nel sottovaso qualche millimetro d’acqua per ricreare al meglio il suo habitat naturale. Per concludere, è fondamentale utilizzare dei fertilizzanti naturali per piante da interni ogni 15 giorni da marzo ad agosto (periodi di sviluppo maggiori della pianta), in modo tale da assicurarsi uno stato di salute maggiore. Le foglie secche vanno eliminate regolarmente.

 

Fonte immagine: Pixabay

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