La poesia greca antica ci ha lasciato versi immortali che, nonostante i millenni, continuano a parlare di temi universali come l’amore, la politica e la caducità della vita. La lirica greca, nata per essere cantata con l’accompagnamento della lira (λύρα), era una forma d’arte pubblica, strettamente legata ai momenti della vita sociale come simposi, feste e cerimonie religiose. Anche se gran parte di questa produzione è giunta a noi solo in frammenti, la sua potenza espressiva rimane intatta. Scopriamo insieme alcune delle poesie in greco più belle e significative.
Indice dei contenuti
I poeti greci più famosi in sintesi
| Poeta | Stile e tema principale |
|---|---|
| Saffo | Lirica monodica eolica. L’amore, la passione e la bellezza nel contesto del tiaso femminile. |
| Alceo | Lirica monodica eolica. La lotta politica, la guerra, il vino e il simposio. |
| Anacreonte | Lirica monodica ionica. L’amore leggero e fugace, il vino e i piaceri del simposio. |
| Solone | Elegia attica. Riflessione politica, morale ed esortativa sulla giustizia e il destino. |
| Leonida | Epigramma ellenistico. La vita degli umili, la vanità delle cose umane e la morte. |
| Meleagro | Epigramma ellenistico. Il pathos dell’amore infelice e il compianto per la persona amata. |
| Filodemo | Epigramma epicureo. L’amore come contemplazione ironica e distaccata della bellezza. |
Le poesie in greco più belle di sempre
1. Saffo: Ode ad Afrodite
Saffo di Lesbo (VII-VI sec. a.C.) è la più celebre poetessa del mondo antico. La sua poesia, incentrata sulle dinamiche del tiaso (un’associazione femminile da lei guidata), esplora l’amore, la gelosia e la bellezza. L’Ode ad Afrodite è l’unico suo componimento giunto a noi completo. È una preghiera accorata alla dea dell’amore, invocata come alleata per conquistare una fanciulla amata.
| ποικιλόθρον’ ἀθανάτ’ Ἀφρόδιτα, παῖ Δίος δολόπλοκε, λίσσομαί σε, μή μ’ ἄσαισι μηδ’ ὀνίαισι δάμνα, πότνια, θῦμον, ἀλλὰ τυίδ’ ἔλθ’, αἴ ποτα κἀτέρωτα τὰς ἔμας αὔδως ἀίοισα πήλοι ἔκλυες, πάτρος δὲ δόμον λίποισα χρύσιον ἦλθες ἄρμ’ ὐπασδεύξαισα· κάλοι δέ σ’ ἆγον ὤκεες στροῦθοι περὶ γᾶς μελαίνας πύκνα δίννεντες πτέρ’ ἀπ’ ὠράνωἴθε- ρος διὰ μέσσω· αἶψα δ’ ἐξίκοντο· σὺ δ’, ὦ μάκαιρα, μειδιαίσαισ’ ἀθανάτῳ προσώπῳ ἤρε’ ὄττι δηὖτε πέπονθα κὤττι δηὖτε κάλημμι κὤττι μοι μάλιστα θέλω γένεσθαι μαινόλᾳ θύμῳ· τίνα δηὖτε πείθω ἄψ σ’ ἄγην ἐς σὰν φιλότατα; τίς σ’, ὦ Ψάπφ’, ἀδικήει; καὶ γὰρ αἰ φεύγει, ταχέως διώξει, αἰ δὲ δῶρα μὴ δέκετ’, ἀλλὰ δώσει, αἰ δὲ μὴ φίλει, ταχέως φιλήσει κωὐκ ἐθέλοισα. ἔλθε μοι καὶ νῦν, χαλέπαν δὲ λῦσον ἐκ μερίμναν, ὄσσα δέ μοι τέλεσσαι θῦμος ἰμέρρει, τέλεσον, σὺ δ’ αὔτα σύμμαχος ἔσσο. |
Afrodite immortale dal trono variopinto, figlia di Zeus, tessitrice di inganni, ti supplico: non tormentare con affanni e angosce, o signora, il mio cuore, ma vieni qui, se mai un’altra volta, udendo la mia voce da lontano, mi hai ascoltato, e lasciando la casa d’oro del padre sei venuta, aggiogato il carro: e belli ti guidavano veloci passeri sulla terra nera, fitte agitando le ali dal cielo attraverso l’etere. E subito giunsero; e tu, o beata, sorridendo nel tuo volto immortale chiedesti cosa di nuovo soffrivo e perché di nuovo ti chiamavo e cosa più di tutto volevo che accadesse al mio animo folle: «Chi di nuovo devo persuadere a condurre al tuo amore? Chi, o Saffo, ti fa torto? Perché se fugge, presto inseguirà, se non accetta doni, anzi ne offrirà, e se non ama, presto amerà, anche contro la sua volontà». Vieni a me anche ora, e liberami dai crudeli affanni, e tutto ciò che il mio cuore brama che si compia, compilo tu: e tu stessa sii mia alleata. |
2. Alceo: La nave dello stato
Contemporaneo e concittadino di Saffo, Alceo fu un poeta aristocratico profondamente coinvolto nelle lotte politiche di Mitilene. La sua poesia è virile e legata ai temi della guerra, della politica e del simposio. In questo celebre frammento, la nave in balia della tempesta diventa una potente allegoria della città sconvolta dalla guerra civile.
| Ἀσυννέτημμι τῶν ἀνέμων στάσιν, τὸ μὲν γὰρ ἔνθεν κῦμα κυλίνδεται, τὸ δ’ ἔνθεν, ἄμμες δ’ ὂν τὸ μέσσον νᾶι φορήμμεθα σὺν μελαίναι, χείμωνι μόχθεντες μεγάλῳ μάλα· πὲρ μὲν γὰρ ἄντλος ἰστοπέδαν ἔχει, λαῖφος δὲ πὰν ζάδηλον ἤδη, καὶ λακίδες μεγάλαι κατ’ αὖτο, χόλαισι δ’ ἄγκυραι… |
Non capisco la lotta dei venti, da una parte rotola l’onda, dall’altra, e noi in mezzo siamo trasportati con la nave nera, sfiniti dalla grande tempesta. L’acqua della sentina copre già la base dell’albero, la vela è tutta trasparente, e grandi squarci la attraversano, le ancore si allentano… |
3. Anacreonte: Eros pugilatore
Anacreonte di Teo (VI sec. a.C.) è il poeta dell’amore leggero e dei piaceri raffinati del simposio. Il suo Eros non è la forza sconvolgente di Saffo, ma un fanciullo dispettoso e imprevedibile. In questo frammento, il dio dell’amore è un pugile che sfida il poeta, ormai anziano, a un gioco amoroso con una giovane fanciulla di Lesbo, nota per la sua sensualità.
| σφαίρῃ δηὖτέ με πορφυρῇ βάλλων χρυσοκόμης Ἔρως νῆνι ποικιλοσαμβάλῳ συμπαίζειν προκαλεῖται· ἡ δ’, ἐστὶν γὰρ ἀπ’ εὐκτίτου Λέσβου, τὴν μὲν ἐμὴν κόμην, λευκὴ γάρ, καταμέμφεται, πρὸς δ’ ἄλλην τινὰ χάσκει. |
Di nuovo con una palla purpurea colpendomi, Eros dalle chiome d’oro con una fanciulla dai sandali variopinti mi sfida a giocare; ma lei, poiché viene dalla ben costruita Lesbo, i miei capelli – bianchi infatti sono – disprezza, e verso un’altra sta a bocca aperta. |
4. Solone: Elegia alle Muse
Primo grande poeta e legislatore di Atene, Solone (VII-VI sec. a.C.) usò la poesia come strumento di riflessione politica e morale. La sua Elegia alle Muse non è un canto d’amore, ma una preghiera per ottenere prosperità e buona fama, fondate sulla giustizia (dike). Solone delinea un ideale di vita equilibrato, ammonendo che la ricchezza ottenuta con ingiustizia porta alla rovina (ate), perché Zeus sorveglia ogni cosa e la sua punizione, anche se tarda, è inevitabile.
| Μνημοσύνης καὶ Ζηνὸς Ὀλυμπίου ἀγλαὰ τέκνα, Μοῦσαι Πιερίδες, κλῦτέ μοι εὐχομένῳ· ὄλβον μοι πρὸς θεῶν μακάρων δότε καὶ πρὸς ἁπάντων ἀνθρώπων αἰεὶ δόξαν ἔχειν ἀγαθήν· εἶναι δὲ γλυκὺν ὧδε φίλοις, ἐχθροῖσι δὲ πικρόν, τοῖσι μὲν αἰδοῖον, τοῖσι δὲ δεινὸν ἰδεῖν. Χρήματα δ’ ἱμείρω μὲν ἔχειν, ἀδίκως δὲ πεπᾶσθαι οὐκ ἐθέλω· πάντως ὕστερον ἦλθε Δίκη. |
Splendide figlie di Mnemosine e di Zeus Olimpio, Muse Pieridi, ascoltate la mia preghiera: concedetemi prosperità dagli dei beati e da tutti gli uomini di avere sempre buona fama; e di essere così dolce per gli amici, e amaro per i nemici, per gli uni degno di rispetto, per gli altri terribile a vedersi. I beni desidero averli, ma ottenerli ingiustamente non voglio: assolutamente, prima o poi, arriva la Giustizia. |
5. Leonida: Il tempo infinito
Con Leonida di Taranto (III sec. a.C.) entriamo nel mondo dell’epigramma ellenistico, una poesia breve e raffinata destinata alla lettura. I suoi versi, spesso dedicati a persone umili, riflettono una visione cinica della vita. Questo componimento è una potente meditazione sulla vanità dell’esistenza umana, un memento mori che confronta l’infinità del tempo prima della nascita e dopo la morte con la brevità insignificante della vita.
| Μυρίος ἦν, ὤνθρωπε, χρόνος πρὸ τοῦ, ἄχρι πρὸς ἠῶ ἦλθες, χὠ λοιπὸς μυρίος εἰς Ἀίδην. τίς μοῖρα ζωῆς ὑπολείπεται, ἢ ὅσον ὅσσον στιγμὴ καὶ στιγμῆς εἴ τι χαμηλότερον; |
Infinito era il tempo, o uomo, prima che tu venissi alla luce, e infinito il resto verso l’Ade. Quale parte di vita ti rimane, se non quanto un punto, e se esiste, qualcosa di più piccolo di un punto? |
6. Meleagro: Compianto per Eliodora
A Meleagro di Gadara (I sec. a.C.) dobbiamo la prima grande antologia di epigrammi, la Ghirlanda. Le sue poesie esplorano il pathos dell’amore infelice. Questo epigramma, uno dei più famosi dell’Antologia Palatina, è un commovente lamento per la morte dell’amata Eliodora, dove amore (Eros) e morte (Thanatos) si intrecciano in una preghiera finale alla Terra, perché accolga con dolcezza il suo corpo.
| Δάκρυά σοι καὶ νέρθε διὰ χθονός, Ἡλιοδώρα, δωροῦμαι, στοργᾶς λείψανον, εἰς Ἀΐδαν, δάκρυα δυσδάκρυτα· πολυκλαύτῳ δ’ ἐπὶ τύμβῳ σπένδω μνᾶμα πόθων, μνᾶμα φιλοφροσύνας. […] Ἀλλά σε γουνοῦμαι, Γᾶ παντρόφε, τὰν πανόδυρτον ἠρέμα σοῖς κόλποις, μᾶτερ, ἐναγκάλισαι. |
Lacrime a te, anche sotto terra, o Eliodora, offro in dono, ultimo resto d’affetto, fin nell’Ade, lacrime disperate; e sulla tua tomba molto pianta libo un ricordo di desideri, un ricordo d’amore. […] Ma ti supplico, Terra che tutto nutri, lei che tutti piangono delicatamente nei tuoi grembi, o madre, stringi. |
7. Filodemo: La giovane arpista
Filodemo di Gadara (I sec. a.C.) fu un filosofo epicureo e poeta. Il suo amore è un’esperienza della ragione più che dei sensi, un’osservazione distaccata e ironica della bellezza, in linea con la ricerca epicurea dell’imperturbabilità (atarassia). In questo epigramma, la contemplazione della giovane e seducente arpista Xanto si scontra con la fredda consapevolezza della morte, rappresentata dal “letto di pietra” che attende il poeta.
| Ξανθὼ κηρόπλαστε, μυρόχροε, μουσοπρόσωπε, εὔλαλε, διπτερύγων καλὸν ἄγαλμα Πόθων, ψῆλόν μοι χερσὶ δροσιναῖς μύρον· ἐν μονοκλίνῳ δεῖ με λιθοδμήτῳ δή ποτε πετριδίῳ εὕδειν ἀθανάτως πουλὺν χρόνον. |
O Xanto, modellata nella cera, dalla pelle di mirra, dal volto di Musa, dalla bella voce, splendida statua dei Desideri alati, suonami ancora con le tue mani fresche; in un letto solitario di pietra, un giorno, in un giaciglio roccioso, dovrò dormire un sonno immortale per lungo tempo. |
Questi componimenti sono solo un assaggio di un universo letterario vastissimo. Per chi volesse approfondire, la Bibliotheca Augustana offre un’ampia raccolta di testi greci in lingua originale.
Articolo aggiornato il: 17/10/2025

