Tribunale della Inquisizione: nascita e storia della pratica

Innumerevoli storie ruotano intorno al tribunale dell’Inquisizione, non tutte -anzi quasi nessuna- considerate positive. In particolare, per le leggende che hanno alimentato questa parte oscura della nostra storia.

Oscura, in quanto, da semplice metodo per combattere l’eresia, l’Inquisizione diventa, col tempo, uno strumento di persecuzione ai danni di coloro che non condividevano l’ortodossia cattolica.

Il tribunale dell’Inquisizione nasce ufficialmente nel 1184, quando papa Lucio III, durante un’assemblea svoltasi a Verona, presenta il problema dei catari all’attenzione dell’Imperatore, convenendo l’attuazione di una decisione drastica: la creazione di un tribunale a cui fosse affidato il compito di ricercare e reprimere gli eretici.  Essenzialmente, il tribunale dell’Inquisizione si sviluppava, quindi, con lo scopo unico di reprimere i catari, i quali stavano diffondendo la loro dottrina presso i predicatori cattolici.

Inizialmente il compito di giudicare i delitti degli eretici era affidato a un vescovo, opportunamente affiancato da un legato e un esperto teologo, scelto personalmente dal papa. Tuttavia, questo primo tentativo fallisce miseramente, in quanto gli eretici non mancavano di mettere in pratica vendette e agguati nei confronti dei vescovi incaricati di perseguitarli. Motivo per cui, in seguito, il testimone viene passato a due ordini monastici: Domenicani e Francescani. Dando così origine alla cosiddetta “Inquisizione monastica” e alla decimazione dei catari sul territorio nazionale.

Quest’ultima, tuttavia, era lontana dall’alone crudele e spietato che aleggia oggi intorno all’istituzione inquisitoria e che, invece, si adatta particolarmente all’immagine dell’Inquisizione spagnola e di quella romana, in seguito.

In Spagna, il metodo inquisitorio raggiunge il suo apice nel 1482, quando ormai non era più sotto il controllo dell’autorità cattolica. Il re Ferdinando, infatti, aveva attuato questo cambiamento sulla base del fatto che il numero degli eretici era aumentato da quando il compito era stato affidato nelle mani del Papa. Pertanto, aveva stabilito la necessità di un drastico cambiamento.

L’Inquisizione spagnola è considerata la più crudele e spietata nella storia delle repressioni ai danni degli eretici, in quanto non si limitava a giudicare solo coloro che non perseguivano l’ortodossia cattolica, ma anche omosessuali, luterani e persino donne accusate di stregoneria. Si stima che almeno 20.000-30.000 donne siano state processate e giustiziate per presunti “patti col diavolo”.

Tuttavia, come si svolgeva un processo del Tribunale dell’Inquisizione?

Lontano dalle credenze popolari che hanno alimentato la storia dell’Inquisizione, i processi non si articolavano all’insegna della tortura e del terrore. Persino la condanna al rogo non era sempre considerata come la soluzione migliore per depennare l’eresia. Ma procediamo per fasi.

In seguito a maldicenze o testimonianze, l’eretico veniva solitamente convocato di fronte al tribunale per rispondere delle accuse. In caso di mancata presenza di fronte alla commissione giudicante, l’imputato veniva automaticamente condannato colpevole. In caso contrario, invece, l’eretico aveva diritto a un difensore che, informato delle accuse mosse all’imputato, poteva aiutarlo a dimostrare la sua innocenza. La tortura, solitamente non veniva applicata per casi di eresia, ma per crimini più gravi, in quanto i vescovi non credevano nella sua efficacia: erano dell’opinione che qualsiasi uomo avrebbe confessato anche i crimini più nefandi per far cessare il dolore. In ogni caso, aveva la durata di circa trenta minuti e non prevedeva l’uso di maniere eccessivamente violente e/o crudeli. Come pena massima per l’imputato, nel caso di verdetto negativo, era previsto il rogo; al contrario, se quest’ultimo dichiarava la sua colpevolezza, aveva diritto a un anno di riabilitazione entro il quale avrebbe potuto restaurare i rapporti con la chiesa.

Nonostante ciò, anche se le pene erano molto dure, non sempre venivano applicate in maniera completa. Frequenti erano, tuttavia, gli errori di sentenza che causavano la condanna a morte di molti innocenti.

 

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