Animali drogati, analisi di un fenomeno incredibile

Animali drogati

Quando si sente parlare di animali drogati si fa principalmente riferimento ad alcuni animali marini, i quali sono noti per ricercare sostanze che hanno effetti stimolanti o rilassanti che potremmo paragonare, in un certo senso, all’uso di droghe. Numerosi biologi marini hanno da sempre tenuto sotto controllo i delfini, i quali risultano essere tra gli animali più simili all’uomo sia caratterialmente che intellettualmente: essi riescono a provare gelosia per la propria partner o il proprio partner, provano empatia e sono inclini agli scherzi. Quando pensiamo ai delfini non solo facciamo fede ad un immaginario in cui è collocato un maestoso animale marino, ma andiamo a conoscere anche una tendenza viziosa del mammifero stesso, come quella di sballarsi attraverso delle droghe.

Ma come si sballano i delfini?

Una nota serie tv intitolata Dolphins: Spy in the Pod ci mostra come i delfini amino giocare ed aspirare l’aria emanata dai pesci palla, i cosiddetti pufferfish i quali, venendo stimolati ripetutamente, emanano delle tossine nell’acqua come meccanismo di difesa che vengono respirate dai delfini creando, quindi, un effetto stupefacente e ricreativo per l’animale stesso.

Naturalmente queste tossine emanate in piccole quantità dal pesce palla non sono dannose o mortali per i delfini, ma danno il via ad un effetto narcotico nella norma per i mammiferi stessi. Il delfino, secondo gli esperti, intentando questo gioco narcotico anche con più delfini, prova una sensazione di benessere dettata anche dall’atteggiamento successivo all’inalazione della tossina: il tutto inizia provocando la fuoriuscita di questo gas narcotico spostando ripetutamente il pesce palla con il proprio muso, dopodiché, inalata la tossina, il delfino entra in uno stato di trance in cui, incapace di controllare il proprio corpo, comincia a galleggiare fino a toccare il pelo dell’acqua.

Questo effetto ricreativo dura circa trenta minuti. In questo gioco vizioso, però, i delfini non hanno alcuna intenzione di uccidere il pesce palla: lo studioso Rob Pilley, zoologo e produttore della serie Dolphins: Spy in the Pod, osservando per la prima volta il comportamento ricreativo dei delfini, ha potuto affermare che gli stessi trattano il pesce palla con delicatezza, in modo tale da non spaventarlo o, nel peggiore dei casi, ucciderlo.

I delfini non sono però gli unici animali drogati che sono stati osservati; essi fanno parte di una lunga serie di esempi in cui figurano numerosissime specie, le quali tendono a ricercare quel piacere narcotico un po’ come gli esseri umani: le capre, ad esempio, a furia di rosicchiare rocce ricoperte di licheni psicoattivi, perdono i denti; i lemuri mettono in bocca una specie particolare di millepiedi detto millepiedi di fuoco il quale, spaventato, rilascia una tossina che dà un effetto allucinogeno;gatti, invece, amano strofinare il proprio corpo in erbe come la valeriana e il rosmarino e amano, inoltre, inalare e masticare la famosissima cat nip, ovvero l’erba gatta. 

Il fenomeno degli animali drogati nei social media

Quante volte, scorrendo InstagramTik Tok sul nostro cellulare, ci è capitato di vedere video di gattini divertenti ricoperti d’erba? Questo è il risultato dato dallo strofinio dell’animale su grandi distese d’erba, le quali sono in grado di stimolare l’acuto olfatto dei felini innescando in loro un effetto esilarante.

Anche per i leoni e le tigri è lo stesso! Moltissimi video in rete ritraggono questi imponenti felini sballati da grandi quantità d’erba ingerite o semplicemente annusate. Anche qui, così come per i delfini, che si tratti di millepiedi o semplicemente erba, gli animali non corrono alcun rischio, ma incontrano esclusivamente un divertimento fuori dal comune.

Anche alcune specie di pesci tropicali sembrano cercare sostanze psicoattive, come le alghe contenenti composti che possono avere effetti allucinogeni. Tuttavia è importante notare che il concetto di “droga” in questo contesto è un po’ diverso da quello nel contesto umano, poiché gli animali non hanno la stessa consapevolezza o intenzionalità nel cercare tali sostanze.

Gli effetti calmanti di alcune sostanze sugli animali

Per altri esempi di animali drogati vi sono alcune specie che, diversamente da quelle osservate poc’anzi, ricercano nelle sostanze non solo un effetto ricreativo, ma anche un effetto calmante o rilassante. Gli elefanti, grossi mammiferi, sono stati osservati in alcune regioni dell’Africa a consumare le foglie dell’albero del marula; queste stesse foglie, se lavorate, possono produrre un succo i cui effetti sono lievemente alcolici. Allo stesso modo, alcuni primati come i bonobo sono stati osservati consumare foglie di alcune piante con proprietà sedative. Questo comportamento è stato interpretato dagli studiosi come un modo per ridurre lo stress o favorire la coesione sociale nel gruppo. Il fenomeno degli animali drogati, inoltre, non riguarda solamente i mammiferi o le specie marine: alcune specie di formiche sono state di fatto osservate nel tentativo di “mungere” gli afidi, noti come i pidocchi delle piante, nel tentativo di ottenerne una secrezione zuccherina chiamata miele di afidi. Questo miele, oltre ad avere delle proprietà nutritive per le formiche stesse, sembra avere anche delle proprietà rilassanti.

In breve, quando parliamo del fenomeno degli animali drogati, andiamo ad osservare alcune strategie ed atteggiamenti adottati dagli animali per ricercare il proprio benessere e la loro capacità di riconoscere determinate sostanze e sfruttarne al meglio le proprietà. Questo fenomeno, però, ha suscitato un interesse malato da parte di alcuni esseri umani, i quali hanno travisato totalmente questo concetto di benessere ed hanno antropomorfizzato l’assunzione di sostante stupefacenti per gli animali. Secondo le autorità, negli ultimi tempi il fenomeno degli animali drogati, diversamente da quanto spiegato poc’anzi, ha preoccupato non poco gli esperti del benessere animale; questi si sono ripetutamente interfacciati con casi in cui alcuni proprietari di animali, in un tentativo di sfruttare gli effetti delle sostanze stupefacenti, hanno volontariamente somministrato droghe ai propri animali, spesso ignorando gli impatti devastanti sulla loro salute.

Tali sostanze possono scatenare danni irreparabili sia al corpo che agli organi interni delle povere vittime causandone, nel peggiore dei casi, la morte. Numerosi studiosi, veterinari, biologi ed esperti del benessere animale combattono attivamente contro questa grave piaga sociale: allenare la consapevolezza e l’empatia, in questi casi, insegna alle persone che gli animali, in quanto esseri viventi, non devono essere vittime di abusi o esperimenti tossicologici. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e azioni concrete possiamo sperare di arrestare questa preoccupante tendenza e proteggere la vulnerabilità degli esseri viventi che condividono il nostro mondo.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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