Progetto Medea: intervista ai ragazzi del liceo Morante

Progetto Medea è il nome del sogno plasmato e realizzato dagli studenti del liceo “Elsa Morante” di Scampia (Napoli), Istituto diretto della professoressa Giuseppina Marzocchella: impegnati quattro ore alla settimana, da febbraio a giugno, gli studenti dei vari indirizzi del liceo (classico, scientifico, scienze umane e linguistico), hanno lavorato alla realizzazione di uno spettacolo sul filo fra classico e contemporaneo. Gli studenti, con orgoglio, precisano di essersi occupati di tutte le fasi che compongono la preparazione e l’allestimento di uno spettacolo teatrale, il tutto sotto la guida attenta della docente Rosa D’Auria, coordinatrice e referente del progetto, portavoce convinta del valore pedagogico del teatro.

Il frutto di questo lavoro sarà la messa in scena dello spettacolo, il giorno 13 giugno alle ore 19:00 presso il teatro Acacia di Napoli; allo spettacolo si accompagnerà una piccola ma intensa mostra in loco nella quale saranno visionabili, fra l’altro, i diversi bozzetti di scena realizzati interamente dagli studenti.

Noi di Eroica Fenice, interessati al progetto, abbiamo raggiunto la professoressa Rosa D’Auria (docente laureata in Lettere Classiche, ballerina laureata in Danza classica presso l’Accademia Nazionale di danza a Roma, coreografa e autrice di programmi televisivi) e abbiamo chiesto di poter intervistare direttamente gli studenti coinvolti nel progetto Medea, protagonisti assoluti di questa edificante esperienza.

Progetto Medea: intervista ai ragazzi del liceo “Elsa Morante”

Com’è nato il progetto Medea?

Imen Guanfali: Il progetto nasce dalla volontà di rendere più vivida la nostra vicinanza ai grandi classici; l’idea di adattare Medea ai nostri giorni ha reso possibile, a noi scrittori durante la stesura, di toccare con mano l’immutabilità degli uomini nel tempo. Con quest’opera vogliamo dunque rendere consapevole il pubblico che anche con modi e in contesti lontanissimi le situazioni drammatiche di secoli e secoli fa possono ripresentarsi sotto vesti differenti.

Alessia Riccio: Il progetto Medea è nato da una delle nostre professoresse ed è stato messo in pratica dal liceo “Elsa Morante” allo scopo di rappresentare il nostro liceo in modo significativo.

Il progetto è un’opera corale, in quanto ognuno di voi si è occupato di un aspetto diverso della realizzazione dello spettacolo: quali criteri avete usato per organizzarvi nella ripartizione delle mansioni?

Imen Guanfali: Premetto che il lavoro che c’è dietro non è stato facile, abbiamo dovuto lavorare in sinergia e coordinarci affinché venisse fuori un buon lavoro. Abbiamo lavorato alla Medea per mesi e abbiamo sin da subito capito che dividerci i compiti sarebbe stato più efficace, dunque sotto supervisione abbiamo reclutato: autori, registi, scenografi, attori, ballerini, cantanti, truccatori e acconciatori, presentatori… Ognuno di noi ha svolto a pieno e nel modo migliore il proprio compito. Per rendere però l’opera così come la vedete non è bastata solo la parte tecnica delle mansioni, tutti noi ci siamo immedesimati nella storia, tra le ragazze molte hanno cercato di entrare in empatia con Medea, tra cui io che durante la fase di scrittura ho cercato di calarmi nella sua storia e nel suo vissuto quanto più possibile, toccando con mano dunque la sua rabbia e il suo dolore. Abbiamo lavorato mettendoci l’anima perché crediamo in questo progetto e abbiamo fede che lo faccia anche chi ci guarderà.

Alessia Riccio: Il lavoro è stato suddiviso in base alle competenze e alle passioni di noi alunni: chi si è occupato della sceneggiatura, ad esempio, era già abituato a leggere e a scrivere.

Classico e contemporaneo, passato e presente: perché si è scelta Medea? Quali interpretazioni avete dato al mito e alla tragedia euripidea?

Imen Guanfali, Gennaro Tirino: Nello scegliere, la nostra attenzione è caduta subito su Medea, una donna dalle qualità singolari che anche a distanza di secoli sembra ricordarci qualcosa di strettamente vicino a noi.  È il contesto, lo scorrere degli avvenimenti che ci ha condotti verso la scelta di quest’opera, questo perché come già detto, la somiglianza con l’attualità è enorme. Abbiamo dunque scelto di inserire i personaggi di Euripide in un contesto che ricordasse più il nostro: ciò è stato possibile anche grazie alla flessibilità dei personaggi e dell’opera stessa che sebbene siano, ribadisco, molto lontani, sono stati perfettamente conformi a quelle che sono le vicende odierne. Medea, Giasone e tutti gli altri personaggi potrebbero essere uomini odierni, poiché nonostante ci dividano secoli di esperienza ed evoluzione l’essere umano sembra ricordarsi nei comportamenti e negli atteggiamenti. Dunque tendiamo nell’opera a sottolineare proprio questa vicinanza, che ci ricorda che l’uomo, malgrado spazio e tempo, è sempre lo stesso.

Alessia Riccio: L’opera Medea è stata scelta perché abbiamo analizzato come il confine tra classico e contemporaneo, almeno in questo caso, sia sottile. Con questa tragedia si è potuto vedere come i sentimenti umani, gli impulsi e le situazioni non siano così tanto diversi da com’erano secoli fa. L’essere umano si evolve, ma la sua natura resta indelebile.

Chi è Medea oggi?

Imen Guanfali, Gennaro Tirino: Medea oggi è una giovane donna di Scampia, una di quelle che hanno tanta voglia di crescere ed andare avanti sia culturalmente che dal punto di vista lavorativo. Si iscrive all’Università, alla facoltà di Giurisprudenza, ha buoni voti e una vita tranquilla, però poi incontra Giasone un ragazzo del Vomero e se ne innamora. Per lui lascia la sua casa, il posto dove è cresciuta, la sua famiglia e le sue compagnie. Insieme a tutto ciò, Medea lascia anche la sua carriera, la sua volontà di emergere in una società come quella di Scampia, lascia l’Università per dedicarsi alla vita di casa, crescendo dei figli che ad un certo punto dell’opera sembreranno essere l’unica cosa che la lega al suo amore. È una donna tradita, affranta e distrutta da questo enorme dolore che le trafigge l’anima proprio come un coltello, lo stesso che userà poi per rendere indietro il dolore a Giasone.

Alessia Riccio: Medea oggi è la rappresentazione di una donna tradita dall’uomo che amava, senza più un posto dove andare e senza un lavoro, con due figli da sfamare da sola perché non ha più legami con la famiglia e che, in preda ad un sentimento di odio e di vendetta, finisce con il distruggere tutto ciò che aveva. Per quanto terribile, è una figura che nella società esiste e i campanelli d’allarme vengono spesso sottovalutati dalle autorità o dai familiari.

Che ruolo avrà il teatro nel vostro futuro?

Imen Guanfali: Il teatro prima d’ora non era nei miei pensieri, l’ho sempre considerata una cosa molto lontana dai miei ideali, sebbene io abbia sempre scritto, mi cimentavo più nella scrittura in versi o nella scrittura di piccole novelle (se così possiamo chiamarle), ma al teatro no, non ci avevo mai pensato prima d’ora. Scrivendo però ho scoperto un mondo, scrivere un dialogo e vedere messe in atto, nel concreto, le mie parole mi ha riempito il cuore di una gioia immensa e ha fatto sì che io mi aprissi ad una nuova strada, quella del teatro. Continuerò a scrivere dunque, anche dopo il liceo, durante l’Università e spero che qualora uno dei miei lavori venga preso in considerazione io possa avere la possibilità di rivivere un’esperienza come questa, totalizzante ed immensamente bella.

Alessia Riccio: Nel mio futuro spero di poter fare ancora teatro, magari sempre come sceneggiatrice o, chissà, come attrice principale. Sicuramente, non essendo brava a cantare o a ballare, non mi proporrei mai per un ruolo del genere…

Gennaro Tirino: Nel futuro il teatro avrà un ruolo fondamentale, sperando di continuare e approfondire questa mia passione. Il teatro lascia bellissimi ricordi ed esperienze indimenticabili; ricordi che vivranno per sempre nel cuore.

Mattia Contestabile: Credo che il teatro continuerà ad avere un ruolo molto importante nel futuro dei giovani, offrendo loro un’opportunità per sviluppare competenze sociali e comunicative. Inoltre, il teatro può aiutare i giovani a svilupparsi. Il teatro è importante per molte ragioni: in primis, rappresenta una forma di cultura, di esperienze ed emozioni, di creatività capace di catturare l’attenzione del pubblico; in secondo luogo, il teatro può aiutare a coltivare la sicurezza e l’autostima delle persone che partecipano al processo teatrale; infine, il teatro può essere un’esperienza divertente e avvincente per gli spettatori, offrendo un’opportunità unica di connessione e di apprendimento attraverso la narrazione delle storie. Quel palcoscenico che trasmette spensieratezza può essere d’aiuto in molti modi diversi, a seconda dei propri bisogni: ad esempio, se cerchi uno svago, puoi andare a vedere uno spettacolo; se vuoi migliorare le tue capacità comunicative, puoi prendere lezioni di teatro. Voglio lasciare una piccola testimonianza: io Mattia Contestabile devo dire che gli anni di teatro mi sono serviti a vedere il mondo sotto tutto un altro aspetto, mi ha aiutato ad aprire il me che manco conoscevo, oggi mi sento sulla punta del mondo. Voglio fare un appello a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze che vivono dei malesseri: apritevi alla diversità, siate voi stessi sempre, perché il teatro è la medicina che cura ogni turbamento della vita. Inoltre, il teatro può essere un grande strumento per l’educazione, in quanto può dare molte importanti lezioni morali e sociali e può essere incredibilmente utile per gli spettatori. Essere un attore o uno spettatore offre una varietà di benefici, tra cui l’opportunità di esplorare emozioni complesse, di scoprire nuove prospettive e di sviluppare la propria empatia. Inoltre, il teatro può aiutare le persone ad aumentare la fiducia in loro stesse e ad acquisire nuove abilità, come l’improvvisazione e la capacità di parlare in pubblico. Anche il semplice atto di partecipare ad uno spettacolo può offrire un’esperienza di socializzazione, che può essere utile per coloro che cercano di connettersi con nuove persone e di espandere la propria rete sociale. Credete in voi stessi sempre non abbattetevi mai, portate il vostro sogno più in alto dell’universo!

In un pensiero, cosa volete dire ai nostri lettori per invogliarli a raggiungervi a teatro per assistere alla vostra Medea?

Imen Guanfali: Non sono molto brava nel coinvolgere le persone, ma in questo caso proverò a farlo perché realmente ne vale la pena! L’opera è scritta nel presente, venendo a teatro qualcuno di voi potrà sentire la storia vicina e toccarla con mano e questo perché la situazione che vive Medea è molto più che attuale, è diffusa: quante donne conosciamo che per amore trascurano la propria carriera e poi vengono tradite? Quante donne che per amore perdono il senno e arrivano a fare cose orribili? Medea è una di quelle ed è riflessa nella nostra società a pieno, dunque vi chiedo di venire ad ascoltare e a vedere con i vostri occhi una sintesi di quello che è il filo invisibile che lega la nostra società a quella antica. Vi aspettiamo!

Alessia Riccio: Io penso che questo progetto abbia dato molto a noi ragazzi, che ci siamo ritrovati per la prima volta a dover preparare uno spettacolo, dalla sceneggiatura agli oggetti di scena, dalla regia alla scenografia. La nostra Medea sicuramente non è una tragedia antica, ma potrebbe comunque lasciare qualcosa allo spettatore una volta uscito da teatro.

Progetto Medea: lo spettacolo

Ringraziando i giovani del liceo “Elsa Morante” di Scampia (Napoli), ricordiamo le informazioni necessarie per partecipare all’evento:

Dove: Cinema Teatro Acacia (Napoli, via Raffaele Tarantino n°10);

Quando: 13 giugno 2023, ore 19:00.

Fonte immagine in evidenza: liceo “Elsa Morante”

A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Contatti: [email protected] [email protected]

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