Alessandro Barbero a Napoli in occasione degli 800 anni dell’Università Federico II

Alessandro Barbero a Napoli

Alessandro Barbero, storico ed ex-docente universitario dell’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, è stato il primo ospite per la celebrazione degli 800 anni dell’Università degli studi di Napoli Federico II in occasione dell’anno accademico 2023-2024. Il professor Barbero a Napoli è stato accolto dalla comunità federiciana e dal rettore Matteo Lorito il giorno 11 marzo al Teatro San Carlo.

Federico tra realtà e leggenda, la lectio magistralis di Alessandro Barbero a Napoli per commemorare l’illustre sovrano 

Il titolo dell’incontro al San Carlo di Napoli, fra l’illustre ospite Alessandro Barbero e la comunità universitaria, è Federico II tra storia e leggenda. Si tratta di una lectio magistralis dedicata al noto sovrano della Sicilia, dell’Italia meridionale e dell’Impero germanico, un uomo colto, dedito alle arti e alla scienza, il fondatore dell’omonimo ateneo ma anche il fautore di un dialogo con i sudditi di fede ebraica o islamica.

Dopo aver ringraziato FedeCultura, la dottoressa Rita Mastrullo e gli studenti, il rettore dell’ateneo campano ha affermato di essere  sbalordito da questa massiccia presenza: 

«Questo evento si inserisce nel percorso celebrativo degli ottocento anni dalla fondazione del nostro ateneo e, naturalmente, uno degli obiettivi di questo lungo percorso […], è quello di raccontare una lunghissima storia. Una lunghissima storia che parte dal 1224, […], quando Napoli era molto diversa ma già, allora, era considerata un’amenissima città, come definita da Federico nella sua lettera […], che era facile da raggiungibile per terra e per mare, popolata da persone accoglienti e dove non mancavano i beni della vita; quindi, il cibo, gli alloggi e la bellezza dei luoghi e, con una precisa decisione imperiale, divenne il centro dove coltivare gli studi e insegnare ogni arte, affinché, i digiuni e gli affamati di sapere potessero soddisfare i loro bisogni. […] Ma quello che io vedo davanti a me, consentitemi, un’enorme tavola imbandita con commensali affamati. Ma affamati di cosa? Della storia del nostro passato e desiderosi di capire cosa sia successo in quell’epoca passata.»

Alessandro Barbero a Napoli, la lectio magistralis dedicata al fondatore dell’ateneo partenopeo 

In seguito, l’illustre professor Alessandro Barbero, dopo aver rivelato di essere onorato di trovarsi a Napoli e al San Carlo per festeggiare gli «ottocento anni di una delle università più antiche d’Italia e del mondo», ha iniziato la sua lezione dedicata al grande sovrano:

«[…] Il titolo che abbiamo dato a questo incontro è Federico II tra storia e leggenda. E quello che io cercherò di fare sarà proprio di far vedere come sia difficile, se non impossibile, e forse inutile, pretende di distinguere fra la figura storica di Federico e la sua leggenda. Vi farò vedere come già i suoi contemporanei, che l’hanno visto, ascoltato e toccato, avevano già creato un’immagine di lui nel mito. E poi vorrei provare a farvi vedere come anche gli storici, praticando una storiografia scientifica, hanno contribuito anche loro a costruire su Federico II un mito. […] Iniziamo da come i contemporanei ci descrivono Federico II. Esempio di come un papa, papa Gregorio IX, descrive Federico II: «E io vidi salire dal mare una bestia, piena di nomi di bestemmia». Questa è l’Apocalisse, ma anche l’apertura della bolla con cui papa Gregorio IX denuncia Federico II come nemico della chiesa. Considerava Gesù Cristo come un impostore, metteva in dubbio che Gesù fosse nato da una vergine e che preferisse l’islam al cristianesimo. […] Togliamo il dubbio. Non è vero che preferiva l’islam al cristianesimo. Federico II era nato a Jesi, era nato per sua fortuna il 26 dicembre, e parlando della città di Jesi la chiamava “la mia Betlemme”. Non era modesto ma non era nemmeno un mussulmano. Quando si scontra con il papa, sostiene lui di essere il cristiano perseguitato, da papi che hanno tradito la propria missione […]. Lui era l’imperatore ma di un impero cristiano. […] Voi capite bene che l’imperatore cristiano, che legifera contro gli eretici, e che pensa che la città dove sia nato sia la sua Betlemme, viene descritto dal papa come uno che non è cristiano per niente (anzi, un cripto-mussulmano); voi capite che siamo di fronte ad un personaggio che è stato al centro di conflitti in cui la propaganda ha avuto un ruolo decisivo. Ogni qual volta facciamo un tentativo per trovare un “Federico II vero” da tutto ciò che c’è stato raccontato su di lui, deve tener conto di esso.»

Lo scontro fra gli imperatori e i papi, il problema della distribuzione dei poteri nella politica medioevale 

Tutti gli imperatori, incoronati dopo Carlo Magno, dovevano confrontarsi con il potere papale, non solo per il potere spirituale ma anche quello temporale. Infatti, fu il papa Leone III ad incoronare Carlo come imperatore cambiando l’equilibrio dei poteri politici nell’Europa del Medioevo. 

«[Riferendosi a Federico II] È un bambino e il suo tutore è un papa, è un grande papa: Innocenzo III. Un grande papa come Innocenzo III è convinto di manipolare il bambino. Questo Federico II, un ragazzino che lo aiuta a unire questi due regni, Sicilia e Impero, […]  affascina già l’opinione pubblica del suo tempo. Questo ragazzino, che all’epoca era figlio della Chiesa e protetto del papa, lo chiamano (specialmente fuori dall’Italia)  il “Puer Apuliae”, letteralmente il “fanciullo della Puglia”. Ma […], all’epoca questo termine era usato per indicare tutta l’Italia meridionale continentale. Io tradurrei il “ragazzo del sud”. Questa è la cosa che affascina: viene dal sud, dal sole e da questo regno normanno che è già mitizzato a suo tempo.  […]. E Federico, tranquillamente, si proclama re per grazie di Dio e del Papa. Va tutto bene.»

Alessandro Barbero, durante il suo incontro con i docenti e gli studenti dell’ateneo di Napoli, ha anche illustrato lo scontro tra papato ed Impero per il potere politico durante quei secoli: «In teoria, la cristianità dovrebbe funzionare così: con un imperatore e un papa che vanno d’accordo e che ciascuno, con la sua sfera, governano il mondo. Ma da tanto tempo non funziona così, perché sono i papi (non vorrei dare tutta la colpa a loro, ma a dover semplificare sono stati i papi), sono i papi ad aver cominciato a dire: «Noi abbiamo la sfera spirituale e l’impero ha quella terrena, le abbiamo tutte noi». E il papa concede all’imperatore di governare. […] Federico II, quando diventa grande, non lo vuole fare più […] e i suoi rapporti sono cambiati: se Innocenzo III lo ha allevato e lo ha aiutato con gli avversari, e poi Onorio III lo ha incoronato imperatore, a partire da quel momento comincia lo scontro con i papi, che cominciano a convincersi che il ragazzino è (in realtà) la bestia dell’Apocalisse.»

Lo studioso del periodo medievale ha ribadito che Federico II era diviso tra l’essere ammirato e l’essere odiato dai suoi contemporanei anche a causa delle varie condanne ecclesiastiche. 

Il dialogo fra Federico II e il sultano d’Egitto. Durante l’incontro a Napoli, Alessandro Barbero illustra i rapporti fra Federico II e il mondo arabo-islamico.

La seconda parte della  lectio magistralis  ha affrontato il rapporto tra l’imperatore medioevale e il mondo culturale-politico arabo-islamico: le sue relazioni diplomatiche con il Sultanato del Marocco e quello dell’Egitto (governato da Al-Malik al-Kāmil), ma anche quella burrascosa con i sudditi islamici in Sicilia che osarono ribellarsi al potere imperiale e fuggirono in campagna per divenire banditi. Quest’ultimi furono spostati a Lucera (in Puglia) dove fondarono una ricca comunità. Il Puer Apuliae credeva nella parità di diritti tra i sudditi cristiani e quelli giudaico-islamici, a causa dell’eredità della sua terra natia.

 Infine, il medievalista  ha deciso di raccontare la Crociata, per nulla cruenta, di un sovrano che preferì il dialogo alla violenza: «[…] Il caso vuole che i cristiani vogliono Gerusalemme, ma (in quel momento) il sultano d’Egitto ha perso Gerusalemme, gliela presa suo nipote che si è ribellato contro di lui. Il sultano d’Egitto è in guerra contro il nipote e Federico II dice «Dal momento che non è tua, perché non me la cedi?» E il sultano dice «Parliamone». […] si scambiano i regali. I regali sono sempre quelli: il sultano manda a Federico II un elefante […]. Federico manda al sultano un orso bianco. […]. Arriva in Egitto e avviano il negoziato. Nel frattempo, la situazione diventa tragicomica:  [..] Federico è partito per la Crociata come voleva il papa; ma, intanto, il papa l’ha scomunicato e manda la circolare in Terra Santa per dire «È arrivato l’imperatore ma non dovete aiutarlo perché è scomunicato». Federico scopre che il sultano Al-Kamil ha fatto fuori il nipote e ha ripreso Gerusalemme, ma ha altri fastidi e fanno un accordo: il sultano cede Gerusalemme ai cristiani, mantenendo sotto il suo controllo la Spianata delle moschee, la Cupola della Roccia e la Moschea di al-Aqsa, si stabilisce che tutta quest’area è sotto il controllo del sultano ma accessibile anche ai cristiani. […] Gerusalemme viene restituirà pacificamente ai cristiani e per la prima volta, da anni, […], si celebra la messa, alla quale Federico non può partecipare in quanto scomunicato.»

Prima di concludere il suo discorso, Alessandro Barbero ha raccontato un piccolo e divertente aneddoto degli storici arabi di quegli anni agli studenti dell’ateneo di Napoli: «Quando Federico è a Gerusalemme, per i negoziati, le autorità musulmane ordinano ai muezzin di non fare più l’appello alla preghiera, per non disturbare il sovrano cristiano. La notte, Federico si sveglia [e dice] «Che strano? Non c’è l’appello del muezzin!». E al mattino va a chiedere «Come mai non ho sentito l’appello del muezzin?». E gli rispondono «Ma è per cortesia, non volevamo disturbarti». E Federico (sono sempre i cronisti arabi che raccontano tutte queste frottole) risponde «Ma io sono venuto apposta per sentire l’appello del muezzin? Fatelo ripristinare immediatamente!» Insomma, anche loro favoleggiano […].»

Fonte immagine di copertina: si ringrazia il canale Youtube Federico II online canale 1

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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