Le Promesse dell’Arte in mostra al MUSAP

Le Promesse dell'Arte

Le Promesse dell’Arte in mostra al MUSAP di Napoli nello storico ed elegante Palazzo del Cardinale Zapata, a Piazza Trieste e Trento 48.

 La straordinaria mostra, a cura di Diego Esposito, è stata inaugurata lunedì, 11 dicembre, e sarà visitabile gratuitamente fino al 30 dicembre 2023.

Realizzata nell’ambito della rassegna “Altri Natali”, la mostra Le Promesse dell’arte è stata promossa dal Comune di Napoli, nell’ambito del progettoNatale a Napoli 2023”, finanziato dalla Città Metropolitana di Napoli e dal Comune di Napoli.

Le Promesse dell’Arte: dalla Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Il percorso espositivo al MUSAP, progettato con l’intento di promuovere e valorizzare le giovani e talentuose promesse dell’arte, propone una selezione di opere realizzate dagli allievi della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, coordinata dalla professoressa Rosaria Iazzetta.

Le Promesse dell’Arte: il concept

Le opere, alcune site-specific, sono state collocate in tutte le Sale della Sede con l’intento di creare un inatteso e avvincente dialogo tra gli attuali linguaggi della contemporaneità e quelli della tradizione figurativa dell’Ottocento e del Novecento, trasportando il visitatore in un affascinante viaggio nel tempo di oltre due secoli tra: dipinti, grafiche, sculture, ceramiche, fotografie, libri, documenti d’archivio, arredi e strumenti musicali.

Le Promesse dell’Arte: un successo dell’arte figurativa

Ciò che emerge in maniera lampante con le opere di questi giovani artisti è il riaffermarsi della figurazione: una prassi del fare artistico che ha sempre dato i segnali della sua esistenza, ma che nell’ultimo quindicennio, grazie anche al consenso positivo della critica e agli interessi del mercato, dimostra di essere in predominio rispetto agli stili di matrice astratta e concettuale, sia nei contesti espositivi nazionali che internazionali.

Le Promesse dell’Arte: ventuno giovani e talentuosi artisti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Ventuno gli artisti in mostra: Stefano Amoroso; Evelina Anzivino; Nunzia Ascolese; Alessia Cristofaro; Nicola D’Ambrosio; Alessandra Falcone; Alessandro Franco; Antonella Fusha; Andrea Gubitosi; Sofie Höfert; Josef; Irene Macalli; Carmine Carlo Maffei; Salvatore Mancino; Antonio Marano; Carlo Menale; Carmine Pistone; Graziano Riccelli; Salvatore Russo; Biagio Salvati; Paolo Scognamiglio.

Le Promesse dell’Arte: il tema delle loro opere

Dal punto di vista dei contenuti, le opere in esposizione possono essere analizzate come “fermo immagine”, istantanee sulle condizioni sociali e culturali che ci circondano, aventi come fil rouge ora l’uomo, tra indagine introspettiva e relazioni sociali, ora l’ambiente, tra degrado e azioni di recupero. 

Ogni opera mostra una sua forza espressiva e comunicativa,  a prescindere dai materiali utilizzati (cartapesta, ferro, terracotta, resina, smalto, gesso, penna 3D e altri) e dalle tecniche adoperate, e dà corpo a una propria narrazione, sollecitando il visitatore a riflettere sulle tematiche più scottanti della nostra contemporaneità.

Le promesse dell’arte: il percorso espositivo

Il percorso si snoda attraverso le suggestive ed eleganti sale del museo. In una delle sale iniziali, una volta utilizzata come Sala da Pranzo, ad accogliere all’inaugurazione i visitatori l’installazione di Andrea Gubitosi, The main dish (2023): una tavola imbandita, intorno a cui gli ospiti sono stati invitati a turno a sedersi, per degustare una pietanza elitaria e prestigiosa, particolarmente succulente in Cina, a base di carne di pangolino; carne che, attraverso la sua ingestione, sulla base di studi scientifici, si suppone sia avvenuta la trasmissione all’uomo del virus del Covid. Un’opera con cui Gubitosi in maniera provocatoria vuole rendere visibile a tutti  le conseguenze imprevedibili delle scelte culinarie scellerate di una minoranza , che si sono trasformate nel terreno fertile per una pandemia globale.

Lungo l’articolato e affascinante percorso abbiamo avuto la possibilità di dialogare con altre talentuose promesse dell’arte, venendo a sapere qualcosa in più delle loro opere: 

Nell’opera, Pagliaccio (2023), l’artista Esposito (in arte Josef) si ispira al tema dell’ambiente; il suo pagliaccio (in ferro e cartapesta)  è simbolo di una certa classe politica tanto ciarliera quanto poco produttiva che non mantiene le proprie promesse sul miglioramento delle condizioni climatiche del nostro pianeta.

Continuando sul tema ambientale, l’artista Biagio Salvati, ci presenta la sua opera in gesso, resina e ferro, Bisogno di nutrirsi (2022). Un’opera che ci spinge a riflettere sulla commercializzazione per fini culinari delle locuste e sulle ricadute negative che la loro drastica riduzione porterà ai naturali equilibri dell’ambiente. Le locuste infatti pur essendo considerate nell’immaginario comune  un flagello per i raccolti, svolgono in realtà un ruolo importante per l’ecosistema essendo dei grandi divoratori di afidi, larve di insetti e piccoli bruchi, dannosi alle piante.

Tra le altre promesse dell’arte, Salvatore Russo, che con la sua Venere (2023) in terracotta patinata, ci propone il tema della violenza sulle donne, come si evince dalla mano che afferra la spalla di Venere e dal suo sguardo sofferente. Sebbene il cuore le sia stato strappato e gettato per terra lontano, la divinità, rappresentata con fattezze di una donna non più dalla bellezza idealizzata, continua a provare sentimenti amorevoli.

Al concetto della riflessione dell’immagine e il suo doppio visto allo specchio si ispira invece l’originale installazione Riflettersi (2022)  dell’artista Alessandra Falcone. L’opera, in dialogo con gli specchi d’inizio Novecento della Sala Comencini, ci invita a riflettere sull’essenza delle cose e delle immagini, sulla loro realtà e la loro percezione.

Per scoprire di più su queste opere e sulle altre, altrettanto interessanti, dei talentuosi allievi della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, non vi resta che approfittare delle vacanze natalizie e andare a visitare il MUSAP (Museo Artistico Politecnico).

Consigliatissimo! 

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Fonte foto: Immagine in evidenza (Paolo, 2023, di Evelina Anzivino, Ph Mario Laporta); Altre foto (Archivio personale)

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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