Villain delle serie tv: i 3 più odiati

Villain delle serie tv: i 3 più odiati

I villain delle serie tv sono spesso considerati come il lato oscuro delle storie televisive, ma in realtà sono anche essenziali per plasmare la trama e mettere alla prova gli eroi: sia che siano guidati da un profondo senso di giustizia distorta, da ambizioni smisurate o da oscure forze soprannaturali, i villain catturano l’attenzione degli spettatori. La loro complessità psicologica li rende più che semplici avversari, poiché sono la forza catalizzatrice di conflitti morali e personali e la loro relazione con gli eroi diventa uno specchio delle tensioni e delle contraddizioni della società, offrendo spunti per riflessioni più profonde sulla natura umana.

Scopriamo quali sono i villain delle serie tv più odiati e apprezzati dagli spettatori, un viaggio attraverso i personaggi più particolari (l’articolo potrebbe contenere spoiler!)

1. Joffrey Baratheon di Game of Thrones

Tra i villain che hanno reso indimenticabile la serie cult Game of Thrones c’è sicuramente il crudele e psicopatico Joffrey Baratheon. Interpretato dall’attore Jack Gleeson, Joffrey è stato uno dei personaggi più odiati e temuti dal pubblico fin dalla sua prima apparizione. Il personaggio viene presentato come il crudele e viziato erede al Trono di Spade, pronto a tutto pur di regnare e il suo volto angelico sicuramente nasconde una mente sadica e perversa. La caratterizzazione di Joffrey come villain delle serie TV è stata resa possibile da una profonda analisi psicologica del personaggio. La sua infanzia, segnata dalla mancanza di affetto e dalla manipolazione, ha generato una personalità distorta e la sua inclinazione verso il male si manifesta attraverso atti di violenza gratuita e uno spiccato senso di superiorità. La mancanza di figure guida positive nella vita di Joffrey ha contribuito alla sua deriva verso il male: senza modelli di comportamento sani, il giovane re è cresciuto in un ambiente tossico dove il potere assoluto e l’impunità hanno alimentato la sua sete di controllo.

Dopo la morte di re Robert Baratheon, Joffrey ascende al trono incrementando la sua follia omicida e il sadismo gratuito: tratta la promessa sposa Sansa Stark con terribile crudeltà, arrivando a mozzare la testa del padre Ned davanti a tutti, nonostante le sue suppliche e ciò fa di lui uno dei villain più odiati delle serie tv. Le frequenti crisi di rabbia del personaggio e la sua codardia nel nascondersi sempre dietro la madre Cersei rendono la sua follia ancora più inquietante agli occhi del pubblico ed è per questo che Joffrey incarna perfettamente le peggiori patologie e perversioni umane all’interno di un personaggio sadico privo di morale. Uno dei momenti più scioccanti è quando obbliga la prostituta Ros a torturare brutalmente l’altra prostituta Daisy solo per il suo sadico piacere nel veder soffrire, una scena straziante che rivela la sua crudeltà senza limiti.

La morte per avvelenamento durante il suo matrimonio, tra atroci sofferenze fisiche, è vissuta dal pubblico come una liberazione e una vendetta perfettamente ironica per il suo personaggio. Joffrey rimarrà dunque uno dei villain più iconici e odiati nella storia delle serie tv, un personaggio che incarna alla perfezione la follia, la crudeltà e il sadismo più estremi, reso indimenticabile dall’interpretazione del giovane attore Jack Gleeson. 

2.  Gus Fring di Breaking Bad

Nel panorama ricco di villain delle serie tv, pochi hanno raggiunto l’astuzia e la spietatezza di Gus Fring, il magnate della droga interpretato magistralmente da Giancarlo Esposito in Breaking Bad. Questo personaggio ha incarnato la perfezione nella cattiveria, diventando uno dei villain più iconici e complessi nella storia della televisione. Gus Fring è stato introdotto nel mondo di Breaking Bad come rispettabile proprietario di una catena di fast food, ma dietro questa facciata si nascondeva un impero della droga clandestino: la sua capacità di gestire due identità opposte ha posto le basi per la sua caratterizzazione come villain della nota serie tv. La chiave della riuscita di Gus come villain risiede nella sua personalità calcolatrice: freddo, metodico e apparentemente impassibile, Gus è un uomo che pianifica ogni mossa con precisione chirurgica e la sua mancanza di espressione emotiva contribuisce a creare un senso di inquietudine costante, mettendo in risalto la sua natura impenetrabile.

La dualità di Gus Fring, tra l’uomo d’affari rispettabile e il capo della droga spietato, è una delle sue caratteristiche più affascinanti e questa sua prerogativa non solo fornisce uno strumento narrativo intrigante, ma crea anche tensioni emotive e morali che coinvolgono gli spettatori. Gus è diventato uno dei più odiati villain delle serie tv grazie anche ai suoi metodi brutali: la sua crudeltà emerge nella sua capacità di infliggere sofferenza senza esitazione. La morte di Victor, uno dei suoi scagnozzi, è un esempio iconico di come Gus possa compiere atti di violenza estrema con un’apparente calma, dunque questi gesti alimentano la percezione di Gus come una forza oscura e priva di scrupoli.

Anche dopo la conclusione di Breaking Bad, l’eredità di Gus Fring persiste. La sua figura si è affermata come quella di uno dei villain delle serie tv più indimenticabili, tanto che il personaggio è stato resuscitato nello spin-off Better Call Saul. La sua influenza continua a permeare l’universo narrativo creato da Vince Gilligan, dimostrando la sua duratura presenza come figura di riferimento per la storia televisiva contemporanea.

3. Negan Smith di The Walking Dead

Nell’universo dei villain delle serie tv, pochi hanno generato una presenza tanto imponente quanto Negan Smith in The Walking Dead. Interpretato con maestria da Jeffrey Dean Morgan, Negan ha catturato l’immaginario collettivo come uno dei cattivi più carismatici e temibili delle produzioni televisive contemporanee. Il suo atteggiamento disinvolto e la sua parlantina colorita si contrappongono alla sua capacità di infliggere violenza estrema ed è proprio questa dualità che ha reso Negan un personaggio complesso e avvincente.

La Lucille, la mazza da baseball avvolta di filo spinato di Negan, è diventata un’icona del suo personaggio poiché simbolo di potere e terrore ed è stata utilizzata in modo spietato da Negan per impartire le sue punizioni. Nel corso delle stagioni Negan ha sperimentato un’evoluzione che lo ha trasformato da puro antagonista a personaggio più complesso e la sua storia di vita, le motivazioni e i rimorsi hanno aggiunto sfumature alla sua personalità suscitando empatia e comprensione da parte degli spettatori. Anche al di fuori dell’universo di The Walking Dead, l’influenza di Negan si è estesa. Il personaggio è diventato un’icona popolare, generando merchandising, adattamenti a fumetti e perfino un ruolo giocabile in videogiochi. Dunque, la sua presenza perdura, dimostrando la sua immortale rilevanza nel panorama delle serie tv.

Fonte immagine in evidenza: YouTube, screenshot dell’episodio 8 della terza stagione dal canale ufficiale di Breaking Bad

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