Catherine e Heathcliff: il trionfo della passione

Catherine e Heathcliff

Cime tempestose è l’unico romanzo scritto da Emily Brontë (sorella di Anne e Charlotte, autrici di Agnes Grey e Jane Eyre rispettivamente), morta a soli 30 anni di tubercolosi, e uno dei più famosi nella storia della letteratura inglese.  L’argomento principale del romanzo è la passione, quella tra Catherine Earnshaw e Heathcliff, un trovatello adottato dalla famiglia di Catherine e maltrattato dal fratello della ragazza, Hindley.

Pubblicato sotto lo pseudonimo di Ellis Bell, Cime Tempestose divenne ben presto oggetto di critiche sia per quanto riguarda la sua struttura inusuale (a matrioska) e il contenuto particolarmente forte, ed è ancora oggi soggetto di molti studi e critiche.

Catherine e Heathcliff crescono come fratello e sorella, lui prende il nome da un figlio degli Earnshaw, morto ancora bambino, ed è possibile sia a tutti gli effetti il fratellastro di Catherine se diamo per vera la teoria (proposta da Eric Solomon) che lo vede come il figlio bastardo del padre della ragazza.

J. Hillis Miller nel suo libro La scomparsa di Dio: 5 Autori del Diciannovesimo secolo scrive che «Catherine e Heathcliff sono uniti nell’infanzia, separati nell’età adulta e riuniti ancora nel regno sconfinato della morte. Il loro amore attraversa un processo di unione, separazione e riunione su un triplice livello che spesso appare nelle opere della tradizione romantica ed è come la dialettica di Hegel o la visione della vita e della storia umana di Novalis
Il libro è, inoltre, diviso in due parti: la prima che riguarda Catherine e Heathcliff in vita e la seconda, dopo la morte di lei (avvenuto poco dopo il parto della seconda Cathy) che tratta invece del piano di vendetta messo in atto da Heathcliff contro chi lo aveva maltrattato.

Durante l’infanzia Catherine e Heathcliff vivono una sorta di idillio per cui, non ancora vincolati dalle regole della società, possono esprimere i loro sentimenti liberamente e l’amore che provano l’uno verso l’altra, il quale non nasce da un’amicizia o un’attrazione reciproca ma da un riconoscimento di uguaglianza totale: in una delle scene più famose del libro Catherine afferma: «Lui è più di me stessa. Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la sua e la mia sono le stesse» o ancora «Io sono Heathcliff!»

La sola esistenza di Heathcliff porta scompiglio nell’ordine familiare degli Earnshaw (attira a sé, per questo motivo, l’odio di Hindley) e, secondo Steven Vine, Sandra M. Gilbert e Susan Gubar, disturba il sistema patriarcale della famiglia mobilitando il desiderio di ribellione di Catherine che, attraverso l’unione androgina che la ragazza forma con Heathcliff, sembra ripudiare il ruolo statico di figlia obbediente.

Questa unione termina (in un primo momento) con la decisione di Catherine di sposare Edgar Linton, che la ama teneramente, e questo matrimonio viene percepito da Heathcliff come un tradimento non solo verso di lui ma verso se stessa: sposando Linton, negando la parte di sé che è Heathcliff, Catherine «ha ucciso la propria anima».

La decisone di Catherine viene spesso interpretata come un «tradimento del proprio cuore» da parte della ragazza, tuttavia, questa visione ignora l’ingenuità di Catherine la quale credeva sinceramente che il suo matrimonio (che tra l’altro è una necessità materiale per una donna nella sua posizione) non avrebbe alterato la relazione tra lei e Heathcliff poiché non era conscia del fatto che suo marito l’avrebbe posseduta completamente forzando così una separazione tra se stessa e la propria anima.
Per Catherine non esiste nulla più naturale della sua relazione con Heathcliff e dunque sembrava credere che la simbiosi delle proprie anime potesse continuare anche con il suo matrimonio; tuttavia non esiste posto nella società per un amore come quello tra loro due (non legittimo poiché non sono sposati e non sono neppure realmente fratelli). Heathcliff, al contrario, si rende conto dell’impossibilità del desiderio di Catherine e la decisione della ragazza lo porta ad odiarla tanto quanto la ama, poco prima della morte della giovane le dice: «Baciami ancora, e non mostrarmi i tuoi occhi. Posso perdonare quello che tu hai fatto per me. Io amo la mia carnefice; ma la tua! Come potrei?»

La morte di Catherine altera completamente persino il paesaggio interno ed esterno ad Heathcliff (oltre che dare il via alla sua vendetta), che viene percepito da lui come cosparso dell’immagine di Catherine: l’intero mondo è diventato «una collezione di ricordi che Catherine è esistita, e che io l’ho persa!».

Alla fine del romanzo Heathcliff, tormentato dalle visioni della defunta Catherine, smette di mangiare e viene trovato morto dopo non molto, nella vecchia stanza di Catherine.

Quella di Heathcliff e Catherine è una passione suprema all’insegna di quella ricerca di «un istante di quella vita piena in cui gli opposti svaniscono, in cui la vita e la morte, il tempo e l’eternità si fondono» (prendendo in prestito le parole di Octavio Paz) ed è questo che, alla fine, riescono ad ottenere: Emily Brontë nel suo capolavoro permette alla passione di trionfare persino sulla morte, così i fantasmi dei due innamorati continuano a camminare insieme, tenendosi per mano, per la brughiera dove sono cresciuti.

Fonte immagine: Prime Video

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