La bambina che guardava i treni partire, l’esordio narrativo del saggista Ruperto Long

La bambina che guardava i treni partire, l’esordio narrativo del saggista Ruperto Long

Ispirato a fatti realmente accaduti, La bambina che guardava i treni partire, pubblicato da Newton Compton Editori, segna l’esordio nel genere della narrativa dell’ingegnere, politico e scrittore saggista uruguaiano Ruperto Long.

La trama – che ha inizio nel dicembre del 1938 – ha come protagonista principale la piccola Charlotte figlia, insieme al fratello maggiore Raymond, di una coppia di ebrei di Liegi di origine polacca, Léon e Blima costretti, in seguito alle prime persecuzioni contro gli ebrei, a scappare dal proprio Paese sotto il falso cognome Wins.

È così che, per evitare la deportazione e andare incontro a morte certa, la famiglia parte alla volta di Parigi che, tuttavia, non è affatto sicura e, per questo motivo, li costringe a spostarsi nuovamente a Lione da dove tenteranno di raggiungere la Svizzera.

Costretti a tornare indietro in seguito a un episodio che colpisce duramente i loro spiriti indebolendo ulteriormente le possibilità di mettersi in salvo, i Wins continuano a nascondersi seppure mal sopportino i tanti anni di fughe, privazioni e stenti.

Consapevoli, però, della necessità di quella amara sofferenza che ben vale l’alto prezzo delle loro vite, Charlotte e i suoi familiari riusciranno a non lasciarsi travolgere dalla disperazione e saranno guidati nel difficile e terribile percorso che li mette costantemente alla prova grazie all’amore che li lega e alla salda speranza che la fine dell’orrore che perseguita loro e il popolo ebraico arrivi presto.

La bambina che guardava i treni partire di Ruperto Long, un romanzo a più voci

Ruperto Long sceglie di costruire la sua opera sulle testimonianze di tanti personaggi coinvolti, direttamente o indirettamente, nei fatti narrati. È in questo modo che, oltre che attraverso gli occhi, le esperienze e il sentire di Charlotte, i lettori vengono a contatto con altri punti di vista: da quelli di altri ebrei a quelli di chi li ha aiutati; da quelli dei soldati nazisti a quelli di altri militari arruolatisi da ogni parte del mondo pur di dare il loro contributo a liberare l’Europa – e il mondo intero – dalla minaccia rappresentata da Hitler.

Queste testimonianze, inoltre, assumono maggiore significato grazie a foto, lettere e altri documenti dell’epoca che contribuiscono a rendere più tangibile e forte la gravità e potenza di quanto accadde in quegli anni.

Tra le tante foto, indubbiamente, colpisce quella del vagone di un treno per il trasporto di animali dal quale si scorgono volti e braccia protese verso l’esterno. Si tratta di uno dei tanti convogli, che un’ignara Charlotte, guarda partire senza comprendere il perché vi siano degli esseri umani al suo interno e senza sapere dove siano diretti. Molti altri, a quel tempo, non erano a conoscenza del perché a quelle persone venisse rivolto un trattamento talmente bestiale; molti altri ancora ne erano consapevoli e rimasero in silenzio a guardare.

La bambina che guardava i treni partire è un romanzo notevolmente interessante, molto ben scritto da Ruperto Long e, soprattutto, ricco di informazioni degne di essere ricordate perché legate a degli individui, chi è sopravvissuto e chi non ce l’ha fatta, che sono diventati soltanto dei numeri ma non hanno mai smesso di essere delle vite umane.

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A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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