Heal dei The Rose: guarire attraverso la musica

Heal dei The Rose: guarire attraverso la musica

Il 7 ottobre 2022 viene rilasciato l’album Heal dei The Rose, che rappresenta il ritorno sulla scena, come gruppo, della band indie-rock coreana.

L’album, infatti, vien pubblicato dopo un periodo di pausa di due anni ed iniziato nell’estate del 2020, quando Dojoon, Hajoon e Jaehyeong annunciarono che avrebbero svolto il servizio militare, ancora obbligatorio in Corea del Sud.  

Scopriamo insieme ulteriori curiosità su Heal dei The Rose.

La nascita di Heal

L’idea dietro Heal dei The Rose, come si può dedurre dal titolo, è il concetto di guarigione e più nello specifico “healing together through music”.  Secondo quanto affermato dallo stesso Woosung nel corso di un’intervista, i membri del gruppo con questo progetto hanno deciso di riprendere il messaggio sulla quale fin dall’inizio hanno basato la loro carriera musicale. Essi, infatti, hanno sempre pensato che la musica fosse un linguaggio universale e uno strumento attraverso cui poter guarire, cantandola, producendola o semplicemente ascoltandola.

Heal nasce proprio con questo obiettivo: diventare un’esperienza di guarigione per chiunque lo ascolti, perché inevitabilmente ognuno di noi ha dei dolori da affrontare.

Un album scritto tra Corea e Stati Uniti e che ha dato ai The Rose l’opportunità di ritrovarsi, dopo anni in cui sono cresciuti e hanno vissuto la loro vita separatamente, e che gli ha permesso in prima persona di guarire da alcuni dei loro fantasmi interiori. Inoltre, per realizzare Heal, Woosung, Jaehyeong, Dojoon e Hajoon hanno adottato un metodo peculiare: oltre a raccontare delle loro esperienze personali, hanno selezionato le esperienze che migliaia di Black Roses hanno inviato al gruppo, traendone ispirazione per la scrittura dei testi che sono diventati una raccolta di ciò che desideravano dire a loro stessi e ai propri fan per guarire insieme.

L’album e le sue tracce

Heal è il primo progetto full lenght dei The Rose da quando hanno iniziato a fare musica insieme nel 2017: si compone infatti di 10 tracce, di cui due strumentali che svolgono la funzione di intro e outro contribuendo a definire il mood dell’intero album.
La traccia che anticipa l’album è Childhood, rilasciata il 16 settembre 2022. È una canzone che ricorda con rimpianto il periodo dell’infanzia, quella fase della vita in cui era più facile viaggiare con la fantasia immaginando il proprio futuro, rispetto al presente in cui la dura realtà della vita spesso tende a smorzare la speranza che i propri sogni possano diventare realtà.

«Don’t forget/The dreams you had on your mind/Don’t question yourself anymore/Even if the world pollutes you/Don’t let yourself be robbed/Of the pure innocence of childhood.»

È con queste parole che i The Rose insistono sulla necessità di non dimenticare l’innocenza e l’ottimismo dell’infanzia, di calmare il nostro bambino interiore, perché solo così si può vivere una vita guidata dalla passione e priva di rimpianti.

La canzone scelta come title track è Sour, che paradossalmente è la traccia conclusiva dell’album. Una ballad dalle sonorità rock, perfetta da cantare con la mano sul cuore nel bel mezzo di un concerto e che riesce a trasmettere la malinconia e le emozioni che solo un amore non corrisposto può far provare.

Prima vera traccia dell’album è Definition of ugly is, ispirata dalla storia di una Black Rose che si è sempre sentita un’outsider, nonostante i suoi diversi tentativi di integrarsi. I The Rose hanno ascoltato la sua storia e, riprendendo anche la fiaba Il brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen, hanno realizzato una canzone che invita all’accettazione di sé, perché ognuno è diverso e bello a modo suo: siamo tutti umani.

«Is it wrong to be different? Maybe? / Is something special wrong?»

Una delle tracce emotivamente più forti all’interno di Heal dei The Rose è senza dubbio See-Saw, scritta da Jaehyeong per condividere la sua esperienza personale di sofferenza e di guarigione. La canzone è strutturata come una conversazione: nella prima parte è lo stesso Jaehyeong che dà sfogo alle sue frustrazioni e alla lotta interiore con sé stesso in cui si chiede se sarà in grado di tornare a ridere come faceva una volta; nella seconda parte, invece, è il suo interlocutore a rispondergli, rassicurandolo del fatto che sarà lì a sostenerlo e aiutarlo ad alleviare il suo dolore.

«Will I be back? /The way I used to laugh/Will that be okay? /Like a see-saw with different ends/Ease the weight, slowly, little by little/Can I make it better? /It hurts so much.»

[…]

«What should I do? /Will I understand your frustration? /You’ll be back/The way you used to laugh/It’s gonna be okay/Like a see-saw with different ends/I’ll relieve the weight off you/Slowly.»

Heal dei The Rose contiene un messaggio di maggiore speranza sicuramente nelle canzoni Cure e Time, le quali oltre ad avere in comune le sonorità pop-rock che rappresentano il marchio di fabbrica dei The Rose, condividono uno sguardo ottimistico verso il futuro. Se la prima è una canzone forte che esorta gli ascoltatori a concentrarsi su sé stessi per potersi lasciare alle spalle il passato e guarire, la seconda è un invito a lasciare che il tempo passi e curi tutte le ferite, fino a quando guardare indietro non significherà guardare al passato con un sorriso perché è ciò che ci ha reso chi siamo ora.

«Every day we’re broken piece by piece/Need to remedy our minds, recover us.»

«This is the last time/Closing scene to your story/Thank you for your time/Cheers to a new opening/I’ll miss you endlessly/Hope we meet again someday/Smiling like before/Time will heal us.»

In conclusione, Heal dei The Rose è un’esperienza di guarigione a tutti gli effetti: è un album emotivamente delicato e rassicurante, che permette di lasciarsi andare alle emozioni, ma soprattutto di guardarsi dentro ed immedesimarsi in ogni singola parola perché, come detto dallo stesso Woosung, siamo tutti umani e ognuno di noi ha dei traumi da cui dover guarire.   

Fonte immagine in evidenza: Twitter X

A proposito di Rita Prezioso

Classe 1997, nata e cresciuta a Napoli. Curiosa per natura, da sempre appassionata di cultura in ogni sua forma, dall'arte alla musica passando per il cinema. Consumatrice seriale di serie tv e film. Nel tempo libero studentessa di Relazioni Internazionali.

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