Rapper italiani: i 5 intramontabili

Rapper italiani: i 5 intramontabili

A partire dalla metà degli anni ’90, sull’onda dell’hip-hop americano, anche in Italia si diffonde la musica rap. Alcuni dei rapper italiani della scena odierna sono dei veri e propri veterani, che nel corso degli anni hanno adattato il loro stile alle mode ed alle esigenze di un pubblico via via sempre più ampio.

Scopriamo insieme i 5 rapper italiani con una carriera impressionante alle loro spalle

1. Guè

Rapper italiani: i 5 intramontabili
Fonte: Cover ufficiale dell’album Guesus

Inizialmente membro del collettivo Club Dogo, Guè (nome d’arte di Cosimo Fini) è uno dei rapper italiani più celebri della scena. Dal rap old-school alla trap, dai brani autocelebrativi ai pezzi più introspettivi e personali, Guè ha collezionato 64 dischi di platino e 52 d’oro. Già a partire dal suo album da solista nel 2011 Il ragazzo d’oro poteva vantare featuring con alcuni fra i rapper italiani di maggior spessore, come Marracash e Jake La Furia. Il suo ultimo album Madreperla, uscito nel 2023 continua a onorare i pezzi storici della sua carriera, come Mollami pt. 2, che riprende Mollami, brano di Vero, il suo album in studio da solista. Nel corso di quest’anno si è impegnato per emozionare i fan più fedeli con un tour insieme a Jake e Don Joe, membri del trio Club Dogo, rendendo omaggio alla sua spettacolare carriera, con buona parte delle tappe andate sold out in pochissimo tempo. 
La loro reunion ha portato all’uscita dell’album Club Dogo a gennaio di quest’anno, che in sole 3 settimane è stato certificato disco di platino. Le tematiche affrontate nel corso della sua carriera sono molto varie e mostrano tante realtà, sia facendosi portavoce di un malessere generazionale, sia mettendo a nudo il proprio vissuto. Ad esempio, il brano Lontano dai guai con Mahmood è carico di nostalgia per la perdita del padre, ma allo stesso tempo spiega che il suo duro lavoro è volto ad assicurare a sua figlia un futuro. Nella sua discografia vengono trattati non solo temi superficiali, che mostrano il suo lato più gangster, ma anche la solitudine ed il vuoto con cui spesso devono convivere gli artisti e i personaggi pubblici.

2. Marracash

Rapper italiani: i 5 intramontabili
Fonte: Cover ufficiale dell’album Noi, Loro, Gli altri

Fra i rapper italiani più imponenti della scena è impossibile non citare il king Marracash, pseudonimo di Fabio Bartolo Rizzo, classe ‘79. Il rapper siculo-milanese esordisce nel 2004 con un progetto in collaborazione coi Dogo, PMC VS Club Dogo: The Official Mixtape, ma il boom lo fa sicuramente grazie all’album King del Rap del 2011, con brani celeberrimi come S.E.N.I.C.A.R. (feat. Guè) o Quando sarò morto (feat. Fabri Fibra e Jake La Furia). Nel 2016 i fan sono impazziti per l’album Santeria insieme al collega Gué, dove il loro stile si avvicina molto alla trap, che in quegli anni era in vetta alle classifiche; infatti, il singolo Scooteroni RMX con il trapper Sfera Ebbasta, presente nella riedizione di Santeria, è stato certificato platino 3 volte.
Nel brano
Purdi, così come anche in Pagliaccio e Cosplayer, è presente un dissing al collega Fedez, cosa che ha fatto parlare molto di questi due noti rapper italiani anche sui social; la critica di Marracash è rivolta a tutti quei personaggi pubblici che vogliono solo apparire e a «chi sposa la causa solo quando gli conviene», citando appunto Cosplayer. Grazie all’album Persona del 2019 è stato certificato ben 7 volte disco di platino, e nel successivo Noi, Loro, gli Altri, Marracash ha affrontato molte tematiche profonde e personali, come in CRUDELIA – I nervi, in cui parla di una relazione tossica, oppure Dubbi, dove parla della sua infanzia poco agiata e delle insicurezze che lo accompagnano nel suo percorso artistico.

3. Fabri Fibra

Rapper italiani: i 5 intramontabili
Fonte: Cover ufficiale dell’album Guerra e Pace

Fabrizio Tarducci, in arte Fabri Fibra, è senza dubbio uno dei primi in Italia ad avvicinarsi al rap. Infatti, la sua prima apparizione risale al 1999 con Sindrome di fine millennio insieme al collega Lato, col quale era nel gruppo Uomini di mare. Il suo album da solista, Turbe giovanili (certificato oro), appare nel 2002, ma a renderlo “il rapper italiano del momento” è stato l’album Mr. Simpatia (disco di platino), dove spicca il brano Rap in vena, poiché spiega il rapporto dell’artista con la musica, la quale gli permette di esprimere se stesso in modo autentico, senza conformarsi alla società. Fabri riesce perfettamente a conciliare il rap old-school con le tendenze più moderne, senza mai rinunciare al suo stile o al suo flow, denunciando l’ipocrisia e la corruzione del suo Paese. Un esempio è dato dal pezzo In Italia (dall’album del 2007 Bugiardo) con la grandissima Gianna Nannini, che parla del Paese delle mezze verità, che ha tanti pregi, come l’arte, ma altrettanti difetti, come la mafia. Di questo brano è stato pubblicato quest’anno anche il seguito, In Italia 2024, assieme ad Emma e Baby Gang.

Nel 2010, dall’album Controcultura, l’Italia impazzisce per Tranne te: con 3 dischi di platino, questa canzone dalla base innovativa stile house, è una critica velata dell’artista nei confronti di tutti coloro che gli chiedono di stare al passo coi tempi, di essere futuristico, come recita il ritornello. Nell’album del 2012 Guerra e pace, il rapper si impegna nel sociale, devolvendo parte dei ricavi del brano L’italiano balla in beneficenza, in particolare per i danni causati dal terremoto in Emilia Romagna. Tuttavia, la sua carriera non è immacolata: è stato accusato di omofobia nei confronti di Valerio Scanu e Marco Mengoni, che lo ha portato all’esclusione dal concerto del Primo Maggio a Roma nel 2013. Inoltre, è noto a tutti i seguaci del rap italiano il suo eterno dissing (vinto da lui) con Vacca: tutto è cominciato nel 2014, dopo che Fabri fu escluso dalla lista dei 10 migliori rapper italiani di Vacca, nonostante i due avessero già collaborato in passato; Fibra rispose dicendo in un’intervista di essere più amico che fan di Vacca e da quel momento in poi sono iniziate le frecciatine (nemmeno tanto velate) fra i due artisti. La carriera di Tarducci è davvero impressionante ed oltre al rap, che lo consolida di anno in anno fra i rapper italiani più forti, è approdato addirittura come giudice su Netflix nel talent Nuova Scena

4. Emis Killa

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Fonte: Cover ufficiale dell’album Mercurio

Emiliano Rudolf Giambelli, nato a Vimercate nel 1989, è il nome d’arte di Emis Killa. Anche se il rapper italiano esordisce come freestyler, sbarca giovanissimo nel mondo del rap con 3 Mixtape, dal 2009 al 2011: Keta Music, Champagne e spine e The flow clocker vol.1. Nel 2012 si guadagna un posto fra i big del rap grazie all’album L’erba cattiva, che resta nelle classifiche per oltre un anno e vede la partecipazione dei rapper più affermati, come Guè, Marracash o Fabri Fibra. In questo disco l’artista esplora diversi lati di sé, con canzoni più leggere ed autocelebrative come Sulla luna, dove dice a chi non lo ascolta di non capire nulla (in modo molto colorito), ma anche brani personali, come Tutto quello che ho, dove dedica alla madre delle rime molto toccanti. Ed è proprio in questo album che è presente Parole di ghiaccio, uno dei singoli più famosi della sua intera carriera che è stato certificato platino 2 volte. L’anno successivo Emis Killa accresce la sua notorietà con Mercurio, album con 2 dischi di platino, che presenta anche una collaborazione internazionale con Skin in Essere umano. In quest’album l’artista mette in discussione sé stesso, parlando del suo rapporto con la religione in Lettera dall’inferno, in cui cerca una spiegazione per il male che lo circonda, in un discorso a tu per tu con Dio, accusandolo: «Considerando le volte in cui vedi e non agisci, forse conviene farci credere che non esisti». Nella 5 Stars Edition dell’album si trova anche Maracanã, singolo scritto in occasione dei Mondiali di calcio del 2014.

Per la gioia dei più nostalgici, nel 2015 viene pubblicato il mixtape Keta Music Vol.2, omaggiando Emilietto lo zarro (il suo primo pseudonimo) ma conciliandolo col nuovo Emis Killa, più maturo e consapevole. La sua carriera va al di là della musica, come dimostra la sua partecipazione nei panni di giudice a The Voice Italy nel 2016. Il album dell’artista, Supereroe, lo conferma fra i rapper italiani di maggior successo nel 2017, dividendosi tra brani personali e pezzi più commerciali. L’anno successivo diventa padre di Perla Blue, e nelle interviste in occasione del nuovo album Effetto Notte del 2023 ha dichiarato  di non voler scrivere canzoni per sua figlia: «Se la farò, voglio che le arrivi come uno schiaffo emotivo e comunque il rapporto con la mia famiglia è una cosa intima e quindi sarei capace di scriverla e farla sentire solo a lei. Non farei mai la paraculata di scrivere una canzone per mia figlia solo per avere successo».

5. Salmo

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Fonte: copertina ufficiale di Hellvisback

Salmo, alter-ego di Maurizio Pisciottu, è un rapper e produttore discografico italiano nato ad Olbia nel 1984. Inizia la sua carriera musicale all’età di 13 anni, incidendo le sue prime rime fra il ’97 ed il ’98. Nel ’99 ha realizzato e pubblicato i demo Premeditazione e dolo coi rapper olbiesi Bigfoot e Scascio (coi quali formava l’omonimo gruppo “Premeditazione e Dolo”), mentre nel 2004 ha pubblicato il demo da solista, intitolato Sotto pelle; l’anno seguente poi ha prodotto e pubblicato il demo Mr. Antipatia. Nel 2011 pubblica il suo album in studio, intitolato The Island Chainsaw Massacre, che in poco tempo dà al rapper notorietà nella scena rap italiana, venendo anche pubblicamente apprezzato da Marracash per le sue capacità e la personalità molto forte di Salmo. L’anno seguente ha partecipato al mixtape Machete Mixtape (autoprodotto dalla Machete Empire Records) al quale hanno partecipato diversi rapper della scena italiana come EnsiBassi MaestroClementino e MadMan. Il rapper di Olbia è molto rispettato ed ammirato all’interno della scena rap italiana, ed è ritenuto il miglior performer fra gli artisti di questo genere per i suoi concerti esplosivi e semplicemente potentissimi. La sua penna è temuta e fra le più pungenti del settore, e non ha niente da invidiare a nessuno anche per quanto concerne la sua cultura musicale, avendo spaziato fra vari generi durante la sua lunga carriera.

Inoltre il suo nome è ormai conosciuto anche sui set cinematografici, essendo un grande appassionato di arte e soprattutto di cinema. Non a caso, in occasione dell’ultimo progetto in studio di Salmo CVLT pensato e creato in collaborazione col rapper e produttore romano Noyz Narcos, l’artista sardo ha deciso di coinvolgere anche il celeberrimo Dario Argento, per la produzione di un corto che ha funto poi da spoiler e promo dell’album stesso, dandogli quel contesto da cinema dell’orrore tipica del Maestro. Ma Salmo ha fatto anche la sua comparsa in tv, quando nel 2022 fu presentata su Sky la serie televisiva Blocco 181, curata nelle produzioni musicali da Salmo. In contemporanea, il 27 maggio fu distribuita la relativa colonna sonora, intitolata Blocco 181 – Original Soundtrack. Infine, nel 2023 ha presenziato al Festival di Sanremo in qualità di ospite durante la prima e l’ultima serata, oltre ad aver duettato con Shari (concorrente al festiva) in un medley di alcuni brani di Zucchero.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

Articolo di Mariateresa Amato e Gianluca Zambrano

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