Massimo Troisi riceve una laurea honoris causa in Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria

Massimo Troisi, la sorella dell’attore e comico di San Giorgio a Cremano riceve la laurea honoris causa del fratello

Massimo Troisi, il comico e l’attore teatrale e cinematografico nativo di San Giorgio a Cremano, ha ricevuto una laurea honoris causa  in Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria. La celebrazione è avvenuta il giorno lunedì 20 febbraio nella Chiesa dei Santi Marcellino e Festo a Napoli. L’evento, organizzato dal dipartimento di Studi umanistici dell’Università Federico II, ha omaggiato il grande attore sangiorgese  come uno dei massimi esponenti della cultura partenopea, italiana e mondiale. 

È stato presieduto dal rettore della Federico II Matteo Lorito assieme al Sindaco di Napoli Gaetano Manfedi (ex rettore dell’ateneo campano), dai primi cittadini dei comuni di San Giorgio a Cremano  (Giorgio Zinno), Portici (Vincenzo Cuomo) e San Sebastiano al Vesuvio (Giuseppe Panico), dal direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi, dalla professoressa di cinema e televisione Anna Masecchia, dalla scrittrice Anna Pavignano, da Enzo Decaro e dalle sorelle del defunto (Anna e Rosaria). Nonostante fosse confermata la loro presenza, l’attore Lello Arena e lo scrittore Maurizio de Giovanni non sono riusciti a partecipare alla proclamazione. Invece, Vincenzo Mollica e Renzo Arbore hanno preso parte tramite due videoclip, dove hanno omaggiato Troisi. 

Massimo Troisi
Foto di Salvatore Iaconis

Massimo Troisi come un riferimento per uno studente fuori sede per il rettore Matteo Lorito

In primis, il rettore Lorito ha ringraziato i partecipanti della lectio magistralis. Egli ha descritto la bellezza della struttura ecclesiastica ospitante  (intrisa “di sacralità, di arte e di bellezza” ) come quella di un luogo «unico in quanto frutto di stratificazione storica, culturale e architettonica, risultato di un grande lavoro nel corso degli anni», dove poter celebrare uno dei massimi esponenti della recitazione nella cultura napoletana. 

«Una combinazione di entusiasmo e di incertezze, vissute dalla gioventù meridionale a cavallo tra la fine degli anni Settanta e agli inizi degli anni Ottanta, tra l’incompiuta emancipazione e una voglia di profondo cambiamento. Una gioventù meridionale stretta in un profondo benessere; inteso come non aver vissuto la guerra ma anche una mancanza sentita di opportunità. Tutto sommato, una generazione che ancora sentiva il bisogno di rifugiarsi nei valori tradizionali, di un’esistenza di rapporti umani: con i familiari, con gli amici più stretti, con il partner, in un mondo senza social che oggi sarebbe difficile da immaginarsi. Una mia nota personale. Proviamo a immaginare quanto può essere forte l’affiliazione emotiva di uno studente fuori sede rispetto al personaggio di Gaetano diRicomincio da tre, un giovane appena ventenne, allontanatosi dal caos post-terremoto e approdato nel 1981 (quando usciva questo film), in un’università in Toscana. Spinto dalla volontà di de-provincializzarsi, di dover guardare oltre la propria famiglia e gli amici della propria piazza, quelli che ti rassicuravano ma totalmente impreparato ad affrontare quello che lo aspetta.Li sentiamo così forti i personaggi di Troisi in quella colonia di fuori sede dei meridionali al punto che quelle espressioni entrarono a far parte del nostro slang.».

Il ricordo del direttore di dipartimento Mazzucchi 

Dopo l’intervento del rettore, il direttore del Dipartimento di studi umanistici Andrea Mazzucchi ha preso la parola. Secondo il suo parere, in passato è stata consegnata la laurea honoris causa ad Antonio De Curtis; adesso, tocca all’attore sangiorgese (nonché suo erede) in quanto è stato notato “un forte radicamento nel pubblico” e rivelato una “duratura resistenza della sua opera”. Il defunto, con i suoi pochi film e le esperienze sul palcoscenico, ha ispirato studi di molti docenti e studenti del dipartimento umanistico. Massimo Troisi avrebbe presentato nelle sue opere una nuova visione della realtà, la nuova città di Napoli e il suo cambiamento nel corso della seconda metà del Novecento. 

La professoressa della Federico II Anna Masecchia ricorda il passaggio di Troisi dal teatro al cinema 

Successivamente, c’è stato l’intervento della professoressa Masecchia  con le seguenti parole:

«È vero, Troisi ha indossato una maschera di pulcinella e l’ha fatto (giovanissimo) nel film di Scola, ma è sempre stato un pulcinella senza maschera. Si impegno ad essere qualcuno dei suoi sogni, portando avanti un teatro e un cinema un azione di una lunga tradizione. Figlio di Alfredo, un ferroviere, e di Elena, una casalinga, non era figlio d’arte e la famiglia è stato in primo luogo d’incubazione di un talento spettacolare…»

In seguito, la platea presente in chiesa ha scoperto che la “prima compagnia di Troisi fu la famiglia”. Dal momento che «egli viveva con i genitori, le sorelle, i due nonni e una coppia di zii con i cugini», ogni giorno «[i parenti] se ne uscivano sempre con trovatesuccedevano cose inaudite»

Con il suo amico Decaro nasce il Gruppo della Smorfia, che continua ad associare alla linea delle farse di De Filippo e Scarpetta una forte attenzione per i temi contemporanei. Soprattutto, per urgenze generazionali nella forma dello spettacolo da cabaret che incrocia lazzi e sperimentazioni, confinando così in una forma che farà loro compiere veramente un grosso salto nella scena televisiva italiana, dove, il 1979 è stato l’anno della consacrazione con “l’Effetto smorfia” (con due puntate in cui si esibisce solo il trio). Nei loro sketch si rovesciano tanti clichés del napoletano e della napoletanità con tutto l’esasperato teatro che toccano fede e superstizione. Ma  c’è anche il conflitto tra i valori tradizionali dello stile di vita dei giovani che subisce i suoi effetti nei movimenti recidivi del ’68, il femminismo. Le donne di Troisi che ci parlano di forza. C’è la velocità con cui il capitalismo cambia faccia, c’è il tema di un mondo, in cui si slabbra i confini e gli orizzonti valoriali e culturali, non in cui si ibridano stili di vita di classi sociali diversi ma molti giovani passano da una parte all’altra.

Giovani uomini e donne che ne sentono il peso e sanno che bisogna reinventare alcuni valori, il mondo gli dice che possono restare giovani più a lungo ma sono stati educati da genitori che sono diventati adulti molto presto. Partecipazione, responsabilità, impegno non solo attraverso una creatività artistica ma nella sostanza di una presenza pubblica nel procedere delle intenzioni di situazione attraverso la scrittura, la comicità, l’emancipazione a più tempi, la regia cinematografica. Tutto questo converge e si potenzia in un capolavoro indiscusso come Ricomincio da tre, del 1981, scritto da Anna Pavignano. Nel titolo ci sono i tre del trio, omaggio ai soliti amici e le tre cose, che al personaggio Gaetano era riuscito a fare. Con questo film Troisi mostra l’autorialità di un attore che trova tanti temi e tanti elementi. 

Fonte immagine di copertina: Salvatore Iaconis

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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