13 febbraio: Giornata Mondiale della radio

13 febbraio: Giornata Mondiale della radio

Un mezzo di comunicazione veloce che non è si è spento con l’avvento della televisione e  con la diffusione di internet. 

La radio è il mezzo con cui avviene la trasmissione di contenuti sonori forniti in tempo reale da più utenti situati in una o più aree geografiche. Al giorno d’oggi la radio può sembrare, per le giovani generazioni, un mezzo un po’ antiquato. In realtà si tratta di una delle invenzioni più importanti della modernità, che cambiò totalmente il modo di comunicare. Per questo motivo, ogni anno, il 13 febbraio, l’Unesco celebra la Giornata Mondiale della radio. La data è stata scelta nel 2012 e ricorda la prima trasmissione radio dalle Nazioni Unite effettuata nel 1946. Oggi la radio è diventata multipiattaforma, accessibile a chiunque e ovunque: dalle radio libere alle web radio fino ai podcast, la comunicazione viaggia ancora attraverso uno strumento che non accenna a perdere colpi, ma che anzi si adatta ai cambiamenti tecnologici e tiene il passo ponendosi in continua evoluzione.

13 febbraio: Giornata mondiale della radio.

Il tema di quest’anno.

L’Unesco incoraggia tutti i paesi a celebrare questa Giornata intraprendendo attività con diversi partner, come associazioni e organizzazioni di radiodiffusione nazionali, regionali e internazionali, organizzazioni non governative, organizzazioni dei media, organi di stampa e il pubblico in generale. Il 13 febbraio 2023 si celebra la dodicesima edizione della Giornata Mondiale della radio sul tema “Radio e Pace”. Nel contesto delle guerre in corso in diverse parti del mondo, dell’aumento del numero di migranti a causa dei conflitti, della crescente polarizzazione nelle società e dell’estremismo violento, questa edizione mira a mostrare il lavoro della radio per continuare a portare notizie e intrattenimento alla popolazione anche in situazioni difficili. La Giornata mondiale della radio 2023 si concentra anche sul servizio del diritto delle persone all’informazione e alla libertà di espressione, senza compromettere i principi giornalistici o infiammare il dibattito pubblico e responsabilizzare i potenti.

Storia e origini della radio

La Giornata Mondiale della radio, che ricorre ogni 13 febbraio, è un’occasione di celebrazione a livello internazionale dell’intramontabile mezzo di comunicazione, il quale però possiede radici italiane. Era il 5 marzo del 1896 quando il fisico italiano Guglielmo Marconi brevettò la radio per la prima volta. Lo fece a Londra, città in cui si era trasferito per proseguire gli studi. La validità della sua scoperta, però, fu riconosciuta solo quando il segnale riuscì ad arrivare oltreoceano, nel 1907. Scoperta che nel 1909 gli valse il premio Nobel per la Fisica e che cambiò la storia delle comunicazioni. La tecnologia alla base della radio è frutto di ricerche indipendenti che si sono succedute nel corso del tempo, come per esempio gli studi per realizzare il telegrafo nella prima metà dell’ ‘800. Infatti, prima che Marconi e il russo Aleksandr Stepanovic Popov iniziassero a lavorare separatamente al progetto della radio, alcuni scienziati avevano già scoperto l’esistenza delle onde radio che viaggiano nell’aria e che possono essere intercettate con appositi strumenti. La svolta è merito di James Clerk Maxwell, teorico scozzese dell’elettromagnetismo, e Heinrich Rudolf Hertz, fisico tedesco che sperimentò per la prima volta l’esistenza delle radiazioni elettromagnetiche.

La radio poi divenne uno dei principali strumenti di comunicazione in tutto il mondo. Oltre a fungere da apripista a successive invenzioni, prima su tutte, la televisione, la trovata di Marconi accorciò idealmente le distanze tra le persone, mettendo in contatto i punti più lontani del globo. Inoltre, furono importanti le applicazioni in campo navale, perché gli S.O.S inviati da imbarcazioni in difficoltà poteva davvero chiamare in breve tempo l’aiuto dei soccorsi e salvare molte vite: un esempio lampante fu la sciagura del Titanic. Quando poi la radio divenne un apparecchio ad uso domestico, le trasmissioni assunsero ulteriore importanza. Da una parte, infatti, si diffuse l’abitudine ad ascoltare la musica, permettendo lo sviluppo di nuove forme artistiche, dall’altra questa tecnologia fu un grande strumento nelle mani della politica. Il regime fascista di Mussolini, ad esempio, fece ampio ricorso alla radio per propagandare proclami e discorsi al popolo.

Differenza tra sistema radio tradizionale e quello digitale.

Oggi, 13 febbraio, è la Giornata Mondiale della radio ed è importante anche capire come funziona questo strumento di comunicazione che attraversa intere generazioni. L’utilizzo della tecnologia della radio tradizionale consiste nel ricevere un segnale radio di una certa frequenza, ossia il canale. La “cattura” di questa frequenza si chiama sintonia (da qui il verbo “sintonizzarsi”), mentre l’insieme delle tecniche per permettere la ricezione del segnale si chiama modulazione. Una volta modulato, il segnale passa dal ricevitore che lo codifica e lo trasmette sotto forma di suono. Naturalmente la radio progettata da Marconi non è la stessa che usiamo oggi. Per migliorare la qualità delle trasmissioni, infatti, ora negli apparecchi più moderni viene installata la radio digitale o Digital radio, per dirla all’inglese.

Il Digital Audio Broadcasting (DAB) in realtà venne sviluppato già negli anni ’90, ma in Italia si è diffuso il suo utilizzo solo da poco, tra l’altro con l’impiego dell’evoluzione della tecnologia, la DAB+. Questo nuovo modo regala una qualità del suono molto maggiore, azzera le interferenze e consente la presenza di contenuti multimediali come i “sottopancia” dove si indicano i titoli delle canzoni trasmesse dall’emittente. Con l’avvento di Internet, sono nate moltissime web radio che diffondono il suono attraverso la Rete. Queste web radio non necessitano di trasmettitori per diffondere il segnale, ma arrivano in qualsiasi posto (anche il più lontano), con una semplice connessione Internet

In conclusione è  proprio la sua immediata accessibilità il motivo per il quale la radio, nonostante invecchi anno dopo anno, rimanga sempre giovane e dinamica. Per questo è  molto importante la data del 13 febbraio. Secondo l’ONU la radio è la piattaforma per antonomasia dove si dialoga democraticamente ed è il mezzo di comunicazione più diffuso al mondo. I suoi costi contenuti rappresentano il modo più semplice per raggiungere gli individui più vulnerabili e le comunità più isolate. Così facendo tutti possono accedere al dibattito pubblico, qualunque sia il livello di istruzione.

Fonte immagine: Pixabay. 

A proposito di Rosaria Cozzolino

Sono nata il 13 marzo 1998 a Pollena Trocchia (NA). Fin dall’infanzia ho sempre cercato nuovi modi per esprimere la mia creatività e il mondo delle arti mi ha sempre affascinata e attratta. Ho frequentato per quattordici anni la scuola di danza classica e contemporanea “Percorsi di Danza” di Angelo Parisi, per poi abbracciare un’altra mia grande passione, il teatro, entrando nell’ “Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema” di Gianni Sallustro. La letteratura e la cultura umanistica in tutte le sue sfaccettature sono da sempre il faro costante della mia vita e ho deciso di assecondare questa mia vocazione frequentando il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano D’Arco (NA). Nel 2017 mi sono iscritta alla facoltà di Lettere Moderne presso l’università Federico II (NA) e ho conseguito la laurea nel luglio 2021 con una tesi in Letterature Moderne Comparate. Al momento sono specializzanda in Filologia Moderna sempre presso la Federico II e continuo a coltivare tanti interessi: la lettura, il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte ma anche i viaggi e la scoperta di posti nuovi. Credo fermamente che la cultura sia il nutrimento migliore per l’anima ed è quello che vorrei trasmettere con la scrittura.

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