3 luglio 2017, Paolo Villaggio morì lasciandoci il personaggio di Fantozzi come ricordo

3 luglio 2017

3 luglio 2017, Paolo Villaggio morì in una clinica a Roma a causa di problemi di salute. Con lui ci lasciò anche il ragionier Fantozzi.

Era il 3 luglio del 2017, quando Paolo Villaggio si spense al Paideia International Hospital, nel quartiere Parioli a Roma. Dedicò la sua vita alla scrittura di racconti e all’interpretazione di personaggi che l’hanno reso celebre nel cinema italiano degli anni Settanta e Ottanta.

Paolo Villaggio e i suoi alter ego: Fantozzi, Fracchia, Sperelli e Kranz

Villaggio divenne famoso per merito di molti personaggi inventati per la letteratura, la radio, il teatro e il cinema, tra i quali abbiamo il noto ragionier Ugo Fantozzi, Giandomenico Fracchia, il maestro elementare Marco Tullio Sperelli e il professor Otto von Kranz. L’impacciato e sottomesso ragioniere è il personaggio che gli italiani ricorderanno per sempre, nonché quello più “riuscito” di Villaggio. Fantozzi rappresenta l’italiano medio, in possesso di un’ottima istruzione secondaria superiore e dedito al lavoro in una grande ditta del Nord, ma si rivela essere un uomo oppresso dal datore di lavoro e deluso dalla relazione con la moglie.

Nato come personaggio nel programma radiofonico Quelli della domenica, il ragioniere arrivò sulla carta stampata grazie al volume du racconti Fantozzi del 1971 (pubblicato dall’editore Rizzoli). Il successo dell’opera permetterà a Villaggio di scrivere un seguito, dal titolo Il secondo tragico Fantozzi (1974), e di far approdare la sua invenzione  sui grandi schermi.

Era il 1975 e nelle sale italiani fu distribuito il primo film dedicato a Fantozzi, una pellicola che condivideva con il protagonista il nome ed era diretta da Luciano Salce. Quest’ultimo si occupò della regia del sequel, ovvero Il secondo tragico Fantozzi (1976). In seguito Salce lasciò il suo ruolo a Neri Parenti, il quale diresse i titoli: Fantozzi contro tutti (1980, co-diretto con Villaggio), Fantozzi subisce ancora (1983), Superfantozzi (1986), Fantozzi va in pensione (1988) Fantozzi alla riscossa (1990), Fantozzi in paradiso (1993) e Fantozzi – Il ritorno (1996); invece, l’ultima avventura cinematografica del ragioniere (ossia Fantozzi 2000- La clonazione, del 1999) ebbe come regista Domenico Saverni. 

Fantozzi non è solo nel suo microcosmo. Ad accompagnarlo ci sono il collega e suo fidato amico Filini (interpretato da Gigi Reder), la moglie Pina (interpretata prima da Liù Bosisio e poi da Milena Vukotic) e la figlia Mariangela (successivamente sostituita dalla nipotina Ughina), l’affascinante Signorina Silvani (interpretata da Anna Mazzamauro), il “Megadirettore Galattico” Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam (Paolo Paoloni) e la sua “nuvoletta nera” da impiegato che lo perseguita nel primo film.

Fantozzi rappresenta l’italiano medio negli anni Settanta e Ottanta, durante il  benessere economico

Il riso suscitato dal personaggio di Villaggio ha “il sapore amaro”, è una risata umoristica che sbeffeggia l’Italia borghese degli anni Settanta e Ottanta. Il professore Francesco Barbagallo nel suo volume Storia contemporanea dal 1815 ad oggi afferma che, dopo il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, il Belpaese conobbe rapide trasformazioni politiche e sociali.

Gli Anni di Piombo divennero famosi per il terrorismo rosso di matrice brigatista (falange estrema della sinistra che criticava la lotta armata del Partito Comunista, in quanto ritenuta troppo debole) e per quello nero di stampo neofascista, il caso del P2 (la loggia massonica che avrebbe controllato l’Italia), il fallito Golpe Borghese del 1973 organizzato da Junio Valerio Borghese e il Fronte Nazionale (movimento di stampo neofascista), l’approvazione del divorzio attraverso la legge Fortuna-Baslini, il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, la nascita del Pentapartito con l’alleanza tra Democrazia Cristiana,  Partito Socialista italiani e altri tre partiti più piccoli, l’arrivo di nuove mode come quella dei paninari nella Milano degli anni Ottanta, l’ascesa di Silvio Berlusconi con la nascita di Canale 5 e la diffusione di reti televisive private (come Rete 4) oppure tv locali (esempio Canale 9 o Telelombardia). Molti intellettuali italiani erano spaventati dalla diffusione di ideali consumistici nella società che aveva abbracciato il modello capitalista di matrice angloamericano e sottolineavano il falso mito del progresso e questo “falso benessere che nasconde un sostrato di malessere”.

Per questo motivo, Villaggio scese in campo con quella che Roberto Benigni definì (sul quotidiano Sky Tg24) la prima “maschera (di Carnevale) nazionale”. Il comico ligure crea Fantozzi, che si rivela essere vittima di mobbing presso i colleghi e il suo datore di lavoro, tormentato dall’insoddisfacente matrimonio con Pina e dalla passione per la Signorina Silvani (vista come una femme fatale, come il suo oggetto del desiderio), deluso dalla bruttezza fisica della figlia Mariangela (apostrofata come una scimmia) e dalla sua condizione di piccolo borghese. Tra le gag ricorrenti del personaggio ricordiamo la storpiatura del suo cognome (da Fantozzi a Fantocci, Bambocci, Pupazzi o il volgare Mortacci) e la sua espressione con la lingua da fuori da allupato (quando pensa a qualcosa di erotico-osceno o mentre vede film a luci rosse in Fantozzi va in pensione).

Il successo di questo personaggio ebbe anche effetti negativi sulla carriera di Paolo Villaggio.  Fu costretto per ragioni economiche (legate al ricovero del figlio Piero nell’Istituto di San Patrignano) a creare di cloni di Fantozzi in altri film: I Pompieri (1985), Missione eroica-I Pompieri 2 (1987), Scuola di Ladri (1986), Rimini Rimini (1987), Le comiche (1990), Le comiche 2 (1991), I no spik inglish (1995) e Banzai (1997). 

Gli altri personaggi interpretati da Villaggio 

Villaggio interpretò anche altri noti personaggi. Il professor Konz in una serie di sketch per il programma radio Quelli della domenica, l’impiegato Giandomenico Fracchia e il maestro Sperelli. Fracchia approda sul piccolo schermo (dopo le sue origini a Quelli della domenica) grazie alla serie tv Giandomenico Fracchia- Sogni proibiti di uno di noi, in seguito arriva al cinema con Fracchia la belva umana (1981) e Fracchia contro Dracula (1985), in cui il geometra di Villagio deve affrontare il nobile transilvano creato da Bram Stocker nel 1897. 

Infine, il comico genovese collaborò con la regista Lina Wertmüller per il film Io speriamo che me la cavo (1992), liberamente tratto dal romanzo omonimo dello scrittore partenopeo Marcello D’Orta. Questa volta la pellicola è di genere drammatico, è la storia di un maestro elementare ritrovatosi a Corzano (immaginario paese della provincia di Napoli, ispirato ad Arzano) anziché a Corsano per un grave errore burocratico.

Giunto nel comune campano, Sperelli si ritrova in una situazione difficile. I bambini non sono motivati a recarsi a scuola e preferiscono lavorare e portare avanti le loro famiglie, la criminalità domina la città, mentre le istituzioni (tra cui la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Edmondo De Amicis) sono totalmente disinteressate. Tra tutti i bambini della classe, Raffaele (interpretato da Ciro Esposito) si dimostra quello più affezionato al maestro rispetto ai suoi amici, proprio quell’insegnante che riesce ad allontanarlo dalla cattiva strada nonostante le difficoltà iniziali nel convincerlo a scegliere la legalità. Raffaele consegna un suo tema, dedicato all’episodio biblico preferito, prima che l’adulto parta. L’elaborato scolastico accompagnerà il maestro nel viaggio di ritorno, soprattutto l’ultima frase del testo che riecheggia con voce fuori campo. Si tratta della seguente proposizione: “ed io speriamo che me la cavo” (dove c’è un grave errore di grammatica, dal momento che l’alunno ha usato il presente indicativo anziché quello congiuntivo). 

Fonte immagine di copertina dell’articolo “3 luglio 2017, l’attore e comico Paolo Villaggio morì lasciandoci Fantozzi come ricordo”: Wikipedia Commons

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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