Ruoli di genere: perché la donna di potere intimidisce?

Che la nostra sia sempre stata una cultura fondata sul patriarcato non è certo un mistero. Anzi, sin dagli albori il ruolo della donna è stato visto come marginale e subordinato alla figura del capo famiglia, il quale doveva provvedere ai bisogni delle persone che facevano parte del proprio nucleo familiare. I ruoli erano definiti: Il padre cacciatore, procacciava la cena, mentre la madre, allevatrice, si occupava di accudire i figli e la casa.

Per secoli, le cose si sono svolte in questo modo. Le bambine erano vestite di rosa, venivano dati loro giocattoli che richiamassero il ruolo della donna all’interno della casa, la loro educazione girava intorno l’apprendimento delle buone maniere e la ricerca di un marito. Gli unici compiti che dovevano assolvere erano interni alle pareti domestiche e tale propensione per la cura degli altri ha fatto sì che nel mondo del lavoro le donne riprendessero queste stesse mansioni.

Quando quest’ultime si sono conquistate un ruolo nel mondo del lavoro, in seguito alla prima guerra mondiale, le loro occupazioni sono sempre state legate essenzialmente alla cura degli altri. Dall’infermiera alla segretaria, la donna è sempre stata relegata a ruoli marginali, lontana dal potere.

Fatto sta che, negli ultimi decenni, con l’emancipazione, la donna ha mosso i primi passi che l’hanno portata a uscire dal suo bozzolo e ad affermarsi anche in ruoli considerati “impegnativi” e tipicamente “maschili”. Nonostante questo, però, c’è chi continua a vederla come emblema della figura fragile e debole, e ciò porta gli uomini -ma soprattutto le donne- a guardare la donna potente e in carriera con disprezzo.

La domanda che ci poniamo qui è: perché?

Secondo alcuni studi sociologici, questa struttura totalmente asimmetrica -generata nella suddivisione dei lavori- nasce principalmente dall’affermazione del dominio maschile in quasi tutti i campi sociali, nell’epoca in cui alle donne non era consentito di partecipare alla vita cittadina, di votare o di accedere alle università. Questo ha fatto sì che anche la donna vedesse sostanzialmente se stessa unicamente come moglie e madre, incapace di aspirare a qualcosa di completamente diverso per sé.

E se per gli uomini la donna potente, stravolge completamente i ruoli di potere, relegando l’uomo a sentirsi minacciato nella sua posizione di capo branco; per quanto riguarda le donne, quest’ultime non si sentono orgogliose della loro coetanea, ma la guardano con disprezzo per ben altri motivi.

 

 

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