L’utilità delle discipline umanistiche: la cultura è fondamentale

La fiera del luogo comune sulle discipline umanistiche

Quanto più basso è il livello culturale del contesto sociale, tanto più facilmente si allestiscono fiere del luogo comune, il quale luogo comune non è detto sia debellato con una buona cultura. Molto spesso, infatti, il progresso umano viene bloccato da una logica utilitaristica nei confronti del sapere, che viene considerato non come strumento di crescita e comprensione, ma come mero mezzo per ottenere vantaggi personali.

Contro il luogo comune: perché le discipline umanistiche non sono inutili

Chiaramente, chiedersi “A cosa servono le discipline umanistiche?” è un luogo comune che rivela una visione limitata e superficiale del sapere. Pensare è l’imperativo categorico dell’uomo, ciò che lo distingue dagli altri esseri viventi. E le discipline umanistiche (storia, filosofia, letteratura, arte) sono gli strumenti fondamentali per sviluppare il pensiero critico, la capacità di analisi e la comprensione del mondo che ci circonda.

Per comprendere appieno il valore delle discipline umanistiche, si possono seguire alcuni passaggi:

  1. Studiare la Storia Moderna: per capire quanto sia profonda e radicata la tradizione culturale occidentale, e come essa abbia plasmato il nostro modo di pensare e di vivere.
  2. Confrontarsi con realtà diverse: viaggiare in paesi con un diverso livello di sviluppo culturale e sociale può aiutare a comprendere l’importanza della conoscenza e del pensiero critico per il progresso umano.
  3. Riflettere criticamente: tornare a porsi la domanda iniziale (“A cosa servono le discipline umanistiche?”) e cercare una risposta che vada oltre il semplice “a niente”.

Il pensiero di Vico: la sapienza poetica e la memoria dei popoli

Numerosi sono gli intellettuali che nel passato si sono interrogati sulla presunta utilità delle discipline umanistiche; tra i pensatori più incisivi per debellare oggi il luogo comune ci sono il napoletano Vico e Ugo Foscolo.

Giambattista Vico, nella sua opera Scienza Nuova (in particolare nel libro II, “Della sapienza poetica”), si concentra sul mito come forma di linguaggio non razionale, ma fantastico e immaginifico. Per Vico, il mito è la chiave per comprendere l’origine del sapere umano e l’organizzazione delle prime società. Decifrare il linguaggio del mito significa ricostruire i modelli organizzativi e culturali delle epoche passate, e quindi trarre insegnamenti per il presente e per il futuro. La memoria del passato, conservata e trasmessa attraverso il mito e la poesia, è fondamentale per la costruzione della civiltà.

Foscolo e i Sepolcri: la poesia come memoria e civiltà

Anche Ugo Foscolo, nel suo carme Dei Sepolcri, riflette sul valore della memoria e della tradizione. Inizialmente, si interroga sull’utilità delle tombe, ma poi ne riconosce il valore simbolico e civile: le tombe dei grandi uomini (quelle pubbliche, monumentali) diventano un esempio da seguire, un monito per le generazioni future. Allo stesso modo, Foscolo attribuisce alla poesia una funzione simile: quella di conservare e tramandare il ricordo delle gesta eroiche e dei valori fondamentali della civiltà. La poesia, come le tombe, diventa uno strumento per perpetrare la memoria e per ispirare le azioni future.

Memoria, storia, pensiero e arte: i pilastri della civiltà

La memoria è civiltà, come la storia, il pensiero e l’arte. Le discipline umanistiche, studiando e interpretando il passato, ci permettono di comprendere il presente e di costruire un futuro migliore. Ci forniscono gli strumenti per analizzare criticamente la realtà, per sviluppare un pensiero autonomo e per apprezzare la bellezza e la complessità del mondo che ci circonda.

Investire nel sapere umanistico: un imperativo per il futuro

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia e dalla specializzazione tecnica, è fondamentale non dimenticare il valore delle discipline umanistiche. Investire nella cultura, nella storia, nella filosofia, nella letteratura e nell’arte significa investire nel futuro dell’umanità, nella sua capacità di comprendere se stessa e di costruire una società più giusta, consapevole e civile. Approfondisci lo studio delle discipline umanistiche: è un investimento che arricchirà la tua vita e contribuirà al progresso della società.

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A proposito di Ciro Piccolo

Nato il 15 ottobre del ’97, fin da piccolo ho sempre mostrato una propensione a mettermi in mostra, in maniere diverse, molto spesso malsane; ad esempio, sparire – paradosso – è annoverato nel repertorio. Però ho sempre ritenuto ci fosse qualcosa di più interessante da scrivere che di me, me, me, me, me; oggi lo faccio spesso, per sembrare un monumento imponente e non il vero me impotente. Sarà anche per quella strana forma giovanile di orgoglio verso il dramma, che accumula in grumi di sangue detriti di finzione per l’accettazione di chi ti sta intorno, come se ti dicessi ‘devo dimostrare d’essere così come dice che non sono’, diventando ciò che appunto non sei, snaturandoti e facendo sì che scoppi il tuo egocentrismo nella forma più sbagliata. È per questo che parlo sempre di me, me, me, me, me. Che egocentrico avrà già detto chi è arrivato fin qui. E ben venga, perché voglio che sia così. Vorrei mi chiamassi Cristo Velato, leggendolo come declamazione. Così: ‘Cristo Vela-to’.

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