Mosaico: definizione, tecnica e storia dell’arte musiva

Il mosaico: storia e tecniche dall’antichità all’età bizantina

Il mosaico è una tecnica artistica che consiste nell’accostare piccoli frammenti di materiali diversi (pietre, marmi, vetri, ecc.), chiamati “tessere”, per creare immagini o disegni. Diffusa in tutto il mondo antico, questa tecnica ha conosciuto un particolare sviluppo nel mondo romano e bizantino.

Cos’è un mosaico? Definizione e origini del termine

Il termine “mosaico” deriva dal latino “opus musivum”, ovvero “opera delle Muse”, le divinità protettrici delle arti. Questa tecnica, di origine orientale, fu particolarmente apprezzata ad Alessandria d’Egitto e introdotta più tardi nel mondo greco.

La tecnica del mosaico: materiali e procedimento

I diversi tipi di Opus: Sectile, Tessellatum e Vermiculatum

Il procedimento base del mosaico consiste nell’applicare le tessere su uno strato di stucco fresco, seguendo un disegno prestabilito. Le tessere possono essere di marmo (per i pavimenti) o di pasta vitrea colorata (per le pareti), spesso con l’aggiunta di tessere dorate (soprattutto nell’arte ravennate e bizantina). Per far aderire meglio le tessere, oltre al cemento, si può utilizzare uno speciale mastice.

Esistono diverse tecniche di realizzazione del mosaico:

  • Opus sectile: Utilizza tessere di marmo o pietra di varie forme e dimensioni, tagliate per seguire il disegno.
  • Opus tessellatum: Utilizza tessere di forma cubica, di dimensioni relativamente uniformi.
  • Opus vermiculatum: Utilizza tessere molto piccole e di forma irregolare, per creare effetti di dettaglio e sfumature.

Storia del mosaico: dall’antico Egitto a Bisanzio

Nel mondo greco e romano

Sembra che l’uso di smalti colorati fosse noto già nelle antiche dinastie dell’Egitto e presso i Sumeri. Nell’antichità, erano celebri i mosaici pavimentali del tipo detto asàroton (“non spazzato”), come quello del palazzo reale di Pergamo. Di età alessandrina è la scena della Battaglia di Isso tra Alessandro Magno e Dario III, proveniente dalla Casa del Fauno a Pompei (ora al Museo Nazionale di Napoli). Tipiche del gusto alessandrino sono anche le scene con animali, nature morte e scene di genere, come quella firmata da Dioscuride di Samo, con musici ambulanti (sempre a Napoli).

A Roma, le prime testimonianze di mosaico a tessere risalgono alla fine del III secolo a.C. Inizialmente considerato un bene di lusso, il mosaico si diffuse ampiamente a partire dal I secolo a.C., diventando un elemento decorativo comune in case private (domus) e terme. I mosaici romani, inizialmente in bianco e nero, si arricchirono poi di colori e di soggetti figurativi (scene mitologiche, allegoriche, ritratti, animali, ecc.), spesso intercalati da motivi geometrici. Ne sono esempi i mosaici di Pompei, Ercolano e Roma (es. mosaico del Gladiatore). Il mosaico parietale era utilizzato anche per rivestire esedre e ninfei, spesso decorati con fontane (es. mosaico di Nettuno e Anfitrite a Ercolano, mosaico di Venere nella Casa dell’Orso a Pompei). Tra i mosaici di età adrianea, si ricorda quello firmato da Monno a Treviri. I mosaici della Sicilia romana (Villa Romana del Casale, III secolo d.C.) sono un esempio significativo dell’arte musiva tardo-imperiale (es. scena di caccia, “ragazze in bikini” a Piazza Armerina).

Musici ambulanti (scena da commedia), Dioscoride di Samo, II sec. a.C., Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Il mosaico paleocristiano e bizantino

Nel II secolo d.C., la crisi economica, politica e culturale dell’Impero Romano portò a un abbandono della tradizione greca e alla nascita di un nuovo linguaggio formale, più astratto, con forme essenziali, un uso ridotto del colore e la predilezione per composizioni in bianco e nero.

Con la diffusione del Cristianesimo, larte del mosaico entrò a far parte della decorazione dei luoghi sacri, con l’utilizzo di motivi pagani rielaborati in chiave simbolica e religiosa (allegorie, scene ispirate al Cristianesimo, fregi geometrici, motivi floreali, animali). Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’arte musiva conobbe il suo massimo splendore nell’arte bizantina, a partire dal VI secolo, con i favolosi mosaici bizantini che, grazie alla riconquista promossa da Giustiniano I, giunsero anche in Italia (es. Ravenna).

I 5 mosaici più belli, famosi e importanti al mondo

Il mosaico, con la sua capacità di creare immagini luminose e durature, ha attraversato i secoli, adattandosi a diversi contesti culturali e religiosi, e mantenendo intatto il suo fascino. Dalle antiche civiltà del Mediterraneo all’arte bizantina, il mosaico ha rappresentato una forma di espressione artistica di grande impatto, capace di raccontare storie, celebrare il potere e ispirare la fede.

Il mosaico, FAQ

Perché il mosaico si chiama così?

Il termine “mosaico” deriva dalla parola latina “musaicum”, che significa “opera d’arte relativa alle Muse”. Le Muse, nella mitologia greca, erano nove divinità ispiratrici delle arti, della letteratura e della scienza. Quindi, il termine “mosaico” si riferisce all’arte ispirata e protetta dalle Muse.

Che cos’è il mosaico spiegato ai bambini?

Per spiegare il mosaico ai bambini, potremmo dire che è come creare un’immagine con tanti piccoli pezzi colorati. Immagina di avere un puzzle, ma invece di avere le singole parti già pronte, tu le crei tagliando e mettendo insieme diversi pezzi di materiali colorati. Quando tutti questi pezzi vengono combinati, creano un’immagine o un disegno, proprio come un puzzle finito.

Come si realizza un mosaico?

Per realizzare un mosaico, si seguono questi passaggi:

  1. Progettazione: prima di tutto, si crea un disegno o un’immagine che si vuole rappresentare con il mosaico. È possibile fare schizzi su carta o utilizzare un software di progettazione al computer.
  2. Scegliere i materiali: si selezionano le tessere o i tasselli che si utilizzeranno per il mosaico, considerando sia il colore che il materiale (pietra, vetro, ceramica, ecc.).
  3. Preparare la base: si prepara una superficie solida e adatta a sostenere il peso delle tessere e dell’adesivo. Questa può essere una tavola di legno, una lastra di cemento o un muro.
  4. Posizionare le tessere: si inizia a posizionare le tessere sul disegno, seguendo la progettazione e tenendo conto dei colori e delle forme. Le tessere vengono incollate alla base con un adesivo specifico.
  5. Stuccatura: una volta che tutte le tessere sono state posizionate e l’adesivo è asciutto, si applica uno stucco tra le tessere per riempire gli spazi vuoti e assicurare una superficie uniforme e solida.
  6. Pulizia e rifinitura: infine, si pulisce l’intera superficie del mosaico per rimuovere eventuali residui di adesivo o stucco e si procede con le rifiniture, come la verniciatura o la lucidatura, se necessario.

Attraverso questi passaggi, si crea un’opera d’arte unica e duratura che incanta e affascina osservatori di tutte le età. Il mosaico è una forma d’arte versatile, che può essere utilizzata per decorare pavimenti, pareti, soffitti e oggetti d’arte. Grazie alla sua resistenza e al suo aspetto estetico, il mosaico ha resistito alla prova del tempo, mantenendo il suo fascino e la sua importanza nel corso dei secoli. Oggi, artisti e artigiani continuano a esplorare nuovi materiali e tecniche per creare mosaici sempre più innovativi e sorprendenti, rendendo quest’arte sempre attuale e affascinante.

Cave canem da Pompei, Museo Archeologico Nazionale di Napoli

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A proposito di Adele Migliozzi

Laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico, coltivo una grande passione per la scrittura e la comunicazione. Vivo in provincia di Caserta e sono annodata al mio paesello da un profondo legame, dedicandomi con un gruppo di amici alla ricerca, analisi e tutela degli antichi testi dialettali della tradizione locale.

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