Islamofobia, un fenomeno ancora attuale

Islamofobia, un fenomeno ancora attuale

L’islamofobia è la paura e l’odio o il pregiudizio nei confronti dell’islam come religione e dei musulmano come credenti di questa fede ed ancora oggi rappresenta un fenomeno attuale e diffuso. Le comunità islamiche  sono state e sono motivo di “panico morale” in molti luoghi europei, la paura e l’avversione nei confronti di queste comunità, che come ben sappiamo hanno usi e costumi molto diversi da quelli occidentali, hanno portato alla nascita del termine “islamofobia”. 

In Occidente, questo sentimento è aumentato in seguito all’attacco alle Torri Gemelle nel 2001, agli attacchi nel Regno Unito nel 2005 e ancora di più con i ripetuti attacchi terroristici dell’ISIS in Europa.
Il termine islamofobia è stato fortemente utilizzato anche in politica, è stato usato per obbiettivi politici contro l’immigrazione o come strategia per aumentare i sentimenti nazionalisti ed europei: numerosi partiti europei hanno lanciato messaggi sulla necessità di salvare la cultura europea e cristiana, indicando un nesso tra i problemi della società e l’arrivo degli immigrati islamici e la fede islamica, in quanto la fede diversa da quella cristiana viene vista, da alcuni partiti, come una minaccia ai valori socio-culturali dei pesi europei.

Frequentemente l’islamofobia viene, però, nascosta o camuffata dal desiderio dei politici di integrare le comunità immigrate:

Angela Merkel, cancelliera tedesca, si rivolse ai musulmani dicendo che “l’integrazione è un dovere” e che tutti coloro che volessero stabilirsi in Germania, avrebbero dovuto imparare lingua e tradizioni.

– Il principe del Galles ha sostenuto che tutti gli immigrati sono ben accolti ma sono tenuti a rispettare i loro valori.

– Abbiamo anche una legge applicata in Francia dal 2004 al 2010 che vietava alle donne musulmane di indossare il velo nelle istituzioni educative, nei trasporti e negli ospedali.

Proprio in merito al tema dell’islamofobia e delle donne con il velo, Vanity Fair ha intervistato la creator musulmana Aya, meglio conosciuta come Milan Pyramid, in cui la giovane racconta quanto sia difficile essere una donna musulmana che indossa il velo e che pur essendo cresciuta sin dall’età di 3 mesi in Italia, non viene vista dagli altri come una cittadina di questo Paese. Racconta che da quando indossa l’hijab ha potuto provare sulla sua pelle tutte le discriminazioni che ogni giorno donne come lei ricevono e come per molto tempo (soprattutto durante il periodo degli attacchi dell’ISIS) ha avuto tutti gli occhi puntati addosso e veniva vista come “una bomba vivente”.

Anche le sorelle Tasnim e Mariam Alì, note tiktokers,  sono musulmane, indossano l’hijab e sono molto conosciute nel mondo social. Ciò che accomuna le tre ragazze, oltre la religione, è il voler diffondere quante più informazioni possibili sulla loro fede eliminando pregiudizi e false credenze. Sono tanti i messaggi discriminatori e offensivi che ricevono sotto i loro video ma allo stesso tempo ci sono tante persone della comunità musulmana e non che le sostengono.
Nonostante loro siano delle attiviste a tutti gli effetti, sono in prima persona vittime di pregiudizi e vivono sulla loro pelle tutto ciò che di negativo porta con se l’islamofobia; tant’è che Tasnim ha incontrato non poche difficoltà nel trovare qualcuno che affittasse una casa a lei e al suo compagno, in merito all’accaduto ha raccontato che non appena veniva fuori il suo nome straniero o la sua foto profilo di whatsapp in cui indossa il velo, tutti gli interessati sparivano, mostrando quanto ancora oggi, il fenomeno dell’islamofobia sia un fenomeno attuale.

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fonte immagine: pixabay

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