La bandiera albanese: storia e significato

La bandiera albanese: storia e significato

La bandiera albanese è un drappo molto semplice e facilmente riconoscibile, tuttavia ha una storia molto antica. Qual è il suo significato?

Storia e caratteristiche generali della bandiera albanese

Formata da un’aquila nera a due teste su uno sfondo rosso, flamuri i Shqipërisë (la bandiera albanese) ha un’origine molto recente: la sua istituzione risale al 1912 in quanto celebrazione della libertà. I turchi ottomani, come sappiamo, hanno dominato a lungo su gran parte dell’area balcanica e l’Albania, infatti, ha ottenuto la propria indipendenza dall’Impero ottomano il 28 novembre 1912. Moltissimi sono i popoli che, nel corso del tempo, hanno dominato l’Albania. Tuttavia gli albanesi hanno mantenuto la loro bandiera e la loro lingua, una delle più antiche d’Europa; ma soprattutto hanno mantenuto la loro identità e le loro tradizioni, tramandate da una generazione all’altra.

Il simbolo della bandiera albanese è preso in prestito da quello dell’Impero bizantino: quando Costantino spostò la capitale dell’Impero da Roma a Bisanzio, dove fu fondata la città di Costantinopoli, fu proprio l’aquila bifronte il simbolo utilizzato per il nuovo drappo. Secondo le fonti storiche, il simbolo dell’aquila ha origine nel 300. Questa rappresentazione stava a significare l’esistenza di due facce dell’Impero romano, una che guardava verso Roma e l’altra verso Oriente, dove era situata la nuova Roma.

Analizzando proprio il simbolo di questo possente rapace che si trova sulla bandiera albanese, è possibile definirlo come la regina di tutti gli animali, nonché il simbolo della libertà per eccellenza. In antichità era proprio l’aquila, si pensava, ad accompagnare gli dei lungo il cammino per la salvezza.

Successivamente, nel corso del Medioevo, quello che è il simbolo dell’aquila della bandiera albanese fu usato con valore araldico da numerose famiglie nobili albanesi, e per di più esso divenne la rappresentazione dello stemma di Giorgio Castriota Scanderbeg, un condottiero, patriota e principe albanese, figura rappresentativa dei Balcani, che guidò la ribellione contro l’occupazione dell’Albania da parte dei turchi-ottomani, divenendo l’eroe nazionale degli albanesi. La leggenda vuole che Scanderbeg avesse scelto questo simbolo, ovvero l’aquila a doppia testa, in quanto rappresentazione di forza e di coraggio che, uniti al colore rosso dello sfondo, sottolineano allusivamente, oltre alle qualità già menzionate, anche il valore del popolo albanese.

L’Albania, il Paese delle aquile

Il nome non è soltanto legato al chiaro simbolo che vediamo come soggetto della bandiera albanese ufficiale, il Paese è legato alle aquile anche attraverso una leggenda: essa narra la storia di un giovane che, a caccia in giro per le montagne, vide un’aquila volteggiare sopra di lui con un serpente nel becco, per poi posarsi in un nido. Il ragazzo seguì il rapace arrampicandosi sulla rupe. La maestosa aquila, tuttavia, non aveva davvero ucciso il serpente e il suo cucciolo, che si trovava nel nido, rischiava di morire avvelenato dal rettile. Accortosi di tutto, il giovane estrasse velocemente l’arco con le frecce ed uccise il serpente, portandosi via l’aquilotto.

Mamma aquila, intanto, vedendo che il suo cucciolo era finito nelle mani del giovane, cominciò a seguirli e chiese al fanciullo di restituirle il figlio, promettendo invitanti ricompense: l’acutezza dei suoi occhi e la potenza delle sue ali. In futuro il ragazzo, che ormai era cresciuto, continuava a compiere importanti gesta, e gli abitanti della zona lo insignirono del titolo Shqipëtar, che in albanese significa figlio dell’aquila; il suo regno fu invece conosciuto come Shqipëria, Terra delle aquile, la cui figura fu utilizzata per la successiva bandiera albanese. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Ottavia Piccolo

Sono una studentessa dell'Università L'Orientale di Napoli. Appassionata di lingue straniere, amo soprattutto conoscere nuove culture, osservare e... scrivere! Fondo la mia vita sull'arte: la musica e la fotografia in cima alla lista!

Vedi tutti gli articoli di Ottavia Piccolo

Commenta