La figura femminile in Gustav Klimt

La figura femminile in Gustav Klimt

L’universo femminile è stato sempre uno dei temi più esplorati nell’arte, nel corso della storia gli artisti hanno interpretato la figura della donna in modi differenti, influenzati dalle proprie esperienze, fantasie e  idee: in questo articolo andremo ad analizzare il ruolo che la figura femminile ha avuto nella pittura di Gustav Klimt. Uno “spartiacque” nella rappresentazione della figura femminile è segnato proprio dalle opere dell’artista Gustav Klimt, in quanto è con lui che si abbandona completamente la figura della donna-angelo: una donna in armonia con la natura in simbiosi con la natura, come si poteva notare nei dipinti di Monet.

Klimt passa ad una rappresentazione più realistica della donna, egli sembra aver rappresentato quella parte della figura femminile che era stata finora nascosta, ovvero la consapevolezza della propria individualità, della propria forza e dell’influenza che lei può avere sugli altri: la donna in Klimt è più libera, decisa e cosciente del proprio fascino, come si vede in quadri come Giuditta o Danae.

In Giuditta, la donna non è solo l’eroina coraggiosa, ma è una femme fatale, che si fa rispettare e che possiede un potere seduttivo, esaltato dal fatto che la donna occupa verticalmente tutta la tela: il suo potere è così grande da poter spingere l’uomo, Oloferne, al margine del dipinto.
La donna che funse da modella per la realizzazione di Giuditta I e Giuditta II è Adele Bloch Bauer, unica modella ritratta più di una volta da Klimt. Questa donna dell’alta società viennese condivideva con Giuditta la brama di libertà e di determinazione, infatti,  Adele era una donna tanto intelligente, quanto infelice, dal momento che non poteva frequentare l’università, inammissibile per le donne a quel tempo.

Klimt coglie l’aspetto della figura femminile in tutte le sue sfaccettature, che sia un volto angelico, casto, perverso, sensuale o tentatore. La lunga indagine che Klimt condusse sull’universo femminile ha spinto addirittura alcuni critici a pensare che i suoi quadri fossero una rappresentazione del suo lato femminile, oppure il ritrovamento di alcuni disegni erotici che ritraevano donne in tutte le posizioni e in incontri lesbici, ha fatto pensare che questo fosse il modo dell’artista di liberarsi dalle fantasie erotiche che lo perseguitavano. Tuttavia, non erano solo donne belle e sensuali ad essere i soggetti dei dipinti di Klimt, ma anche donne anziane, obese, rinsecchite, incinte, come si vede in “Le tre età della donna” e in “Speranza”.
Il rapporto di Klimt con la figura femminile è stato indubbiamente determinato dalla sua vita privata, sia in famiglia, poiché crebbe con quattro sorelle, sia in atelier, egli era considerato un voyeur ed un seduttore seriale, soprattutto delle sue modelle: il suo atelier era praticamente un luogo di malaffare pieno di donne nude, anche quando non era a lavoro.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Christian Izzo

Studente di lingue e letterature, amante della letteratura e dell'arte in ogni sua forma.

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