Leptis Magna è un’antica città della Libia, fondata dai nemici nel 1° millennio a.C e dove nacque Settimio Severo, il quale le si dedicò totalmente. Probabilmente è il nucleo fenicio su cui si sviluppò, in seguito, la città di Roma. Le rovine di Leptis Magna si trovano a circa 130 km a sud-est di Tripoli.
L’antica città dell’Africa settentrionale entrò poi sotto il dominio dei Cartaginesi come importante emporio commerciale. Dopo la II guerra punica passò in dominio di Massinissa, per poi recuperare la sua autonomia con la guerra di Giugurta, ma venendo successivamente inglobata nella provincia romana d’Africa. Promossa a colonia da Traiano, assunse a grande prosperità con Settimio Severo che vi ebbe i natali e l’arricchì di enormi monumenti, di cui restano imponenti resti. Con Diocleziano divenne capitale della provincia Tripolitana, ma successivamente declinò per essere occupata dai Vandali nel 455 d. C. Si riprese con Giustiniano, che la recinse di nuove mura. Nel sec. XI era caduta del tutto in rovina. La città ebbe varie fasi di espansione, partendo dal nucleo primitivo intorno al Foro vecchio, che ricevette una prima sistemazione con Augusto. Nei primi anni del sec. III d. C. fu costruito, presso la riva del fiume, il grandioso Foro severiano, con il tempio dedicato alla gens Septimia e la basilica con la splendida decorazione scultorea attribuita alla scuola di Afrodisia. Tra i molti monumenti sono da ricordare anche le terme, gli impianti del porto, l’Arco dei Severi, i numerosi templi, la via colonnata. Ben rappresentata è pure l’architettura paleocristiana, con chiese e battisteri.
Durante il dominio romano Leptis acquisì l’appellativo di “Magna” perché divenne ben presto una delle principali città romane d’Africa grazie al fiorente commercio marittimo di spezie, schiavi ed animali provenienti dall’Africa subsahariana. Nel III secolo essa subì un declino spaventoso a causa dell’insabbiamento del porto, la quale portò alla riduzione delle capacità commerciali della Necropoli e al conseguente regno di Teodosio, il quale mise in atto un’ottima ripresa. Leptis magna divenne la capitale dell’Impero Romano d’Oriente, ma questo non riuscì a risollevarla, al punto che durante la conquista araba nel 650 era completamente disabitata e lasciata a se stessa.
Il progetto di trasformazione della città attuato da Settimio Severo prevedeva anche la revisione della struttura del centro cittadino, che fu da lui trasferito dal vecchio foro ad uno nuovo, battezzato con il nome della dinastia imperiale.
Alcuni degli elementi più importanti sono, di sicuro, il foro, caratterizzato da una piazza pavimentata in marmo, circondata da portici, su cui gli archi erano di pietra calcarea, mentre le teste erano scolpite in marmo. Davanti alle colonne dei portici erano basamenti per statue, che conservavano le iscrizioni dedicatorie.
Sul lato sud-occidentale del foro sorgeva il tempio dedicato alla dinastia dei Severi, del quale rimangono soltanto la scalinata, il podio e un magazzino sotterraneo. Ad esso appartenevano pure alcuni fusti di colonna in granito rosa che si trovano sparse per il foro.
Il foro più antico di Leptis Magna (detto “Foro vecchio”) era al centro della vecchia città punica. Su di esso gravitava l’antico culto cittadino.La piazza fu realizzata o comunque ebbe un nuovo assetto monumentale sotto l’imperatore Augusto, a cura del proconsole e fu completamente lastricata nel 53-54 d.C. Entrando nel foro dalla Porta bizantina, si vedono le rovine di tre templi su alto podio. A sinistra il tempio d’età augustea, di cui resta solo il podio e pochi resti della cella. Al centro il tempio di Roma e di Augusto, costruito tra il 14 e il 19 d.C. in pietra calcarea. I colonnati dei due templi maggiori furono rifatti in marmo nel II secolo d.C., ma una semicolonna originale del tempio di Roma e Augusto è rimasta sempre in piedi. A destra si hanno i resti del cosiddetto tempio di Ercole, il più rovinato dei tre: le pareti del podio e il colonnato sono opera di restauro.
Dopo un secolo di campagne e restauri archeologici il sito di Leptis Magna ha recuperato parte dell’antico splendore e rimane, a pochi metri dalle dune costiere, una seducente testimonianza del passato.
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