Lord Byron è stato uno dei più grandi poeti romantici inglesi, membro della seconda generazione, ed è particolarmente noto per il suo intenso e dinamico rapporto con l’Italia. Qui visse in un esilio autoimposto dal 1816 al 1823, un periodo di straordinaria creatività, scandali e passione politica.
George Gordon Noel Byron (1788-1824) nasce a Londra e, dopo gli studi al Trinity College di Cambridge, intraprende il “Grand Tour” (1809-1811) che gli permette di visitare Spagna, Portogallo, Albania e Grecia. Da questa esperienza nasce la sua opera più celebre, “Childe Harold’s Pilgrimage”, un lungo poema che narra le avventure di un eroe disilluso alla ricerca di salvezza in terre lontane. Nel quarto canto di quest’opera appare l’immaginario dell’Italia, il paese in cui si rifugerà in seguito a scandali legati alla sua condotta e al suo chiacchierato rapporto con le donne.
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Le tappe italiane di Lord Byron
Tra il 1816 e il 1823 Byron visse in Italia, visitando molte città e traendo ispirazione dalle bellezze naturali, dall’arte e dalla cultura del paese. Fu in questo periodo che scrisse alcune delle sue opere più importanti.
Città | Periodo e opere principali |
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Venezia | (1816-1819) Qui conduce una vita dissoluta e sregolata, ma inizia a scrivere il suo capolavoro satirico, il Don Juan, e completa il quarto canto del Childe Harold. |
Roma | (Aprile 1817) Un breve ma intenso soggiorno di 22 giorni. Visita le antiche rovine che lo ispirano profondamente, ma un evento tragico lo spinge ad andarsene. |
Ravenna | (1819-1821) Si innamora della contessa Teresa Guiccioli e si lega ai Carbonari, partecipando ai moti rivoluzionari contro il dominio austriaco. |
Pisa e Genova | (1821-1823) Vive a Pisa insieme ad altri esuli inglesi, tra cui l’amico poeta Percy B. Shelley. Da Genova salperà per la Grecia, dove troverà la morte. |
Il soggiorno a Roma: fascino e orrore
Nella primavera del 1817, su consiglio del medico che gli suggerì di lasciare l’umidità veneziana, Byron partì per Roma. Alloggiò in Piazza di Spagna al numero 66, dove oggi sorge la “Keats-Shelley House”, l’ultima dimora del poeta John Keats. Appena giunto, Byron esplorò a cavallo le vie romane: visitò il Pantheon, il Palatino, il Colosseo e i Castelli Romani, rimanendo affascinato dalla grandezza decadente degli antichi Romani.
In questi ventidue giorni conobbe anche gli aspetti più crudi dell’Italia dell’epoca. In una lettera all’editore John Murray, descrisse l’esecuzione capitale di tre ladri in Piazza del Popolo. Ne rimase talmente sconvolto, definendo l’evento agonizzante e macabro, che probabilmente fu questo a causare la brusca interruzione del suo soggiorno romano, spingendolo a tornare verso Nord.
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Altre informazioni e curiosità su Lord Byron e l’Italia
Perché Lord Byron venne in Italia?
Byron lasciò l’Inghilterra nel 1816 per un esilio volontario. La ragione principale fu un enorme scandalo pubblico causato dalla sua separazione dalla moglie, Annabella Milbanke, e dalle insistenti voci su una relazione incestuosa con la sorellastra, Augusta Leigh. L’Italia divenne il suo rifugio dalla rigida morale della società britannica.
Quali opere scrisse Lord Byron in Italia?
Il periodo italiano fu estremamente prolifico. Oltre a completare il quarto canto di Childe Harold’s Pilgrimage, qui scrisse la maggior parte del suo poema satirico Don Juan, considerato il suo capolavoro. Compose anche drammi poetici come Manfred e Cain, e si dedicò a opere ispirate alla storia e alla politica italiana.
Dove si trova la Keats-Shelley House?
La Keats-Shelley House si trova a Roma, al numero 26 di Piazza di Spagna, adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti. Sebbene sia famosa come l’ultima dimora di John Keats, che vi morì nel 1821, è oggi un museo dedicato alla memoria dei poeti romantici inglesi della seconda generazione che vissero e lavorarono in Italia, inclusi Byron e Shelley.
Fonte immagine di copertina: Pixabay
Articolo aggiornato il: 02/09/2025