Mao Zedong: i discorsi di Yan’an

Mao Zedong: i discorsi di Yan'an

Mao Zedong a Yan’an

Nel 1936 in Cina era stato istituito il fronte unito, ossia un’alleanza tra nazionalisti e comunisti, con l’obiettivo di costituire un potere unico e mandare via gli stranieri. A capo di questa alleanza c’era Chang Kai-shek, fortemente anticomunista, il quale aveva fondato il regime di Nanchino per unificare la Cina ma non riuscirà a governare tutto il territorio, bensì solo le città. D’altro canto, nelle campagne vengono fondati i cosiddetti soviet, in cui i comunisti si stanno nascondendo perché ormai era iniziata una caccia contro di loro. In questo contesto nasce la figura di Mao Zedong, il quale era convinto che la vera forza rivoluzionaria del paese fossero i contadini, poiché pronti a rivoltarsi contro i loro oppressori. Mao diventa il leader di uno di questi soviet, nello Xiangxi: Chang Kai Shek inizia delle campagne di accerchiamento contro i comunisti e quindi inizia la lunga marcia, arrivando a Yan’an. Si tratta di un luogo ai margini della Cina, dove ci sono contadini molto poveri, però ciò consente ai comunisti di stare tranquilli e Mao può incrementare le forze del proprio esercito contro i nazionalisti. Durante la lunga marcia, Mao Zedong verrà dichiarato capo del Partito Comunista Cinese. A Yan’an egli avrà il compito di consolidare la base dei comunisti e il loro potere politico. Per raggiungere il suo obiettivo, nel 1942 Mao Zedong lancia una campagna di rettifica per rimodellare il pensiero dei suoi seguaci e in questa occasione pronuncerà i discorsi di Yan’an.

I discorsi di Yan’an

I discorsi che Mao Zedong pronuncerà a Yan’an verteranno soprattutto sul ruolo degli intellettuali e sul compito della letteratura, la deve aiutare le masse a prendere coscienza della propria condizione di oppressione e fare la rivoluzione.

Secondo Mao, la società si può dividere in 4 categorie: operai, contadini, soldati (che sono sempre gli operai e i contadini) e la piccola borghesia urbana. A Mao Zedong sta a cuore la piccola borghesia urbana perché ci appartengono gli intellettuali con i quali vuole collaborare. In realtà, Mao ha una concezione un po’ negativa degli intellettuali perché sa che non accetteranno passivamente il suo pensiero.

Il compito degli scrittori è quello di comprendere a fondo la vita delle masse per poterne parlare. Devono conoscere l’ideologia di Mao e devono iniziare a fare i lavori delle masse, così da capire realmente di ciò che dovranno parlare.

Per scrivere, l’intellettuale deve stare dalla parte del proletariato e del partito comunista. L’intellettuale si chiede se bisogna lodare o denunciare una data persona. Mao Zedong dice che si possono fare entrambe le cose, però dipende da chi vogliono criticare. Ci sono 3 categorie di cui parlare: i nemici, il popolo e gli alleati del fronte unito. Verso i nemici, bisogna denunciare la malafede, la loro crudeltà e dimostrare l’inevitabilità della loro sconfitta per motivare il popolo. Verso gli alleati del fronte unito, bisogna avere sia un atteggiamento di alleanza sia di critica, dipende dalle loro azioni. Verso le masse popolari, bisogna esaltarle. Anche il popolo, però, ha i suoi difetti perché alcuni possono avere ancora delle idee arretrate ma queste sono le conseguenze della società feudale da cui provengono, quindi bisogna a liberarli ed è proprio questo il compito del partito comunista.

 

Immagine in evidenza: Pixabay

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