Musica da camera, cos’è e come nasce

Musica da camera, cos'è e come nasce

La musica da camera dove nasce? Forse per rispondere a questa domanda bisogna fare un passo indietro e chiedersi dove nasce la musica, e cos’è?

Da sempre l’uomo ha trovato l’esigenza di esprimere i propri sentimenti attraverso la musica, di farsi partecipe attraverso quest’ultima della massima espressione delle emozioni umane.

Dalle diverse tonalità di voce, al battito delle mani fino ad arrivare all’invenzione degli strumenti musicali, che con corde o con il fiato hanno tradotto in musica le note del pentagramma.

L’uomo, in particolare modo il musicista (colui che fa musica) ha sempre avuto la necessità di suonare insieme ad altri componimenti di quelli che oggi chiamiamo orchestra, ovvero un insieme di molti strumenti. Quest’ultima nasce tra il XVII ed il XVIII secolo in Europa, come istituzione, ma come ben sappiamo il termine era già usato nell’ antica Grecia e nell’antica Roma per indicare il luogo di esecuzione del cosiddetto coro danzante. Ritroviamo poi, questo termine nel Rinascimento come vero e proprio luogo indicante l’area direttamente frontale al pubblico che assiste alla scena musicale.

Cos’è la musica da camera

La nascita di questa particolare tipologia di “fare musica” è da collocarsi già nellantico Egitto come accompagnamento agli uffici sacri, rituali nei quali erano comprese danze e intonazioni di canti.

Nell’antica Roma durante le pantomime si realizzavano scene mimico-orchestrali durante le quali, ad un pubblico ristretto, venivano raccontate gesta mitologiche.

Nella Provenza medioevale invece, il giullare, di corte in corte, realizzava spettacoli per pochi intimi all’interno della corte di un signore.

Ma ancora siamo lontani rispetto a quello che poi nei secoli successivi prederà il vero e proprio nome di musica da camera.

Nel Cinquecento nasce l’idioma strumentale. La musica strumentale iniziò ad essere scritta e tutto ciò che prima era nato e destinato a voce, da adesso verrà scritto sul pentagramma.

Sarà il Settecento il secolo in cui si affermerà la distinzione definitiva tra musica orchestrale e musica da camera, grazie a compositori come Haydn, Boccherini, Brahm e Mozart.

Dalla sonata alla musica da camera

Quella che anticamente era definita sonata prenderà il nome di musica da camera. Il numero di coloro che erano destinati a suonare era molto limitato. Gli strumenti utilizzati erano strumenti ad arco e fiato, più tardi grande anche al celebre Muzio Clementi verrà aggiunto il pianoforte, assoluto protagonista della scena dell’età romantica.

Senza ombra di dubbio è il quartetto (soprattutto d’archi), per la musica da camera, la composizione musicale per eccellenza. Questo misto di sonate sintetizza in modo perfetto quelle che erano le quattro voci principali del coro (soprano, tenore, contralto e basso).

Nel corso del tempo questa particolarità di musica è andata via via scomparendo: Beethoven iniziò a comporre musiche (che rientrano sempre nel filone delle musiche da camera) che comprendevano voce e pianoforte.

Soltanto nel tardo Novecento con un’opera intitolata “Bartòk la musica da camera”, Stephen Walsh racconta il progresso che questa tipologia di musica aveva compiuto nel corso dei secoli.

Dalla semplice voce che accompagnava le storie delle antiche mitologie greche e romane, si passò ad una camera che ingloba strumenti a percussione.

Note, quelle della musica da camera che hanno deliziato gli ascoltatori di ogni epoca, dall’antico Egitto alla Provenza, dalla più alta borghesia settecentesca fino a noi, fra le mura di locali in cui risuonano, assiduamente frequentati anche dai più giovani.

La musica da camera oggi

Nel corso dell’ultimo secolo, la musica da camera ha subito un’evoluzione significativa, adattandosi alle dinamiche culturali e artistiche del periodo contemporaneo. Mentre il ventesimo secolo ha visto l’emergere di nuove correnti musicali e sperimentazioni, la musica da camera ha continuato a trovare il suo posto in questo panorama in continua evoluzione. Compositori come Bartók, Shostakovich e Stravinsky hanno introdotto nuove sonorità e approcci compositivi, influenzando anche il mondo della musica da camera.

Uno sviluppo interessante è stato l’incorporazione di elementi di jazz, folk e altre tradizioni musicali nelle composizioni da camera. Questo ha portato a una maggiore diversità di stili e timbri all’interno della musica da camera, contribuendo a mantenerne la vitalità e l’interesse anche tra le nuove generazioni di musicisti e ascoltatori.

Inoltre, l’avanzamento della tecnologia ha aperto nuove possibilità per la produzione e la fruizione della musica da camera. Registrazioni di alta qualità e diffusione online hanno reso più accessibili le esibizioni da camera a un pubblico globale. Questo ha permesso ai musicisti di condividere le loro interpretazioni e creazioni con un’audience più ampia, amplificando l’impatto di questa forma musicale.

Nonostante le sfide e le trasformazioni del mondo musicale nel corso dell’ultimo secolo, la musica da camera ha dimostrato la sua resilienza e adattabilità, rimanendo un luogo in cui la creatività e l’arte possono ancora fondersi in un’atmosfera intima e coinvolgente.

Musica da camera, le risposte ai principali dubbi

Quali sono le forme della musica da camera?

La musica da camera, con la sua natura intima e collaborativa, abbraccia una varietà di forme che si sono evolute nel corso dei secoli. Queste forme riflettono la complessità e la diversità di questa tipologia musicale, offrendo agli artisti opportunità espressive uniche. Alcune delle forme più significative includono:

1. Quartetto d’archi: Tra le forme più iconiche della musica da camera, il quartetto d’archi coinvolge due violini, una viola e un violoncello. Questa formazione ha dato vita a capolavori di compositori come Haydn, Mozart e Beethoven, e continua a essere ampiamente eseguita e apprezzata.

2. Trio: Il trio da camera può comprendere diverse combinazioni strumentali, come pianoforte, violino e violoncello (trio con pianoforte) o strumenti a fiato come flauto, oboe e clarinetto (trio con fiati).

3. Quintetto: Il quintetto coinvolge cinque strumenti e può variare nella sua formazione. Uno dei più celebri è il quintetto per archi, che aggiunge una seconda viola al quartetto d’archi tradizionale.

4. Sestetto: Con sei strumenti, il sestetto può esplorare una gamma più ampia di timbri e texture. Le formazioni possono includere strumenti a corda, fiati e pianoforte.

5. Musica da camera con pianoforte: Il pianoforte è spesso il protagonista nelle composizioni da camera. Può essere accompagnato da uno o più strumenti, creando una varietà di combinazioni sonore come il trio con pianoforte o il quintetto con pianoforte.

6. Duetti: In questa forma, due strumenti o voci si esibiscono insieme, creando un’intimità unica e consentendo una stretta collaborazione tra i musicisti.

7. Solo strumentale o vocale: Anche se può sembrare controintuitivo, le esecuzioni solistiche possono rientrare nella musica da camera. Il termine “camera” si riferisce all’atmosfera intima e alla comunicazione ravvicinata tra il musicista e l’ascoltatore, che può essere ottenuta anche con una performance solistica.

8. Ensemble misto: Questa forma combina strumenti di diverse famiglie, come archi, fiati e percussioni, creando un’ampia gamma di possibilità timbriche e ritmiche.

Qual è la differenza tra musica sinfonica e musica da camera?

La musica sinfonica e la musica da camera sono due sfaccettature distintive del mondo della musica classica, ciascuna con le proprie caratteristiche e finalità. Sebbene entrambe siano forme di musica colta, differiscono significativamente nei loro elementi costitutivi e nell’esperienza d’ascolto che offrono.

1. Formazione strumentale: La differenza più evidente tra le due forme risiede nella formazione strumentale coinvolta. La musica sinfonica è eseguita da un’orchestra sinfonica, che comprende un ampio insieme di strumenti divisi in sezioni come archi, legni, ottoni e percussioni. D’altro canto, la musica da camera coinvolge un piccolo gruppo di strumenti o voci, spesso senza una suddivisione così articolata come nell’orchestra.

2. Dimensione e complessità: La musica sinfonica è caratterizzata da una vasta dimensione e complessità. Le orchestre sinfoniche possono includere più di cento musicisti, permettendo l’utilizzo di timbri variati e arrangiamenti orchestrali ricchi. Al contrario, la musica da camera è intima e più focalizzata, con gruppi più piccoli che spesso si concentrano su interazioni dettagliate tra i singoli strumenti o voci.

3. Repertorio e forma: Il repertorio sinfonico spazia attraverso le epoche e le forme musicali, spesso comprendendo opere orchestrali lunghe e complesse come sinfonie, concerti e poemi sinfonici. La musica da camera si concentra su forme più compatte, come quartetti, quintetti, trio e altre combinazioni strumentali. Queste composizioni da camera solitamente si focalizzano su strutture più intime, come sonate o movimenti brevi.

4. Spazio e ambiente di esecuzione: La musica sinfonica è generalmente eseguita in grandi sale da concerto e teatri, che possono ospitare il gran numero di musicisti e il pubblico numeroso. Al contrario, la musica da camera trova spazio in ambienti più piccoli e intimi, come sale da concerto più piccole, stanze private o ambienti domestici.

5. Esperienza d’ascolto: L’esperienza d’ascolto della musica sinfonica è spesso maestosa e imponente, con le masse sonore orchestrali che catturano l’attenzione e creano emozioni potenti. La musica da camera offre un’esperienza più delicata e ravvicinata, permettendo agli ascoltatori di apprezzare dettagli e sfumature musicali più sottili.

In sintesi, la principale differenza tra musica sinfonica e musica da camera risiede nella dimensione dell’ensemble, nella complessità dell’arrangiamento e nell’esperienza d’ascolto che offrono. Entrambe le forme hanno il loro posto nel panorama musicale, ciascuna offrendo un’esperienza unica e preziosa per gli appassionati di musica classica.

Fonte immagine: Pixabay 

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