Nemici di Era: 8 avversari della dea del matrimonio

Nemici di Era

La nemica degli Eroi: tutte le volte che la dea Era ha provato a uccidere i suoi acerrimi nemici

Figlia di Crono e Rea, la dea Era è una delle più importanti divinità del Pantheon greco. Protettrice del talamo nuziale, del parto e della fedeltà coniugale, la potentissima moglie di Zeus viene considerata come la sovrana dell’Olimpo. Maestosa e solenne, la regina degli dei era allo stesso tempo anche profondamente irascibile, lunatica ed estremamente vendicativa. Sia chiaro, la povera consorte di Zeus è stata senza alcun dubbio vittima dei comportamenti lascivi e lussuriosi del padre degli dei, ma in un Pantheon in cui i tradimenti erano all’ordine del giorno, e anzi venivano considerati concessi se non perpetrati troppo a lungo, avrebbe potuto anche imparare a gestire meglio la sua rabbia, senza provare a distruggere e rovinare la vita a qualsiasi creatura che fosse venuta in contatto con il divino Zeus.

Capricciosa come poche, simpatica come la sabbia nel costume, vendicativa come una serpe, scopriamo insieme otto eroi ed eroine che  hanno incrociato, per volere del Fato, il cammino della dea più permalosa di tutto il creato.

Otto nemici di Era: tra re, regine e semidei leggendari

Eracle

L’odio provato dalla dea era perfettamente proporzionale all’amore che il divino padre Zeus provava per lui. Eracle fu di sicuro il semidio più odiato dalla dea del matrimonio, tra i nemici più importanti di Era, la quale non perdeva occasione per rendergli la vita un vero e proprio inferno.
Fin da prima della nascita, la padrona dei cieli cercò di impedirne la venuta al mondo, provando senza successo ad annodare le gambe della madre Alcmena. Quando Eracle era ancora bambino invece, spedì nella sua culla, come dono, due serpenti famelici, che vennero però utilizzati dal piccolo come giocattoli. Al loro rapporto tragicomico talvolta ai limiti dell’imbarazzante,  si deve anche la creazione della via lattea, infatti la galassia nasce proprio da una ferita al seno subita dalla dea, quando per rendere il bambino immortale, Ermes provò a farle allattare Eracle nel sonno. Per colpa dell’odio della donna Eracle fu costretto a compiere le fatiche per conto del re di Micene, e nonostante Era provò in ogni modo a ostacolarlo, l’eroe di Tirinto riuscì a portarle tutte a compimento, secondo alcune versioni ottenendo ironicamente proprio grazie a quelle prove il matronimico di Eracle, ossia “gloria di Era”.

Gerana

Il bel caratterino della dea è ormai rinomato, e spesso oltre a essere estremamente permalosa diveniva anche profondamente sadica anche riguardo questioni essenzialmente banali. Ne è un esempio la storia di Gerana, che fu trasformata in una gru e destinata a una vita tragica semplicemente per essersi proclamata più bella della dea Era.

Bitone e Cleobi

A volte la dea era dotata anche di un macabro senso dell’umorismo. Bitone e Cleobi, giovani figli della sacerdotessa Cidippe, ebbero il merito, sostituendosi ai buoi sfiniti,  di trascinare per ben otto chilometri il carro della madre, che sarebbe servito per celebrare la dea Era durante dei festeggiamenti a lei dedicati. Sorpresa da una così eroica devozione, la sacerdotessa chiese alla dea di donare ai suoi figli il miglior dono che la dea potesse concedergli. Per tutta risposta Era, come premio, gli concesse una tranquilla morte del sonno.
Era, ma davvero!?

Paride 

Che Era fosse nemica dei troiani durante la guerra di Troia è cosa nota, ma ancora più noto è l’odio che la regina dei cieli provava nei confronti di Afrodite e del suo protetto, il giovane Paride. Manco a dirlo la dea aveva preso male la scelta di non nominarla più bella dell’Olimpo e perciò decise di avversarlo per tutta la durata della guerra di Troia. Gli scagliò dapprima contro una tempesta mentre era di ritorno da Sparta, costringendo  lui ed Elena a un pericoloso sbarco in Egitto. Durante tutta la guerra inoltre provò attraverso stratagemmi e inganni vari a volgere gli eventi a favore dei greci, cercando di convincere persino il sommo Zeus a parteggiare per lo schieramento Ellenico e contro la propria prole, come nel combattimento tra Patroclo e  Sarpedonte. Insieme ad Atena e Poseidone poi, secondo alcune versioni del mito, costruirà il cavallo di legno, che sancirà la sconfitta dei Troiani e la fine della dinastia del principe troiano.

Tiresia

Secondo alcune versioni del mito, anche il povero Tiresia fu vittima della madre degli dei e finì senza alcun motivo sulla lista nera dei nemici di Era. La sua colpa, interrogato sulla natura del piacere sessuale maschile e femminile, fu semplicemente quella di dare ragione a Zeus. La dea non la prese proprio bene, e a Tiresia furono cavati gli occhi per punizione. Dal quel fattaccio però almeno ereditò il dono della preveggenza. 

Atamante 

Sempre per la serie, “non sono una dea rancorosa”, la pacata dea del matrimonio, non contenta di essersi vendicata atrocemente sulla povera Semele, madre di Dioniso, decise di vendicarsi anche con la sorella, facendo letteralmente impazzire suo marito Atamante, al quale, tra tutti i nemici di Era, toccò uno dei destini più crudeli. Sotto i fumi del nettare e dell’ambrosia, il re beota scambiò la moglie e i due figli per una leonessa e due leoncini. Da qui ne derivò una caccia spietata, che lo vide uccidere i figli e la moglie  sfracellandogli la testa contro uno scoglio e scagliandoli in mare

Enea 

Finito anche lui nella lunga lista di nemici della dea Era, lo sfortunatissimo eroe, che già nel nome porta con sé i segni del suo fato controverso, Enea può significare sia “degno di lode”, che “figlio della pena”,  ebbe la colpa di essere l’unico discendente del regno di Troia a salvarsi, e soprattutto di essere l’esponente della progenie dell’odiatissima dea Afrodite. Era provò in tutti i modi a ostacolare il viaggio e l’opera del principe troiano, cercando di impedire il realizzarsi del  futuro glorioso al quale gli dei lo avevano destinato e prolungando le tormentose peripezie del suo equipaggio per bene sette anni.  Il suo zampino è presente in ogni sventura che accade al povero Enea, invocò la tempesta provocata dal dio dei venti Eolo, poi  favorì la sua relazione con Didone  e il prolungarsi del suo soggiorno a Cartagine, mandando un galeotto temporale che propiziò  l’incontro carnale tra Enea e la principessa. Provò inoltre a difendere a più riprese, senza grande successo, il suo nemico latino Turno.
Come spesso accade però, l’eroe troiano ebbe la meglio sulla dea iraconda, e beh, il resto è storia nota

Fonte Immagine di Copertina: Wikimedia 

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

Vedi tutti gli articoli di Giuseppe Musella

Commenta