Primo presepe, quando e dove era stata rappresentata la Natività?

Primo presepe

Primo presepe, quando e dove era stato realizzato? Dalla vicenda della città di Greccio alla Basilica papale di Santa Maria Maggiore a Roma

Il presepe è una delle tradizioni natalizie più famose in Italia, soprattutto nel meridione. Si tratta della realizzazione di una piccola ricostruzione della città di  Betlemme mettendo in primo piano la stalla (o una grotta, come indicato dai vangeli apocrifi), dove Maria diede alla luce Gesù bambino e incontrò i pastori e i Magi.

Una tradizione (presente soprattutto a Napoli, col presepe napoletano) che, dal punto di vista di molti studiosi, come affermato da Giuseppe Catello in una voce dell’Enciclopedia dei Treccani, combina il mistero della fede della nascita del redentore con la rappresentazione della quotidianità e del mondo delle professioni. Il sacro e il profano si mescolano dando vita ad opere artistiche, nelle quali alla scena dell’adorazione si aggiungono diversi episodi realistici, come quelli degli artigiani intenti nei loro mestieri oppure di persone che si recano all’osteria (considerabile un luogo del peccato, dove si può essere tentati dalla gola, dalla lussuria e dal gioco d’azzardo). Nonostante la fama di questa tradizione, molti si potrebbero chiedere quando e dove era stato realizzato il primo presepe nella storia.

Il primo presepe vivente in Italia, come San Francesco decise di rievocare la nascita di Gesù a Greccio 

In questo caso, per individuare un possibile primo presepe dobbiamo tornare indietro nel tempo, quando San Francesco predicava nel XIII secolo.       

Nell’anno 1209 il frate fondatore del nuovo ordine aveva deciso di stabilirsi a Greccio. La città era minacciata dalla presenza di lupi che divoravano le pecore dei pastori locali, mentre i vigneti erano danneggiati dalle grandinate. Secondo la tradizione agiografica, San Francesco fermò tali calamità con la sua presenza. Successivamente, scelse di vivere in una capanna e non come ospite del signorotto locale Giovanni Velita, con il quale strinse un solido legame di amicizia.

Nell’anno 1223 il santo abbandonò il paesino per recarsi a Roma, dove incontrò il papa Onorio III per ricevere il riconoscimento ufficiale del suo ordine religioso e della Regola francescana e, dopo aver ottenuto ciò, ritornò a Greccio. L’obiettivo dell’assisiate, in occasione del Natale, era quello di commemorare la nascita di Cristo e di avvicinare molti credenti alla condivisione di questo evento religioso.

Dal momento che il chierico era stato in visita a Betlemme, pensò di poter trasformare Greccio, nella città  dove nacque Cristo. Così il paesino di montagna si trasformò nel primo presepe italiano. Velita cercò di organizzare l’evento e di ricostruire il villaggio della Palestina alla nascita di Cristo, mentre San Francesco invitò tantissimi frati e abitanti della campagna per celebrare assieme la liturgia della Vigilia di Natale.

Nonostante la mangiatoia vuota, molti visitatori (tra cui lo stesso signorotto) affermarono di aver visto un gioioso fanciullo ridere ed essere stretto nelle braccia di Francesco. Inoltre, quella paglia della mangiatoia in questione ebbe un effetto miracoloso nel curare le malattie di molti animali degli agricoltori locali. Questo primo presepe è ricordato anche negli affreschi conservati all’interno del Santuario di Greccio. 

Il caso del gruppo scultoreo di Arnolfo di Cambio

Lo stesso Catello afferma che quella di San Francesco non fu un’idea originale, bensì  nacque «dalle rappresentazioni liturgiche durante l’ufficio della notte del Natale, da cui S. Francesco trasse l’idea del suo presepio di Greccio, per rinforzare l’impressione della funzione sacra […]». Certamente l’ordine francescano diffuse tali rappresentazioni in tutti i luoghi di culto nella penisola italiana; partendo dalla Toscana per arrivare al Mezzogiorno (principalmente a Napoli, ma anche in Puglia e in Sicilia). 

Secondo il curatore della voce dell’Enciclopedia Treccani, il primo presepe ufficiale è quello custodito nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore a Roma, realizzato dallo scultore Arnolfo di Cambio nel 1291. Al centro della composizione abbiamo il gruppo marmoreo, alto quasi un metro, raffigurante la Vergine Maria seduta su una roccia con Gesù bambino. A sinistra c’è San Giuseppe piegato su un bastone, mentre in fondo abbiamo il bue e l’asinello; invece, a destra c’è il gruppo dei tre Magi. Uno di essi, come afferma il sito About Art on Line, è piegato su un ginocchio e volge le sue preghiere alla Madonna, gli altri due fanno parte di un unico blocco e sono alzati.

 

Fonte immagine di copertina: Wikipedia Commons

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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