Presepe napoletano: storia, origine e caratteristiche

Presepe napoletano: storia, origine e caratteristiche

Le radici storiche e le origini del presepe napoletano

Il presepe napoletano  rappresenta una tradizione di grande importanza storica e culturale che affonda le sue radici nel tessuto stesso dell’Italia. Questa straordinaria espressione artistica natalizia è una testimonianza vivente del passato, offrendo uno sguardo unico sulla rappresentazione della Natività e sul contesto storico e culturale in cui ha avuto origine.

L’inventore del presepe e la sua straordinaria storia

Si crede comunemente che il celebre San Francesco d’Assisi sia stato l’inventore di questa meravigliosa rappresentazione, portando alla luce una nuova forma di adorazione nel 1223.

L’episodio è stato tramandato attraverso le parole di Tommaso da Celano, un frate che ha dedicato parte della sua vita a raccontare la storia di San Francesco. Egli narra che nel Natale del 1222, San Francesco fece un pellegrinaggio a Betlemme, il luogo sacro della Natività di Gesù. Qui, il Santo partecipò con profondo coinvolgimento alle cerimonie liturgiche legate alla nascita del Salvatore. Fu un’esperienza che lo colpì profondamente, tanto da ispirarlo a rendere la rappresentazione della Natività più tangibile e significativa.

Tornato in Italia, San Francesco espresse il desiderio di ripetere queste rappresentazioni per il Natale successivo, nel 1223. Tuttavia, il Papa dell’epoca, Onorio III, non acconsentì alla sua richiesta. In quei tempi, le rappresentazioni sacre erano vietate nelle chiese, e quindi il Papa permise a San Francesco di celebrare la messa in una grotta naturale, a Greccio, invece che in un edificio religioso.

Quella notte, la grotta fu illuminata da fiaccole e una mangiatoia, riempita di paglia, fu collocata al suo interno, accompagnata dalla presenza di un asino e un bue. Sebbene questa prima rappresentazione non possa essere considerata un vero e proprio presepe, rappresentò un momento di grande significato spirituale, una messa celebrata in una grotta e non in una chiesa, avvicinando la Natività alla vita delle persone comuni.

Il primo presepe con statuette scolpite risale invece al 1283 ed è opera di Arnolfo di Cambio, un rinomato scultore del XIII secolo. Questo presepe è un capolavoro artistico composto da otto statuette in marmo, raffiguranti i personaggi chiave della Natività e i Re Magi. Questa straordinaria creazione artistica può ancora essere ammirata oggi nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, testimoniando l’evoluzione continua del presepe nel corso dei secoli.

L’influenza di San Gaetano di Thiene e la cultura del presepe popolare

Verso il 1500, San Gaetano di Thiene ebbe un ruolo significativo nell’evoluzione del presepe. Grazie al suo contributo, furono ammessi personaggi secondari nella rappresentazione, espandendo così la varietà dei partecipanti alla scena della Natività.

Il XVII secolo vide l’ascesa della cultura del presepe popolare, che divenne sempre più accessibile alle persone comuni. Questo periodo fu caratterizzato da un’ampia partecipazione della popolazione nell’allestimento dei presepi, riflettendo un profondo coinvolgimento della comunità nella tradizione.

Il secolo d’oro del presepe napoletano nel XVII e XVIII secolo

Il XVII e il XVIII secolo rappresentano un periodo d’oro per il presepe napoletano. Durante questo periodo, gli artisti napoletani diedero vita a una straordinaria varietà di personaggi e dettagli che arricchirono ulteriormente questa forma d’arte. Furono introdotte scene di vita quotidiana, nuovi personaggi come venditori di frutta, mendicanti e popolane, e la rappresentazione divenne sempre più realistica e coinvolgente.

San Gregorio Armeno: il cuore del presepe napoletano

San Gregorio Armeno a Napoli, conosciuta anche come “la via dei Presepi”, rappresenta l’epicentro della creatività e della tradizione presepiale. 

Durante tutto l’anno i visitatori possono immergersi in questo incantevole mondo, esplorando le vetrine scintillanti delle botteghe artigiane. Ogni passo lungo questa strada è un viaggio attraverso la maestria artigianale e la devozione dedicata a ciascuna creazione. Qui, le statuine prendono vita, i paesaggi si trasformano in opere d’arte e la Natività si svela in tutta la sua magnificenza.

Ogni bottega lungo San Gregorio Armeno è un santuario per gli amanti del presepe, dove l’artigianato si fonde con la storia e la tradizione. Ogni artigiano è un custode di segreti tramandati da generazioni, ma è anche un innovatore, reinterpretando e rivitalizzando costantemente le rappresentazioni della Natività. La scelta delle materie prime, la precisione nell’artigianato e la dedizione alla perfezione sono palpabili in ogni dettaglio. Le statuine riflettono le espressioni più genuine dell’umanità, mentre i paesaggi sono arricchiti da ogni dettaglio, catturando l’essenza della vita quotidiana e della sacralità della Natività.

In questa strada magica, il presepe non è solo un semplice ornamento natalizio; è una forma d’arte che celebra la fede, la cultura e la creatività. È un omaggio alla capacità umana di dare vita a una storia millenaria con ogni statuetta scolpita a mano e con ogni pezzo di scenografia realizzato con cura. San Gregorio Armeno non è solo una strada; è un mondo a parte, dove la tradizione incontra la modernità, e dove il presepe continua a evolversi, affascinando e ispirando generazioni con il suo splendore senza tempo.

Eduardo De Filippo: Te piace ‘o presepe?

Eduardo De Filippo, uno dei più grandi drammaturghi italiani del XX secolo, ha contribuito a portare il presepe napoletano sul palcoscenico con la sua opera teatrale “Natale in Casa Cupiello“. Questa commedia, scritta nel 1931, è diventata un classico del teatro italiano ed è ambientata durante le festività natalizie con un presepe napoletano come sfondo.

In questa commedia, De Filippo ha catturato l’anima e l’umorismo del popolo napoletano durante il periodo natalizio, mettendo in scena la preparazione del presepe e le dinamiche familiari. Il suo lavoro ha contribuito a celebrare e preservare la tradizione del presepe napoletano in una forma diversa, quella del palcoscenico teatrale.

L’arte del presepe napoletano: dettagli e precisione artistica

Una delle caratteristiche più distintive dei presepi napoletani è la loro precisione artistica e la cura dei dettagli. Gli artigiani napoletani – ricordiamo, ad esempio, quelli della Bottega Ferrigno – si sono dedicati con passione alla creazione di statuine e scenari che riflettono la vita quotidiana del loro tempo, oltre a rappresentare la scena della Natività.

Le statuine, generalmente realizzate in terracotta e dipinte a mano, sono caratterizzate da una grande varietà di espressioni e pose. Ogni personaggio, dalle figure principali come Maria, Giuseppe e il bambino Gesù, ai personaggi secondari come i venditori di cibo, ha una personalità unica.

Simboli e significati nel presepe napoletano

Il presepe napoletano è molto più di una semplice rappresentazione della Natività. Ogni elemento e personaggio ha un significato profondo che va oltre la mera raffigurazione religiosa. Ecco alcuni dei principali simboli e significati:

  • Il paesaggio: Il paesaggio di sughero è montuoso e pieno di sentieri tortuosi, disseminati di pastori che scendono verso la grotta, sempre situata in basso e in primo piano. Questo rappresenta la discesa nelle tenebre prima di raggiungere la luce, simboleggiando la rinascita rappresentata da Gesù Bambino.

  • Il pozzo: Il pozzo rappresenta il collegamento tra la superficie e le acque sotterranee, da cui gli spiriti maligni possono emergere durante la notte di Natale. Simboleggia l’oscurità in cui ogni uomo può cadere, nonostante la salvezza offerta da Dio.

  • La fontana con la donna: La fontana è associata all’annuncio dell’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria, che avviene spesso vicino alle fontane nelle leggende popolari campane.

  • Il ponte: Il ponte rappresenta un passaggio verso “l’altro lato”, l’ignoto, e si dice che la notte di Natale sia il momento in cui si verificano incontri terrificanti.

  • Il mulino: Il mulino con pale rotanti simboleggia il tempo che si rigenera nella notte di Natale e produce la farina, che rappresenta sia la morte (bianca come la morte) che la vita (usata per fare il pane, cibo universale).

  • Il fiume: Il fiume rappresenta nel presepe napoletano il tempo nelle sue diverse fasi (Passato, Presente e Futuro) e richiama anche il liquido amniotico, il parto della Madonna e la nascita della vita.

  • La locanda: La locanda è ricca di vivande consumate durante il pranzo di Natale, ma rappresenta anche i peccati degli uomini, poiché al tempo della creazione del presepe napoletano, questi luoghi erano spesso associati a prostituzione e affari illegali.

I personaggi del presepe napoletano: una ricca simbologia

  • I Re Magi: Rappresentano il viaggio dell’astro, che inizia a Oriente come i Magi, e le tre fasi del giorno (mattina, mezzogiorno e sera). Quando giungono al cospetto di Cristo, simboleggiano il mondo e il tempo che si fermano per la nascita del Figlio di Dio.

  • Le lavandaie: Sedute davanti ai secchi mentre lavano i panni, esse rappresentano le levatrici che accorrono per aiutare la Vergine. I panni candidi che stendono simboleggiano la verginità di Maria.

  • La zingara: Questo personaggio, sebbene possa sembrare fuori luogo dalla prospettiva religiosa, rappresenta l’incarnazione della profezia, come facevano le Sibille nelle rappresentazioni sacre dell’epoca. La zingara tiene tra le mani dei chiodi che indicano il futuro del bambino Gesù: la Crocifissione. Pur avendo un significato negativo iniziale, la zingara rappresenta la realizzazione della salvezza offerta da Gesù tramite la Crocifissione.

  • Il cacciatore e il pescatore: Queste due figure legate al fiume rappresentano il ciclo della vita. Il pescatore, situato nella parte alta del corso d’acqua con una canna da pesca, simboleggia la vita, mentre il cacciatore con un fucile, posizionato nella parte alta del corso d’acqua, rappresenta la morte. Insieme, simboleggiano la dualità tra il mondo celeste e quello dell’Ade: il pescatore rappresenta l’inferno inferiore, mentre il cacciatore il mondo celeste. Inoltre, la vita eterna e l’immortalità sono spesso associate alla figura dei pesci.

  • I venditori di cibo: Questi dodici personaggi, rappresentanti dei dodici mesi dell’anno, svolgono un ruolo significativo nel presepe. Ognuno di loro rappresenta un mese dell’anno con le proprie caratteristiche e offre un’ulteriore dimensione temporale alla rappresentazione.

  • Benino: Questo pastorello, spesso posizionato in un angolo del presepe, è considerato una delle figure più importanti. La leggenda narra che l’intera rappresentazione sia in realtà un sogno di Benino, in cui rivela la nascita di Gesù Bambino. Oltre al suo significato letterale, Benino rappresenta l’umanità, dormiente e distante dal divino. Gli esseri umani possono avvicinarsi all’eternità solo nei sogni, quando sono liberi dagli schemi logici che li legano ai piaceri materiali.

  • Il Pastore della Meraviglia: Questo personaggio, situato vicino alla Grotta, esprime meraviglia e stupore di fronte alla nascita di Gesù. Incarna la sorpresa dell’essere umano quando entra in contatto con qualcosa di straordinario. In un certo senso, potrebbe essere considerato una rappresentazione risvegliata di Benino all’interno del suo stesso sogno.

  • Ciccibacc ngopp a bott: Questo personaggio, un pagano tra i cristiani, ha origini antiche legate al culto del vino e alle divinità pagane come Bacco, il dio del vino. Rappresentato come un uomo robusto con guance rosse, svolge un ruolo unico nel presepe. La sua collocazione nel presepe indica la sottile linea tra il sacro e il profano, sottolineando l’eterna lotta tra il bene e il male.

  • I Mendicanti, Zoppi e Ciechi: Questi personaggi rappresentano nel presepe napoletano le anime del Purgatorio, che chiedono preghiere ai vivi durante le festività, in particolare a Natale. La loro presenza nel presepe serve come richiamo alla necessità di pregare per le anime pezzentelle.

  • Pastori e Pecore: Rappresentano il gregge dei fedeli, che incontra Dio grazie alla guida dei pastori, ovvero i sacerdoti.

  • Bue e Asinello: Secondo la tradizione, bue e asinello riscaldarono la mangiatoia con il loro fiato per la nascita di Gesù. Simbolicamente, rappresentano il Bene (bue) e il Male (asino), bilanciando così le forze del mondo e creando un’armonia globale

Questi sono solo alcuni dei numerosi simboli e significati presenti nel presepe napoletano, che rendono questa tradizione così ricca e affascinante. Ogni elemento contribuisce a creare un’esperienza che va oltre la semplice raffigurazione della Natività, invitando gli spettatori a riflettere sui significati più profondi della vita e della fede.

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Fonte immagine per l’articolo sul presepe napoletano: Pixabay

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