Gli 8 simboli di fortuna del Buddhismo: significato e storia

Simboli di fortuna del Buddhismo: gli 8 più importanti  

Il termine sanscritoastamamgala” si riferisce agli 8 simboli di fortuna del Buddhismo, conosciuti anche come *otto simboli di buon auspicio*, presenti anche nella cultura del Tibet. Le loro origini risalgono alla cultura indiana, dove venivano usati nelle cerimonie di incoronazione dei re. Nel Buddhismo, gli astamamgala simboleggiano le offerte che le divinità fecero a Buddha Shakyamuni dopo la sua illuminazione e rappresentano fortuna e felicità. Vediamo quali sono e cosa significano.

Gli 8 simboli di fortuna in sintesi

Simbolo (nome in sanscrito) Significato chiave
Conchiglia bianca (Sankha) Il suono del Dharma che risveglia dall’ignoranza
Nodo infinito (Srivatsa) L’interconnessione tra saggezza e compassione, l’impermanenza
Coppia di pesci dorati (Gaur-matsya) La libertà dalla paura e dalla sofferenza nel ciclo del samsara
Fiore di loto (Padma) La purezza e la rinascita spirituale in un mondo contaminato
Parasole prezioso (Chhatra) La protezione dalle forze negative e dalla sofferenza
Vaso del tesoro (Kalasa) L’abbondanza spirituale, la prosperità e la lunga vita
Ruota del Dharma (Chakra) L’insegnamento del Buddha e l’Ottuplice Sentiero verso l’illuminazione
Vessillo della vittoria (Dhvaja) La vittoria della conoscenza sull’ignoranza e sulle passioni

Analisi e significato di ogni simbolo

Ognuno degli 8 simboli ha un significato profondo, legato agli insegnamenti del Dharma. Vediamoli nel dettaglio.

1. Sankha: la conchiglia bianca

La “sankha” è un oggetto sacro indiano, caratterizzato da una spirale che va verso destra. Nella religione buddhista, viene usata come strumento musicale per simboleggiare gli insegnamenti del Buddha che, come il suo suono, si propagano nel mondo risvegliando gli esseri dall’ignoranza.

2. Srivatsa: il nodo infinito

Lo “srivatsa” è un nodo con linee intersecanti che simboleggia l’unione inseparabile di saggezza e compassione. Rappresenta anche la dottrina della vacuità (“Śūnyatā”) e l’interdipendenza di tutti i fenomeni, un concetto fondamentale del Buddhismo noto come coproduzione condizionata.

3. Gaur-matsya: la coppia di pesci dorati

I “gaur-matsya” simboleggiano l’assenza di paura e l’abilità di affrontare la sofferenza, proprio come i pesci nuotano liberamente nell’oceano. Rappresentano la capacità di muoversi nel samsara (il ciclo di rinascite) senza rimanere intrappolati.

4. Padma: il fiore di loto

Il “padma” è forse il più importante dei simboli. Nonostante le radici nel fango, il fiore di loto sboccia incontaminato. Simboleggia la purezza della mente, la bellezza e la rinascita spirituale in un mondo impuro. Il Buddha stesso viene spesso raffigurato seduto su un fiore di loto.

5. Chhatra: il parasole prezioso

Il “chhatra” rappresenta la dignità spirituale e la protezione degli esseri viventi da forze negative, malattie e sofferenza, offerta dal Dharma. Spesso è decorato con gioielli a simboleggiare la ricchezza spirituale.

6. Kalasa: il vaso del tesoro

Il “kalasa” simboleggia la ricchezza e l’abbondanza spirituale, la lunga vita e la prosperità. Inteso come vaso del tesoro inesauribile, rappresenta la preziosità degli insegnamenti del Buddha, che non si esauriscono mai.

7. Chakra: la ruota del Dharma

La “chakra” simboleggia l’insegnamento di Buddha. I suoi elementi rappresentano i pilastri della dottrina: il mozzo è la disciplina morale; gli otto raggi indicano l’Ottuplice Sentiero verso l’illuminazione; il cerchio è la perfezione del Dharma.

8. Dhvaja: il vessillo della vittoria

Il “dhvaja” rappresenta la vittoria del Buddha su Māra, il demone delle passioni. In senso ampio, simboleggia la vittoria della conoscenza sull’ignoranza e sulle negatività, possibile solo seguendo il Dharma. È spesso posto all’ingresso dei templi.

Fonte immagine: Pixabay

Articolo aggiornato il: 11/09/2025

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