Simboli di fortuna del Buddhismo: gli 8 più importanti  

Simboli di fortuna del Buddhismo: gli 8 più importanti  

Gli 8 simboli di fortuna del Buddhismo: significato e storia

Il termine sanscritoastamamgala” si riferisce agli 8 simboli di fortuna del Buddhismo, conosciuti anche come *otto simboli di buon auspicio*, presenti anche nella cultura del Tibet. Le loro origini risalgono alla cultura indiana, in cui gli oggetti sacri venivano collegati al sovrano. Nel Buddhismo gli astamamgala simboleggiano fortuna e felicità e devono coesistere sempre. Il loro utilizzo risale a tempi molto antichi, in particolare all’epoca in cui nacque il Buddhismo, tra il VI e il V secolo a.C. in India. Si pensa che questi simboli fossero usati nelle cerimonie di incoronazione dei re, come augurio di prosperità e benessere. Nel tempo, gli 8 simboli di fortuna del Buddhismo si sono diffusi in tutta l’Asia, diventando parte integrante dell’iconografia e dell’arte buddhista. Vediamo quali sono gli 8 più importanti simboli di fortuna del Buddhismo.

Cosa sono gli Astamamgala? Gli 8 simboli di fortuna del Buddhismo

Gli Astamamgala, ovvero gli 8 simboli di fortuna del Buddhismo, rappresentano le offerte che le divinità induiste fecero a Buddha Shakyamuni dopo la sua illuminazione. Questi simboli sono considerati di buon auspicio e si ritiene che portino fortuna, prosperità e benessere a coloro che li possiedono o li venerano. Sono spesso raffigurati insieme, in ordine variabile, su oggetti rituali, tessuti, dipinti e altri manufatti. Oltre al loro valore estetico e simbolico, gli 8 simboli di fortuna del Buddhismo sono anche importanti strumenti di meditazione e di pratica spirituale. Ogni simbolo, infatti, rappresenta un aspetto dell’insegnamento del Buddha e può essere utilizzato come oggetto di contemplazione per sviluppare saggezza, compassione e altre qualità positive.

Significato degli 8 simboli di fortuna del Buddhismo

Ognuno degli 8 simboli di fortuna del Buddhismo ha un significato profondo, legato agli insegnamenti del Dharma e al cammino verso l’illuminazione. Vediamoli nel dettaglio.

Sankha: la conchiglia tra i simboli di fortuna del Buddhismo

La “sankha”, ovvero la conchiglia bianca, è il primo degli 8 simboli di fortuna del Buddhismo. Si tratta di un oggetto sacro originariamente indiano, caratterizzato da una spirale che va verso destra e finisce con una punta. Nella religione buddhista, viene utilizzata come uno strumento musicale per simboleggiare gli insegnamenti del Dharma di Buddha che, come il suono della conchiglia, si propagano nel mondo, risvegliando gli esseri dal sonno dell’ignoranza. La conchiglia, inoltre, è associata all’elemento acqua e alla purezza.

Srivatsa: il nodo infinito tra i simboli di fortuna del Buddhismo

Il “srivatsa” o nodo infinito è uno degli 8 simboli di fortuna del Buddhismo. Si tratta di un nodo con linee intersecanti, che simboleggia quanto la saggezza e la compassione siano inseparabili e interconnesse, due qualità fondamentali per raggiungere l’illuminazione. Esso rappresenta anche la “Śūnyatā”, la vacuità, dottrina secondo la quale l’esistenza nasce dalla “pratītyasamutpādaè”, cioè dalla logica di causa ed effetto, il karma. Il nodo infinito simboleggia anche l’impermanenza di tutte le cose e l’interdipendenza di tutti i fenomeni, due concetti fondamentali nel Buddhismo.

Gaur-matsya: la coppia di pesci 

I “gaur-matsya” sono una coppia di pesci dorati, rappresentati in verticale, che simboleggiano l’assenza della paura e l’abilità di affrontare la sofferenza della vita, proprio come i pesci nuotano liberamente nell’oceano. I due pesci rappresentano anche i due fiumi sacri dell’India, il Gange e lo Yamuna, e la capacità di muoversi liberamente nel samsara, il ciclo di morti e rinascite, senza rimanere intrappolati nell’illusione. Sono anche uno dei simboli di fortuna del Buddhismo più popolari.

Padma: il fiore di loto tra i simboli di fortuna del Buddhismo

Il “padma” o fiore di loto è il più importante tra i simboli di fortuna del Buddhismo. Nonostante le sue radici siano immerse in acque fangose, il fiore di loto nasce sempre incontaminato e perfetto. Esso, infatti, simboleggia la purezza, del corpo, della parola e della mente, la bellezza e la rinascita spirituale in un mondo contaminato. Buddha, in particolare, viene sempre raffigurato nella classica posizione dello yoga o “posizione del loto”, ovvero con le gambe incrociate e le mani sul grembo e seduto in un fiore di loto. Il fiore di loto rappresenta la capacità di elevarsi al di sopra delle difficoltà e delle sofferenze del mondo, raggiungendo l’illuminazione.

Chhatra: il parasole tra i simboli di fortuna del Buddhismo

Il “chhatra” o parasole prezioso è un simbolo buddhista che rappresenta la dignità di chi è potente spiritualmente. Esso simboleggia anche la protezione degli esseri viventi da forze negative, malattie, ostacoli e sofferenza, che viene offerta dal Dharma. Si tratta di un parasole aperto e grande, che può essere rappresentato in varie forme e colori, a seconda delle diverse tradizioni buddhiste. Spesso è decorato con gioielli e tessuti preziosi, a simboleggiare la ricchezza spirituale. Il bianco è simbolo di *purezza*, l’ *oro/giallo *di *illuminazione*, il *rosso *di *compassione*, il *blu *di *saggezza*, il *verde *di *attività illuminata*.

Kalasa: il vaso

Il “Kalasa” o vaso del tesoro, è uno dei simboli di fortuna del Buddhismo. Se inteso come vaso per contenere l’acqua, si tratta di uno dei pochi oggetti che i monaci buddhisti potevano possedere; inteso come vaso del tesoro inesauribile, simboleggia la ricchezza, l’abbondanza spirituale, la lunga vita e la prosperità. Si tratta di un vaso tondo con il collo corto e con un gioiello sull’apertura, che rappresenta la preziosità del Dharma.

Chakra: la ruota del Dharma

Chakra, o ruota del Dharma, è tra i più diffusi simboli di fortuna del Buddhismo. Essa simboleggia l’insegnamento di Buddha e il fatto che il Dharma racchiude tutte le cose e non ha né un inizio né una fine. Si tratta di un antico simbolo indiano che può essere inteso sia come sole che come arma, che permette agli uomini di non soffrire più. La ruota è caratterizzata dal mozzo, dai raggi e dal cerchio: il mozzo simboleggia l’essenza della mente, la disciplina morale; i raggi indicano le 8 strade che bisogna percorrere per sfuggire alla sofferenza e raggiungere l’illuminazione buddhista, l’Ottuplice Sentiero; il cerchio rappresenta il mondo, la perfezione dell’insegnamento del Dharma e il suo ciclo continuo, il samsara. La *ruota del Dharma *è spesso raffigurata con otto raggi, ma può averne anche di più, a seconda delle diverse tradizioni.

Dhvaja: il vessillo della vittoria 

Il “dhvaja” o vessillo della vittoria, o bandiera della vittoria, è un simbolo buddhista che rappresenta la vittoria su Māra, il demone che rappresenta le passioni e le tentazioni, nel conflitto con Buddha. In senso ampio, simboleggia la vittoria del corpo, della parola e della mente sull’ignoranza, sugli ostacoli e sulle negatività, possibile solo se si osserva il Dharma. Il vessillo ha una forma cilindrica ed è spesso posto all’ingresso di templi e monasteri, a simboleggiare la vittoria del Buddha sulle forze del male.

Fonte immagine: Pixabay

 

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